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LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

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pregò. A causa delle temute incursioni aeree, si dovette viaggiare pressoché<br />

al buio e sempre con l’orecchio teso. Dalla parte di occidente giungeva il<br />

sordo rumore del cannone e sul cielo si vedevano bagliori di battaglia. Era il<br />

fronte di Anzio.<br />

Lungo il percorso si intravedevano, spesso, nel buio, pattuglie e sentinelle<br />

tedesche. Tutto l’insieme era qualcosa di tetro e di fantastico: pareva di assistere<br />

al succedersi di scene sullo schermo cinematografico.<br />

Alla stazione Prenestina<br />

Giungemmo a Roma alla stazione Prenestina, verso la mezzanotte, dopo aver<br />

girovagato a destra e a sinistra per vie sconosciute, senza che qualcuno potesse<br />

indicarci la meta. Scendemmo e, nel buio, ci fu indicato il luogo di sosta.<br />

No, mai come in quella notte pensai all’orrore del buio infernale: meditazioni<br />

su meditazioni. La stazione, costruita in stile moderno, era tutta a vetri.<br />

Ogni tanto si accendeva una candela, avendo la massima cura di nasconderne<br />

il più possibile il fioco bagliore, ma il rumore di un motore c’induceva a<br />

spegnerla subito.<br />

Il freddo, il disagio (non vi erano neppure sufficienti posti per sedere), il passaggio<br />

degli aerei, il fascio luminoso di un riflettore, tutto ci teneva in panico.<br />

La preghiera però fu il grande conforto. Ogni tanto si udiva il pianto di<br />

un bambino, il colpo di tosse di qualche vecchio o un lamento di chi soffriva<br />

per il disagio. Tutti però si rimettevano alla volontà di Dio.<br />

“Madre, domani, per carità, veda di farci togliere da qui”.<br />

“State tranquillissime, che domattina subito mi metterò in moto”. Infatti,<br />

appena giorno, accompagnata da un’internata, mi recai in città e, dopo<br />

ascoltata la messa, implorando l’aiuto del Cielo, andammo alla Legazione<br />

Svizzera per gli interessi Britannici e, per la Bontà del Signore, trovammo<br />

tutti pieni di comprensione e disposti a darci il più largo aiuto.<br />

Confortate e riconoscentissime a Dio, portammo la notizia che fu accolta con<br />

infinita gioia. La Provvidenza Divina ci offrì, nella stessa mattinata, un altro<br />

tratto della sua Bontà.<br />

Ero preoccupata perché non c’era la possibilità di distribuire qualche cosa di<br />

caldo da mangiare, quando un signore si presentò e mi disse che era il padrone<br />

della trattoria annessa alla stazione (nessuno s’era accorto che lì vicino<br />

c’era la trattoria, perché era situata in un punto fuori di vista). Il bravo uomo<br />

ci disse che avrebbe potuto fornire un piatto di minestra o d’altro e che si<br />

rimetteva poi a me per quelli che non avessero potuto pagare; avrebbe fatto<br />

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