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58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria

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58° <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>SCIVAC</strong> • Milano, 7-9 Marzo 2008 • <strong>Oncologia</strong> <strong>veterinaria</strong> - Alle soglie del III Millennio<br />

Questa premessa relativa all’aggressività locale è necessaria per sottolineare<br />

l’atteggiamento aggressivo chirurgico e non applicato a questa neoplasia<br />

che purtroppo presenta percentuali di recidiva del 30-70%.<br />

L’oncologia chirurgica è una disciplina ben definita e riconosciuta in medicina<br />

<strong>veterinaria</strong> che si basa su regole rigide e solide che conducono, se rispettate,<br />

al miglior approccio possibile. Quando si parla di escissione chirurgica di un<br />

sarcoma felino indotto da iniezione ci si riferisce sempre ad una chirurgia ad<br />

ampi margini e radicale che deve avvalersi di una buona esperienza del chirurgo<br />

e di una buona programmazione sia per la fase demolitiva sia per la fase ricostruttiva.<br />

Infatti è riportato che una chirurgia marginale produce un tempo libero<br />

da malattia di 79 giorni contro i 325-419 della chirurgia ad ampi margini<br />

o radicale. Inoltre è stato dimostrato che se la chirurgia è eseguita da chirurghi<br />

oncologi referenziati il tempo libero da malattia è di 274 contro i 66 giorni se<br />

eseguita da chirurghi non referenziati. 1 Il primo approccio chirurgico è ritenuto<br />

essere quello in grado di ottenere i tempi liberi da malattia più lunghi. Per questo<br />

è preferibile avvalersi di chirurghi referenziati quando questi sarcomi sono<br />

localizzati in sedi anatomiche ostiche quali la regione interscapolare, la parete<br />

laterale del torace e dell’addome. 2 Le sedi anatomiche appena indicate rappresentano<br />

una sfida per la chirurgia oncologica in quanto se il tumore ha estesi<br />

rapporti di contiguità con i piani sottostanti il rispetto dei dettami della chirurgia<br />

ad ampi margini e l’eventuale chirurgia radicale può risultare difficile da ottenere.<br />

Questa considerazione trova conferma nel fatto che in alcuni studi, a dispetto<br />

di un intento chirurgico aggressivo e curativo, un’asportazione completa<br />

è ottenuta in meno del 50% dei casi. 1 In uno studio non pubblicato è stato recentemente<br />

suggerito di asportare non 3 centimetri di tessuto sano intorno alla<br />

neoplasia ma bensì 5 cm e di asportare due piani fasciali profondi anziché uno.<br />

Con questo approccio applicato a sedi differenti la percentuale di casi con<br />

asportazione completa è del 97% con una percentuale di recidiva del 11%. 1<br />

In tutti questi studi che valutano l’impatto della chirurgia sul tasso di recidiva<br />

tuttavia non si menzionano le dimensioni medie dei tumori arruolati e se la<br />

chirurgia è stata preceduta da una stadiazione mediante tomografia computerizzata<br />

a raggi X. Il suo ausilio per la definizione dei rapporti di contiguità e di<br />

continuità è di estrema importanza per definire l’estensione della chirurgia in<br />

modo consapevole e non basandosi sull’estensione clinica macroscopica della<br />

neoplasia. In uno studio è stato dimostrato che il clinico con la palpazione sottostima<br />

di circa 4 volte le dimensioni verificate con la tomografia computerizzata.<br />

2 Questo dato offre un ulteriore appoggio al divieto assoluto di eseguire<br />

biopsie escissionali o chirurgie marginali in lesioni sottocutanee localizzate in<br />

aree sensibili per l’insorgenza dei sarcomi felini indotti da iniezione senza prima<br />

avere una diagnosi citologica e/o istologica di conferma. L’esecuzione della<br />

tomografia computerizzata a raggi X oltre a favorire un corretto e approfondito<br />

studio della malattia locale consente di evidenziare in modo non costante<br />

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