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58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria

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58° <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>SCIVAC</strong> • Milano, 7-9 Marzo 2008 • <strong>Oncologia</strong> <strong>veterinaria</strong> - Alle soglie del III Millennio<br />

nomi mammari, mastocitoma, tumori polmonari, carcinoma della vescica,<br />

sarcomi) il grado è direttamente collegato all’aggressività. Il limite maggiore<br />

della graduazione istologica risiede in una certa soggettività interpretativa di<br />

alcuni parametri morfologici. La tendenza attuale è pertanto quella di dare<br />

maggiore importanza ai parametri più oggettivi e quantificabili (es. indice mitotico),<br />

e di integrare il grado con marker prognostici quantificabili, quali<br />

espressione di proteine del ciclo cellulare (Ki67, PCNA) o del prodotto di oncogeni<br />

(c-Myc, K-ras, p53, Bcl2) e quantità di organizzatore nucleolare<br />

(AgNOR). Nel caso di alcune neoplasie, inoltre, il patologo deve accertare<br />

specifiche caratteristiche. Per esempio nel caso del linfoma un’informazione<br />

molto importante deriva dall’immunofenotipizzazione, in quanto i linfomi T<br />

(CD3+ CD79-) sono più aggressivi dei linfomi B (CD3- CD79+).<br />

RECIDIVERÀ?<br />

Quando tecnicamente realizzabile, l’asportazione chirurgica completa di<br />

una neoplasia è la terapia antitumorale più efficace. Se tuttavia rimangono in<br />

sede cellule neoplastiche si verifica inesorabilmente lo sviluppo di recidive,<br />

spesso più aggressive, più infiltranti e difficili da asportare, anche a causa del<br />

contesto tessutale alterato dal precedente intervento. L’unico sistema per valutare<br />

se l’asportazione di una massa è stata completa o no, e quindi predire<br />

la possibile comparsa di recidive, è l’osservazione istologica dei margini di<br />

escissione: se sul margine del pezzo asportato sono presenti cellule neoplastiche,<br />

è certo che altre cellule neoplastiche sono rimaste in situ, e potrà svilupparsi<br />

una recidiva. Rispetto alle normali tecniche di fissazione e preparazione<br />

di un pezzo istologico, che mirano alla sola formulazione diagnostica, quando<br />

è richiesta la “marginazione” di una neoplasia è necessario fissare tutta la<br />

parte asportata e non solo un campione di essa, avendo cura di “marcare” i<br />

margini chirurgici con inchiostro di china o altri coloranti appositi, per evitare<br />

di confondere un margine chirurgico con un margine creato durante la rifilatura<br />

del pezzo, e orientare opportunamente il pezzo. È da tenere presente<br />

che nel caso di neoplasie voluminose la valutazione dei margini di escissione<br />

comporta per il patologo un certo superlavoro, in quanto per esaminare una<br />

quantità significativa della periferia del pezzo asportato è necessario processare<br />

un numero elevato di campioni.<br />

METASTATIZZERÀ?<br />

La metastatizzazione è un evento cruciale nell’evoluzione di ogni malattia<br />

neoplastica, in grado di condizionare in modo determinante le scelte terapeu-<br />

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