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LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

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L’internamento civile fu operato nei confronti di cittadini stranieri che allo<br />

scoppio della guerra si trovavano sul territorio italiano o su cittadini appartenenti<br />

a Stati occupati in guerra dall’Esercito italiano.<br />

Più in generale, l’internamento in Italia fu preceduto da una serie di prese di<br />

posizione delle più alte cariche dello Stato, politiche e militari.<br />

Il 19 maggio una nota del Comando Supremo, indirizzata al Ministero<br />

dell’Interno, comunicò il proprio assenso al trasferimento di 442 intellettuali<br />

del Kossovo dichiarati “indesiderabili” dal campo di concentramento di Preza<br />

a quelli di Ponza ed Ustica. Questo folto gruppo partì da Valona, in Albania,<br />

verso l’Italia e il loro numero aumentò a 560, come precisò un’informativa<br />

dell’Ufficio Prigionieri di guerra dell’Esercito.<br />

Fu una direttiva del Duce, emanata il 6 giugno 1942, comunicata alle Autorità<br />

italiane in Slovenia dal gen. Roatta, ad avviare le attività di sgombero della<br />

popolazione civile della provincia di Lubiana per un numero massimo di<br />

30.000 persone da inviare nei campi di concentramento in Italia. Questo provvedimento<br />

allarmò non poco l’Alto Commissario della Provincia Emilio<br />

Grazioli, che temette ripercussioni negative nella vita economica della provincia,<br />

“con particolare riferimento alla conduzione della aziende agricole, che<br />

risulterebbero abbandonate, e del patrimonio zootecnico”.<br />

Il duce, intervenendo a Gorizia il 31 luglio 1942, nel corso di una riunione con<br />

gli Alti Comandi Militari, manifestò le seguenti opinioni:<br />

“La relazione del gen. ROATTA la considero esauriente e promettente di<br />

buoni risultati. La situazione è nota. Dopo lo sfacelo della Jugoslavia ci<br />

siamo trovati sulle braccia la metà di una provincia e, bisogna aggiungere, la<br />

metà più povera.<br />

I germanici ci hanno comunicato un confine; noi non potevamo che prenderne<br />

atto - aprile 1941. Inizialmente le cose parvero procedere nel modo migliore.<br />

La popolazione considerava il minore dei mali il fatto di essere sotto la<br />

bandiera italiana. Fu data alla provincia uno Statuto, poichè non consideriamo<br />

territorio nazionale quanto è oltre il crinale delle Alpi, salvo casi di carattere<br />

eccezionale. Si credette che la zona fosse tranquilla; poi si vide, quando<br />

la crisi scoppiò, che i presidi non erano abbastanza consistenti e che non vi<br />

era modo di rinforzarli adeguatamente.<br />

Il 21 giugno, con l’inizio delle ostilità tra la Germania e la Russia, questa<br />

popolazione, che si sente slava, si è sentita solidale con la Russia. Da allora<br />

tutte le speranze ottimistiche tramontarono.<br />

Ci si domanda se la nostra politica fu saggia: si può dire che fu ingenua.<br />

Anche nella Slovenia tedesca le cose non vanno bene. Io penso che sia meglio<br />

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