LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani
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Nonostante la situazione di quasi completa saturazione dei campi, continuarono<br />
i rastrellamenti nelle zone di guerra e i susseguenti invii di civili in Italia.<br />
In una nota del Ministero dell’Interno si dispose: “Questo Ministero, in considerazione<br />
che i campi di concentramento di cui dispone sono saturi e date<br />
le esigenze connesse allo sfollamento delle popolazioni civili dai centri sottoposti<br />
ad offese aeree nemiche, conferma che potrà accogliere solamente mille<br />
elementi (donne e bambini) nel campo di concentramento Le Fraschette –<br />
Alatri, mentre alla sistemazione di tutti gli altri internati è stato convenuto<br />
che provvederà direttamente l’Amministrazione Militare mediante la costituzione<br />
di appositi campi”.<br />
L’AZIONE DEI VESCOVI DI TRIESTE E GORIZIA<br />
Nella Venezia Giulia, già dal 1925, ai gruppi minoritari era stato fatto divieto<br />
di parlare nella propria lingua e molti istituti scolastici erano stati chiusi. Era<br />
stato portato avanti un programma di italianizzazione degli “allogeni”, cioè<br />
degli appartenenti ad altri gruppi etnici che avevano una propria cultura specifica.<br />
Non si volle tener conto delle diversità presenti in quella regione, ove<br />
diversi gruppi avevano convissuto per secoli, e si procedette rapidamente alla<br />
cancellazione e soppressione di ogni diversità, arrivando ad italianizzare persino<br />
i cognomi.<br />
Il provvedimento più drammatico fu la “bonifica etnica” che si voleva<br />
perseguire attraverso il massiccio trasferimento di popolazione. Il vescovo<br />
di Trieste e Capodistria mons. Antonio Santin e l’arcivescovo di<br />
Gorizia mons. Carlo Margotti furono impegnati in un’intensa attività di<br />
sostegno e difesa di quelle popolazioni.<br />
In una lettera al Duce, scritta da mons. Santin, condivisa da mons. Margotti,<br />
dai vescovi di Fiume e Pola e dalla Conferenza Episcopale Triveneta, venne<br />
tra l’altro richiesto:<br />
“che sia impedito che si brucino case, che non siano uccise persone non in<br />
combattimento, che sia reso più abbondante il vitto nei campi di internamento,<br />
che sia permesso di visitare gli internati nei campi di Cairo Montenotte e<br />
Le Fraschette di Alatri, che sia riesaminata la situazione degli internati e di<br />
coloro che erano leali cittadini, specie i vecchi, i malati, le donne, i fanciulli,<br />
di molte persone che soffrono lontano dalle loro case senza alcun motivo”.<br />
Il 20 aprile l’Ispettorato Generale di P.S. per la Venezia Giulia informò il<br />
Comandante del Campo Le Fraschette e altre Autorità che “in occasione di<br />
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