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58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria

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58° <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>SCIVAC</strong> • Milano, 7-9 Marzo 2008 • <strong>Oncologia</strong> <strong>veterinaria</strong> - Alle soglie del III Millennio<br />

stessa classificazione può essere adottata anche in medicina <strong>veterinaria</strong> dove<br />

l’interlocutore del medico non è direttamente il paziente ma il suo tutore come<br />

avviene comunemente in pediatria. Le categorie psicologiche identificate sono:<br />

a) remissivo/tradizionale che riconosce al medico l’autorità di decidere per<br />

la terapia; b) informato/manager che considera il medico tecnico e consigliere<br />

e che si riserva ogni decisione; c) panico che non è in grado di controllare l’ansia<br />

e di integrare le notizie, d) normale che riesce a controllare l’ansia ed integra<br />

le informazioni tecniche fornite dal medico con la sua cultura e le sue preferenze.<br />

1 La tipologia psicologica normale è quella ideale con il quale il medico<br />

può creare un rapporto empatico di collaborazione.<br />

Alle prime due regole da adottare per ottenere una comunicazione corretta<br />

e flessibile abbiamo dedicato uno spazio maggiore rispetto a quelle che andiamo<br />

ora ad illustrare che tuttavia hanno un ruolo chiave: il dove, il come e<br />

il quando.<br />

Il luogo in cui comunichiamo può condizionare l’esito della comunicazione.<br />

L’obiettivo principale è quello di evitare che la comunicazione sia di dominio<br />

pubblico (evitare la sala d’attesa) e che sia costantemente interrotta da<br />

collaboratori estranei alla comunicazione o dal telefono. È dimostrato che le<br />

continue interruzioni e la presenza di persone passive creano un distacco tra<br />

emittente e ricevente ingenerando una comunicazione di tipo unidirezionale<br />

che come tale non può essere flessibile. 1,2 La durata del consulto non è sempre<br />

di facile definizione ma sicuramente la scelta di quando fornire un consulto<br />

oncologico è fondamentale perché se fatto in un momento sbagliato della<br />

giornata il tempo che saremo in grado di fornire potrebbe essere troppo limitato.<br />

Pertanto dobbiamo assicurarci che sia il “quanto” che il “quando” ci<br />

permettano di incoraggiare le domande del nostro interlocutore e soprattutto<br />

che l’eccessiva brevità del consulto non comunichi all’interlocutore un distacco<br />

sia fisico che emotivo. 1,2<br />

È altresì vero che consulti molto lunghi per eccessive domande del proprietario<br />

o per consulti molto prolissi siano stati associati ad un più probabile<br />

rifiuto delle proposte terapeutiche enunciate dal medico-veterinario.<br />

Come ultimo aspetto da tenere in considerazione tra le varie strategie comunicative<br />

da adottare sta nella ricerca di una modalità di comunicazione verbale<br />

che per quanto affinata da esperienze e capacità personali può rifarsi a tre<br />

stili comunicativi: a) netto e senza sentimenti, caratterizzato dall’univocità<br />

dell’informazione; b) gentile e triste che tuttavia conferisce scarso supporto<br />

emotivo ed incoraggiamento; c) comprensivo e positivo. 3 L’atteggiamento<br />

comprensivo e positivo è considerato il migliore per stabilire un rapporto,<br />

conquistare la fiducia ed evitare incomprensioni.<br />

Una corretta comunicazione è quindi necessaria in oncologia durante tutto<br />

il periodo di collaborazione tra il medico-veterinario e il proprietario, ma,<br />

nell’ambito di un così lungo lasso di tempo, si riconosce un momento fonda-<br />

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