30.10.2014 Views

58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria

58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria

58° Congresso Nazionale SCIVAC: Oncologia veterinaria

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

58° <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>SCIVAC</strong> • Milano, 7-9 Marzo 2008 • <strong>Oncologia</strong> <strong>veterinaria</strong> - Alle soglie del III Millennio<br />

– formalina: usare solo formalina tamponata per istologia, in quantità adeguata<br />

(il campione deve galleggiare nella formalina), non protrarre il periodo<br />

di fissazione (la fissazione oltre le necessarie 12-48 ore non altera le<br />

caratteristiche morfologiche, ma può precludere la possibilità di ricorrere<br />

ad approfondimenti immunoistochimici);<br />

– dimensioni del campione: a meno che non si fissi l’intero pezzo chirurgico<br />

per la valutazione dei margini, il campione deve avere uno spessore inferiore<br />

al centimetro, per permettere la completa penetrazione del fissativo<br />

prima che inizino i fatti putrefattivi;<br />

– contenitore: infrangibile, a chiusura ermetica, di dimensioni adeguate, con<br />

apertura sufficientemente ampia da permettere il comodo passaggio del<br />

pezzo fissato (la fissazione indurisce parecchio il tessuto);<br />

– informazioni di accompagnamento: fornire dati completi di segnalamento,<br />

anamnesi, sintomatologia, aspetto e localizzazione della neoformazione<br />

permette al patologo di articolare meglio le diagnosi differenziali e di fornire<br />

quindi responsi più accurati;<br />

– tempo e denaro: tutte le procedure ricordate in questa relazione richiedono attività<br />

di laboratorio che comportano l’uso di reagenti spesso costosi (anticorpi per<br />

immunoistochimica), la processazione di molti campioni (valutazione dei margini)<br />

e il lavoro di tecnici di laboratorio; non ci si deve quindi meravigliare se<br />

questi risultati vengono forniti dopo un intervallo di tempo più lungo rispetto ai<br />

tempi necessari per la sola istologia e a fronte di un eventuale sovrapprezzo.<br />

CONCLUSIONI<br />

Nonostante le informazioni diagnostico-prognostiche che il patologo può<br />

fornire “oltre la diagnosi” possano apparire complesse e riservate agli addetti ai<br />

lavori, si tratta in realtà di procedure che, quando standardizzate, sono piuttosto<br />

semplici e finalizzate a integrare il responso morfologico, e quindi soggettivo,<br />

con dati obiettivi e quantificabili, e che non hanno nulla di “magico”. Il vero<br />

“mago” era piuttosto il patologo del passato, che, utilizzando solo i suoi occhi<br />

e la sua esperienza era talvolta costretto a esercitare una sorta di “chiaroveggenza”<br />

istopatologica. E, come tutti i maghi, a volte sbagliava. Utilizzando le<br />

nuove tecniche la patologia del futuro cercherà di ridurre il margine di errore e<br />

di incrementare le informazioni utili per prognosi e terapia.<br />

Indirizzo per la corrispondenza:<br />

Giuliano Bettini<br />

Servizio di Anatomia Patologica - Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia Animale<br />

Facoltà di Medicina Veterinaria - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna<br />

Via Tolara di Sopra 50, I - 40064 Ozzano Emilia (Bologna)<br />

Tel. ++39 051 2097969 - Fax ++39 051 2097968 - E-mail: giuliano.bettini@unibo.it<br />

22

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!