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LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

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APPENDICE ALLA PRIMA PARTE<br />

UN’INTERESSANTE RELAZIONE ISPETTIVA SUL CAMPO<br />

Tra il maggio e giugno 1943 notizie di fughe dal campo Le Fraschette attuate<br />

da internati croati giunsero direttamente al Duce. Tale intollerabile situazione<br />

provocò una serie di visite ispettive richieste dalle Autorità. Al termine<br />

di questa attività ispettiva venne redatto il lungo ed interessante documento<br />

che riportiamo integralmente. La relazione venne stilata dal Servizio<br />

Ispettivo della Regia Prefettura di Frosinone e riguarda le condizioni del<br />

campo, le modalità di realizzazione del campo e la sua organizzazione, ma<br />

contiene anche colorite sottolineature nei confronti del personale in servizio<br />

a Le Fraschette.<br />

Interessante è anche quella relativa alla diversa condizione vissuta dal<br />

numerosissimo gruppo di jugoslavi, privati di tutto e il gruppo di anglo-maltesi<br />

che comunque era assistito dalla Croce Rossa.<br />

“Il Campo di Concentramento Le Fraschette, come avete rilevato nelle visite<br />

effettuatevi, presenta varie deficienze costruttive, organizzative e funzionali.<br />

Irreparabili le prime, salvo poche modifiche di ripiego da apportarvi con<br />

molto accorgimento; brillantemente superabili le altre quando vi si dedichino,<br />

con i fondi necessari, volontà, intelligenza e cure assidue.<br />

Il suo atto di nascita risale ai primi del 1942. Ma si tratta di una nascita illegittima,<br />

avulsa da ogni legge della più elementare dottrina topografica ed<br />

urbanistica anche nel senso più primitivo della parola.<br />

Scelta la località, che invero risponde al criterio di impianto di un campo di<br />

concentramento perché ben lontano da centri abitati e da vie di comunicazione,<br />

di difficile evasione e contemporaneamente di facile sorveglianza, si trovò<br />

uno spiazzo circolare di circa seicento metri di diametro, pianeggiante, circondato<br />

da monti, e su quello spiazzo di terreno, così come si trovava, si buttarono<br />

a caso circa duecento baracche. Il costruttore - non si può parlare di<br />

progettista poiché non si vede una traccia nella costruzione di un abbozzo<br />

nemmeno embrionale di progetto razionale - non si preoccupò di tracciare un<br />

piano regolatore e mise in esecuzione le baracche prima di pensare alle strade,<br />

agli acquedotti, alle fognature.<br />

Non livellò il terreno, sicché tra una baracca e l’altra si hanno dislivelli di vari<br />

metri e, per un falso senso di economia di tempo, non di danaro, piuttosto che<br />

livellare la platea dove doveva sorgere ogni baracca, preferì colmare gli avval-<br />

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