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58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria

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58° <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>SCIVAC</strong> • Milano, 7-9 Marzo 2008 • <strong>Oncologia</strong> <strong>veterinaria</strong> - Alle soglie del III Millennio<br />

LIMB-SPARING IN CASO DI OSTEOSARCOMA ULNARE DISTALE<br />

MEDIANTE ULNECTOMIA E PANARTRODESI CARPICA: 5 CASI<br />

Federico Massari 1 MedVet; Giorgio Romanelli 2 Med Vet, Dipl ECVS<br />

1,2<br />

Libero professionista, Clinica Veterinaria Nerviano, Nerviano (MI)<br />

Scopo del lavoro. Le tecniche di limb-sparing prevedono l’uso di un allotrapianto<br />

(congelato o irradiato), di osso autologo pasteurizzato, tecniche di distrazione-fusione,<br />

autotrapianto vascolarizzato ed impianto metallico 2 . Segnalazioni<br />

di ulnectomia rimangono casi isolati, viste anche le complicanze<br />

anatomiche post-intervento che generano instabilità articolare in caso di<br />

asportazione del processo stiloide ulnare. Lo scopo è quello di valutare complicanze<br />

peri e post-operatorie e stile di vita di cani trattati per osteosarcoma<br />

di ulna distale mediante ulnectomia e artrodesi antebrachiocarpica.<br />

Materiali e Metodi. Cinque cani con neoplasia ossea primaria di ulna distale<br />

riscontrata radiograficamente e diagnosticata istologicamente. Tutti sono<br />

stati stadiati mediante emogramma, esame biochimico completo, esame delle<br />

urine ed Rx torace in 2 proiezioni laterali. In 2 pazienti è stato eseguito un<br />

esame TC total body. Il segmento osseo interessato è stato sottoposto ad esame<br />

Rx in 2 proiezioni ortogonali e, in 2 casi, a TC con ricostruzione assiale,<br />

MPR e 3D.<br />

Di ogni paziente sono stati presi in considerazione razza, sesso, età, peso,<br />

estensione neoplastica, stadio TNM, percentuale di ulna asportata, interessamento<br />

radiale, lunghezza della placca, numero di viti utilizzate, istotipo, tipo<br />

di trattamento chemioterapico postoperatorio, giorni senza carico dell’arto,<br />

qualità di vita e uso dell’arto, eventuali complicanze, recidiva locale e sopravvivenza.<br />

I pazienti sono stati posizionati in decubito dorso-laterale. Cute<br />

e sottocute sono stati incisi sulla faccia dorso-laterale dal gomito fino all’articolazione<br />

metacarpofalangea e separati dal piano muscolare sottostante per<br />

via smussa; i tessuti molli sono stati scollati fino a raggiungere la pseudocapsula<br />

tumorale prestando attenzione a non penetrare il tumore. Mediante l’utilizzo<br />

di una sega oscillante si è eseguita una osteotomia 3-5 cm prossimalmente<br />

al margine neoplastico radiografico prossimale (quando possibile distalmente<br />

al legamento interosseo) ed incisa, distalmente, la capsula articolare,<br />

mantenendosi vicino alla fila prossimale delle ossa carpali. Se la neoplasia<br />

è risultata tomograficamente o visivamente estesa medialmente si è proceduto<br />

alla osteotomia sagittale della corticale radiale interessata. L’avambraccio<br />

è stato quindi stabilizzato con una fissazione compressiva, usando una<br />

placca DCP da 3,5 mm sul radio e sul 3° osso metacarpale appena prossimalmente<br />

all’articolazione metacarpofalangea. Lavata la ferita, si è proceduto alla<br />

sutura per piani previa applicazione di un drenaggio in aspirazione attiva.<br />

È stato quindi applicato un bendaggio rigido per 45 giorni.<br />

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