58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria
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58° <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>SCIVAC</strong> • Milano, 7-9 Marzo 2008 • <strong>Oncologia</strong> <strong>veterinaria</strong> - Alle soglie del III Millennio<br />
produzione di un recettore transmembranario tirosin-chinasico (KIT o<br />
CD117) patologicamente autofosforilato, in grado di stimolare la proliferazione<br />
cellulare. Poiché tale condizione è generalmente accompagnata a sovraespressione<br />
e localizzazione citoplasmatica del recettore, con l’immunoistochimica<br />
per la proteina KIT è possibile predire nel singolo caso l’efficacia<br />
del trattamento con inibitori tirosin-chinasici.<br />
Un altro possibile bersaglio terapeutico su cui si sta concentrando l’attenzione<br />
deriva dalla recente acquisizione che in molte neoplasie maligne le cellule<br />
raggiungono una condizione di immortalizzazione attraverso la produzione<br />
di telomerasi, un enzima in grado di prevenire l’accorciamento dei telomeri<br />
cromosomiali, che nelle cellule somatiche normali si accorciano ad<br />
ogni divisione cellulare determinando una progressiva instabilità genomica e<br />
l’innesco dell’apoptosi. La presenza di attività telomerasica in una cellula tumorale,<br />
che può essere dimostrata con l’immunoistochimica utilizzando anticorpi<br />
diretti contro la subunità catalitica dell’enzima (h-TERT) o con metodi<br />
biomolecolari riproducendo in vitro l’attività dell’enzima (TRAP - Telomerase<br />
Repeat Amplification Protocol) dimostra che la cellula utilizza la via telomerasica<br />
per la sua sopravvivenza, e suggerisce una potenziale efficacia di<br />
farmaci, tuttora allo studio, in grado di inibire l’attività telomerasica (terapia<br />
genica, molecole antisenso, piccole molecole ad azione inibente).<br />
Numerosi studi hanno recentemente focalizzato l’attenzione anche sul<br />
ruolo della ciclossigenasi-2 nella progressione tumorale evidenziando in diverse<br />
neoplasie animali (carcinoma uroteliale, adenocarcinomi intestinali,<br />
osteosarcoma, ecc.) un’associazione fra sovraespressione immunoistochimica<br />
di COX-2 ed aggressività, che suggerisce una potenziale utilità in questi<br />
casi del trattamento con farmaci inibitori delle ciclossigenasi sia ad integrazione<br />
della chemioterapia tradizionale che nella prevenzione di eventuali<br />
recidive.<br />
PRIMARIO O SECONDARIO?<br />
Il riscontro di una patologia oncologica in organi frequente sede di metastasi<br />
(polmoni, fegato, reni) pone spesso dubbi riguardo alla natura primaria<br />
o secondaria di tali lesioni. In questi casi il patologo può tentare di individuare<br />
la sede primaria mettendo in evidenza marker diagnostici specifici di una<br />
sede piuttosto che di un’altra. Purtroppo i marker immunoistochimici specifici<br />
per singoli tipi di epitelio sono rari. Fra gli esempi più interessanti ricordiamo<br />
il TTF-1 (Thyroid Transcription Factor-1), che è specificamente<br />
espresso (oltre che nei carcinomi della tiroide) nei carcinomi polmonari primitivi<br />
e non in quelli metastatici, e l’uroplachina III, marker specifico per i<br />
carcinomi uroteliali.<br />
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