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58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria

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58° <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>SCIVAC</strong> • Milano, 7-9 Marzo 2008 • <strong>Oncologia</strong> <strong>veterinaria</strong> - Alle soglie del III Millennio<br />

Alle soglie del terzo millennio, il crescente interesse in <strong>veterinaria</strong> per<br />

l’oncologia ha permesso negli ultimi anni lo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche<br />

atte a garantire e migliorare la qualità del lavoro. Anche la medicina<br />

di laboratorio, in questo contesto di importanti sviluppi, ha acquisito<br />

un’applicabilità su larga scala, grazie alla maggior disponibilità di procedure<br />

diagnostiche in medicina <strong>veterinaria</strong> e alla presa di coscienza generale dell’importanza<br />

di tale scienza nell’approccio clinico al paziente. A seguito di un<br />

evento neoplastico, in particolar modo, si possono generare molteplici alterazioni<br />

di laboratorio (segni clinici) causate dall’espansione locale e/o a distanza<br />

(metastasi) del tumore o indotte da fattori umorali (citochine, ormoni), secreti<br />

dal tessuto neoplastico o dal sistema immunitario contro il tumore stesso<br />

(sindrome paraneoplastica). L’identificazione di tali alterazioni risulta di<br />

notevole importanza in quanto le stesse possono essere manifestazioni precoci<br />

di un evento neoplastico, possono risultare letali o influenzare la scelta terapeutica<br />

e/o chirurgica. La selezione di quali alterazioni descrivere si basa<br />

principalmente sulla frequenza del segno clinico e sulla specificità dello stesso.<br />

Si prendono in esame di seguito: l’anemia, la leucocitosi, i disordini emostatici,<br />

la gammopatia monoclonale, l’eritrocitosi e l’eosinofilia, come alterazioni<br />

ematologiche e l’ipercalcemia e l’ipoglicemia in qualità di alterazioni<br />

metaboliche ed endocrine.<br />

L’anemia, alterazione molto frequente in oncologia, riconosce cinque<br />

meccanismi patogenetici:<br />

• da flogosi cronica<br />

• da soppressione midollare<br />

• emolitica<br />

• emorragica<br />

• da sequestro.<br />

L’anemia da flogosi cronica è tipicamente un’anemia normocitica nomocromica<br />

lieve/moderata non rigenerativa. Le citochine (interleuchina 1 - IL-1,<br />

interferone - INF, tumor necrosis factor - TNF e tumor growth factor-beta -<br />

TGF-β) rilasciate a seguito di un evento flogistico riducono infatti, l’emivita<br />

eritrocitaria, alterano l’utilizzo del ferro e rendono i precursori eritroidi refrattari<br />

all’eritropoietina (Epo).<br />

L’anemia da soppressione midollare generalmente si accompagna anche<br />

ad altre citopenie periferiche (neutropenia e piastrinopenia). L’effetto mieloftisico<br />

e citotossico sono i due meccanismi coinvolti: il primo prevede la compressione<br />

e relativa sostituzione delle filiere ematopoietiche residenti (eritroide,<br />

granulo-monocitaria e megacariocitaria) ad opera della proliferazione<br />

neoplastica (es. leucemie acute o croniche, metastasi di tumori solidi), mentre<br />

il secondo dipende dal rilascio di sostanze citotossiche dalle cellule neoplastiche<br />

(es. estrogeni in corso di neoplasie testicolari ed ovariche).<br />

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