58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria
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58° <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>SCIVAC</strong> • Milano, 7-9 Marzo 2008 • <strong>Oncologia</strong> <strong>veterinaria</strong> - Alle soglie del III Millennio<br />
piego sistemico. Nel controllo della malattia locale il suo impiego può essere<br />
preoperatorio e postoperatorio. L’impiego neoadiuvante o preoperatorio, si<br />
prefigge di avere una maggiore efficacia dato che le cellule resistenti sono teoricamente<br />
presenti in una piccola percentuale e la distribuzione della vascolarizzazione<br />
non è alterata. L’attività citoriduttiva esplicata dalla radioterapia<br />
preoperatoria dovrebbe facilitare la successiva exeresi chirurgica e ridurre il rischio<br />
di disseminazione intraoperatoria di cellule neoplastiche, tuttavia l’effetto<br />
collaterale temuto è la deiscenza della ferita chirurgica. Relativamente all’impiego<br />
postoperatorio si ritiene che la sua efficacia possa essere ottima dato<br />
che le radiazioni ionizzanti agiscono sulle particelle tumorali microscopiche<br />
lasciate dalla chirurgia definitiva. L’impiego adiuvante presenta alcuni limiti<br />
quali: l’area da irraggiare è molto più vasta, potenzialmente ci potrebbero essere<br />
più cellule radioresistenti ipossiche da alterata vascolarizzazione indotta<br />
dalla chirurgia ed inoltre l’intervallo di tempo tra la chirurgia e l’inizio della<br />
radioterapia può favorire la ripopolazione delle cellule tumorali.<br />
Solo due studi hanno indagato l’impatto della radioterapia adiuvante sul<br />
tasso di recidiva e i risultati emersi dimostrano tassi di recidiva del 32% per<br />
margini infiltrati e del 42% per margini liberi anche se l’intervallo libero da<br />
malattia per i margini esenti da cellule neoplastiche era soddisfacente con<br />
700-986 giorni di mediana. 1<br />
L’applicazione postoperatoria della radioterapia nel trattamento multimodale<br />
del sarcoma felino indotto da iniezione, ha prodotto risultati simili con tassi<br />
di recidiva del 41% e un tempo libero da malattia mediano di 405 giorni. 3 In un<br />
altro studio al trattamento radioterapico è stata associata la chemioterapia con<br />
doxorubicina e la percentuale di recidiva è stata del 28% con un tempo libero<br />
da malattia mediano di 661 giorni. L’intervallo di tempo che intercorre tra la<br />
chirurgia e l’inizio della radioterapia non dovrebbe essere superiore ai 10-14<br />
giorni ed è stato accertato che l’aumento di questo intervallo di tempo si traduce<br />
in una riduzione del tempo di recidiva locale e del tempo di sopravvivenza.<br />
L’alto tasso di recidiva non giustifica in questo caso, così come in altri,<br />
l’assunto che la radioterapia preoperatoria e/o postoperatoria sia fallimentare<br />
o poco incoraggiante in quanto pochi sono gli studi eseguiti soprattutto sul<br />
sarcoma iniezione indotto e molte sono le variabili che possono aver inficiato<br />
il risultato come: istotipo, modalità di valutazione dei margini e dimensioni<br />
delle neoplasie arruolate allo studio. Sicuramente dovranno essere istituiti<br />
protocolli di radioterapia più aggressivi.<br />
La chemioterapia rappresenta ancora un capitolo decisamente meno indagato<br />
se si osservano gli studi clinici che valutano l’efficacia di alcune molecole<br />
come doxorubicina, carboplatino, ciclofosfamide, imatinib, ifosfamide. Tuttavia<br />
in vitro alcuni studi hanno dimostrato una buona attività antineoplastica<br />
che in molti casi non è riconfermata in vivo. Da questo si deduce il motivo per<br />
cui il ruolo della chemioterapia nella terapia dei sarcomi felini iniezione indotti<br />
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