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LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

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sorprese donne slave con piccoli nastrini rossi intrecciati fra i capelli. Sono in<br />

compagnia di un giovane anch’esso slavo che si era fregiato il petto con una<br />

coccarda rossa: tutti si giustificarono affermando che così erano soliti celebrare<br />

la festa dei lavoratori nei paesi di provenienza. Il Prefetto informato raccomandò<br />

maggiore vigilanza.<br />

Il Prefetto di Frosinone fu informato sulla situazione delle 18 cucine tenute<br />

dal personale militare. “In ciascuna cucina rimane addetto un solo soldato<br />

incontrollato e questi soldati si prendono libertà nei confronti delle ragazze,<br />

assumendo in cucina le più belle di esse”. Il Prefetto cercò di impedire questo<br />

sconcio.<br />

Nonostante le difficoltà ricettive arrivarono il 30 luglio 1943 dalla provincia<br />

di Venezia altre 200 donne. Come ha detto il Professor Capogreco, i fatti del<br />

25 luglio non ebbero molte ripercussioni nel campo. Il 26 agosto S. Ecc.<br />

mons. Riberi, Nunzio per i campi di concentramento, visitò il campo accompagnato<br />

da mons. Facchini. La visita sortì l’impegno ad affrontare con decisione<br />

il problema delle pietose condizioni di bambini e ragazzi presenti al<br />

campo.<br />

Con la nascita della Repubblica di Salò, il ministro repubblichino degli Affari<br />

Esteri chiese all’Ambasciata di Germania il trasferimento al nord degli anglomaltesi<br />

internati a Le Fraschette e degli internati croati e sloveni, eccezion<br />

fatta per i più giovani.<br />

Il 9 dicembre 1943 il direttore del campo avvisò il capo della polizia che nelle<br />

ore notturne soldati tedeschi avevano tentato di accedere alle baracche delle<br />

donne e delle suore reclamando donne ed esplodendo colpi di pistola. Fu il<br />

comandante tedesco della piazza a chiedere il sollecito sgombero verso il nord<br />

degli internati. Il trasferimento fu programmato per il 25 gennaio 1944. Nei<br />

documenti d’archivio c’è una fitta corrispondenza tra autorità italiane e germaniche<br />

su chi avrebbe dovuto occuparsi del trasporto degli internati e con<br />

quali mezzi. Si verificarono in quel periodo due bombardamenti del campo<br />

che provocarono alcuni morti.<br />

Finalmente il 25 febbraio ebbe inizio il lungo trasferimento per Fossoli, di cui<br />

si è già parlato. Del convoglio faceva parte anche il personale religioso del<br />

campo che volle accompagnare gli internati fino alla nuova destinazione. Si<br />

decise che gli anglo-maltesi raggiungessero Fossoli, mentre i croati furono<br />

destinati a Venezia per il successivo rimpatrio. 400 anglo-maltesi raggiunsero<br />

la stazione Tiburtina con il treno, altri 100 furono trasportati in pullman. A<br />

tutti questi si aggiunsero 200 anglo-maltesi provenienti da una caserma di<br />

Valle Giulia. Dopo lungo ed estenuante viaggio durato più giorni, i 700 anglo-<br />

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