LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

CONCLUSIONI
La guerra è finita.
La gente in festa percorre le vie della città.
La storia del campo fin qui
proposta attraverso la documentazione
d’archivio, è
naturalmente “storia ufficiale”.
Rappresenta, comunque,
un’importante ricostruzione
della vita del campo e, nonostante
l’ufficialità, emergono
con chiarezza le enormi difficoltà
di gestione della vita
quotidiana, le carenze strutturali,
le privazioni, gli stenti e
i soprusi che dovettero subire
gli internati. Nel corso di due
anni si contarono decine e
decine di morti per malattia e
per sfinitezza a cui si aggiunsero
le morti provocate dalle
azioni belliche. Bambini e
vecchi furono rinchiusi nel
campo, bambini e vecchi in
prevalenza vi trovarono la
morte. C’è altra documentazione preziosa che arricchisce questo volume:
alcune testimonianze di ex internati e il diario di madre Mercedes Agostini.
Certo non stiamo parlando di “soluzione finale”, di Shoah, di sterminio, dei
crimini nazisti, ma la storia proposta invita a riflettere su quanto è avvenuto
in Italia durante gli anni del fascismo.
Scrive Fabio Galluccio: “Molti sostengono che il fascismo fu più umano del
nazismo, dato che non gassificò gli ebrei, pur avendoli sbattuti fuori dalle
scuole e sostanzialmente dal lavoro, vietando di frequentare gli alberghi, di
possedere una radio, di innamorarsi di una donna o di un uomo ariano. Se
nell’orrore, nel male, c’è una graduatoria, è vero: il fascismo fu meno orribile.
Ma questo non attenua le colpe di chi accettò tutto, di chi permise le leggi
e le omissioni degli anni successivi”.
Una storia che non si può dimenticare.
Una storia accaduta anche lì, a Le Fraschette, a due passi da Alatri.
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