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LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

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Padre Umberto Fanfarillo - contributo di un testimone<br />

<strong>LE</strong> <strong>FRASCHETTE</strong> LUOGO DI SOFFERENZE E DI TRISTEZZA O DI<br />

MORTE, COME L’EBBE A CHIAMARE UN PROFUGO DELLA TUNI-<br />

SIA, POSSA DIVENTARE UN LUOGO DI ACCOGLIENZA, DI<br />

SOLIDARIETÀ, DI CONVIVENZA CIVI<strong>LE</strong> E DI APPUNTAMENTI CUL-<br />

TURALI E RELIGIOSI.<br />

GLI OCCHI DI UN BAMBINO RACCONTANO<br />

Indelebili tornano ad affollare la mente gli anni della mia fanciullezza, trascorsa<br />

nella casa paterna a poche centinaia di metri dal Campo di concentramento<br />

Le Fraschette, in Alatri. Impaurito, con gli occhi che assistono<br />

impietriti a scene di violenza, di grida e a ripetuti tentativi di evasione dal terribile<br />

campo n. 1. Avevo allora, appena otto anni, quando insieme ai miei<br />

cugini, vissi un’esperienza unica permeata di paura e di un sottaciuto interesse<br />

di curiosità o di gioco da bambino.<br />

1. Un tedesco colpito a fucilate<br />

Ricordo con chiarezza un episodio che, solo ora, riesco a decifrare e a definirlo<br />

come un gesto pieno di odio e di vendetta. Gli spari a ripetizione di un<br />

moschetto richiamano forte la mia attenzione verso un uomo che, calatosi dal<br />

muro del campo adiacente la mia casa, tenta disperatamene la fuga verso i<br />

boschi e le colline. I miei occhi da bambino assistono impietriti e vedono poliziotti<br />

armati che, mentre corrono all’inseguimento, continuano a sparare nella<br />

direzione del fuggiasco. Ma ciò che sto per raccontare sembra incredibile!<br />

Grida da lontano: è un tedesco, è un tedesco, prendetelo! Dalle case limitrofe<br />

escono fuori contadini, donne, giovani e bambini, tra questi anch’io, partecipo<br />

alla battuta per prendere il fuggiasco. Premetto che, un mio conoscente, era<br />

da poco tornato dalla Germania, dove era stato deportato dai nazisti e rinchiuso<br />

per più di due anni nel campo di concentramento di Dachau, una prigionia<br />

vissuta con un trattamento da cane!<br />

Quella parola: è un tedesco! è un tedesco! genera una reazione di vendetta a<br />

questo conoscente, il quale imbraccia subito il fucile da caccia, lo carica a pallettoni<br />

e si dirige all’inseguimento dell’odiato tedesco. Accompagnato da una<br />

decina di ragazzi e bambini che gridavano, quasi fosse una battuta di caccia o<br />

di gioco: fermati, non scappare, brutto tedesco! Sulla collina della contrada<br />

“Castagneto”, l’inseguitore con la rabbia in corpo vede quell’uomo, ormai<br />

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