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58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria

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58° <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>SCIVAC</strong> • Milano, 7-9 Marzo 2008 • <strong>Oncologia</strong> <strong>veterinaria</strong> - Alle soglie del III Millennio<br />

Il sarcoma felino indotto da iniezione è una neoplasia maligna del sottocute<br />

di origine mesenchimale che si sviluppa in corrispondenza di siti di inoculo di<br />

farmaci, vaccini o in presenza di suture chirurgiche. Notevoli sono stati gli investimenti<br />

economici volti a studiare i differenti aspetti di questa neoplasia quali<br />

l’eziologia, l’epidemiologia, la patogenesi, la prevenzione, la diagnosi e la terapia.<br />

La peculiare associazione tra flogosi e neoplasia ha suscitato anche un timido<br />

interesse della medicna umana mentre in medicina <strong>veterinaria</strong> ha sollevato<br />

non poche discussioni circa l’utilità e la validità clinica della profilassi vaccinale<br />

e il rischio di sviluppo della neoplasia nella specie felina. La reale incidenza<br />

in Italia non è conosciuta ma si ritiene che l’incidenza proposta dagli studi<br />

fatti oltre oceano (1/1000 a 3,6/10000 casi) possa essere addirittura superata.<br />

Lo scopo di questa relazione non sarà di investigare i vari aspetti eziologici,<br />

epidemiologici, patogenetici di questa malattia oncologica ma sarà quello<br />

di descrivere le differenti e concomitanti terapie proposte dalla letteratura.<br />

I sarcomi dei tessuti molli sono ben documentati nel gatto ma le peculiarità<br />

della tipologia iniezione indotta è da attribuire a specifiche sedi di insorgenza e<br />

a caratteristici aspetti istopatologici. Relativamente alla sede i sarcomi felini indotti<br />

da iniezione sono prevalentemente localizzati sul tronco (con maggior incidenza),<br />

al garrese, alla regione scapolare, alla regione paralombare e alla porzione<br />

dorso-laterale del torace. Il riscontro di questa neoplasia previa diagnosi<br />

istologica di conferma sugli arti posteriori è un’evenienza possibile soprattutto<br />

in virtù del fatto che la regione della coscia è stata suggerita come sede di inoculo<br />

alternativo alle altre sedi per garantire una chirurgia radicale.<br />

Le caratteristiche istopatologiche sono patognomoniche e ripetitive per il<br />

riscontro di una flogosi peritumorale, una costante presenza di necrosi e un<br />

indice mitotico medio alto. Per quanto non sia stata applicata la classificazione<br />

in gradi come per altre neoplasie maligne mesenchimali, in studi non pubblicati<br />

si è vista una maggior incidenza del terzo grado. L’elevata aggressività<br />

locale e un basso potenziale metastatico (12-26%) sono invece le due caratteristiche<br />

cliniche più conosciute di questa neoplasia.<br />

L’aggressività locale spesso menzionata e richiamata in molti lavori non deve<br />

essere intesa come stretta adesione ai piani sottostanti, ma è riferita agli estesi rapporti<br />

di contiguità piuttosto che di continuità che questa neoplasia contrae sia con<br />

i tessuti molli che con i tessuti duri. Generalmente la sua presentazione clinica<br />

può essere riconducibile ad una lesione ben definita e mobile e un approccio<br />

escissionale non consapevole può esitare in margini infiltrati e nella recidiva.<br />

Questa serie di eventi è tipica dei sarcomi dei tessuti molli perché sono costituiti<br />

non da una capsula ma bensì da una pseudocapsula che di solito circoscrive solo<br />

la parte che viene percepita dal clinico come macroscopica ma non la porzione<br />

microscopica che può estendersi anche per alcuni centimetri in tutte le direzioni.<br />

È facile intendere che una escissione di una tale neoplasia senza il rispetto di margini<br />

di sicurezza aumenta l’incidenza dei margini infiltrati e della recidiva locale.<br />

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