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La presenza straniera in Italia negli anni '90 - Istat

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Anche <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i relativi, rispetto al complesso della popolazione residente, si riscontra chiaramenteuna differente concentrazione degli stranieri sul territorio italiano: a fronte di un rapporto di <strong>in</strong>cidenzadi 2,1 stranieri residenti su 100 abitanti nella ripartizione centrale, tale <strong>in</strong>dice scende a 1 ,5 e 1 ,4rispettivamente per il Nord-Ovest ed il Nord-;Est ma a valori ben più bassi per le ripartizioni meridionalee <strong>in</strong>sulare (rispettivamente 0,5 e 0,9). Va peraltro sottoliheato il ruolo delle prov<strong>in</strong>ce di Roma eMilano, nelle quali si concentra una quota molto consistente di stranieri, rispettivamente circa il 17% eil 12% del totale nazionale, a f<strong>in</strong>e 1995, con rapporto di <strong>in</strong>cidenza sulla popolazione residente puresignificativo, pari al 3,3% per la prima e al 2,4% per la seconda.E' peraltro doveroso sottol<strong>in</strong>eare che, nel periodo considerat03 , si è osservata una diversa evoluzionedella <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong> nelle varie aree del Paese, con maggiori <strong>in</strong>crementi di cittad<strong>in</strong>i stranier<strong>in</strong>elle due ripartizioni settentrionali (+ 27-28% tr8: il 1992 ed il 1995 secondo entrambe le fonti considerate,ma addirittura + 42% per gli stranieri iscritti <strong>in</strong> anagrafe nel Nord-Est), mentre è stato più bassol'aumento che si è verificato nelle regioni del Meridione (+ 24% e +28% rispettivamente per i permessidi soggiorno e gli stranieri residenti), con la ripartizione centrale a seguire (+20% e +26%) e quella<strong>in</strong>sulare a chiudere con i più bassi <strong>in</strong>crementi del periodo (+ 12% e +16%).Se la <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong> ha conosciuto ritmi di sviluppo più sostenuti nel Nord, probabile conseguenzadelle migliori condizioni socio-economiche che si registrano nelle regioni settentrionali, staanche aumentando, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i relativi, il peso degli immigrati dimoranti nei centri m<strong>in</strong>ori, come testimoniail lento calo della percentuale di stranieri residenti nei capoluoghi di prov<strong>in</strong>cia (cfr. cap. 2). Si tratta,con ogni probabilità, di una fase successiva nel processo di stabilizzazione della popolazione <strong>straniera</strong>,la cui ricerca di migliori sistemazioni abitative e/o lavorative risulta spesso facilitata <strong>in</strong> aree "periferiche",magari non ancora toccate <strong>in</strong> misura significativa dal fenomeno immigratorio.Sembra qu<strong>in</strong>di che il baricentro della <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong>, con la lenta progressione che caratterizzatutti i processi demografici, stia' gradualmente procedendo lungo due assi direzionali: il primo da Sudverso Nord e il secondo dal "centro" verso la "periferia". In sostanza, l'area <strong>in</strong>teressata dal fenomenoimmigratorio si è lentamente dilatata, procedendo dalle zone che hanno spesso rappresentato la portadi <strong>in</strong>gresso nel nostro Paese, costituite pr<strong>in</strong>cipalmente dalle due metropoli di Roma e Milano ma, <strong>in</strong>misura m<strong>in</strong>ore, anche dalle regioni del Mezzogiorno - le più prossime al cont<strong>in</strong>ente africano da cuisono giunti i primi flussi migratori - verso quelle caratterizzate da condizioni socio-economiche tali dafavorire una sistemazione durevole. Si tenga poi presente che questi mutamenti sono da attribuire tantoad una componente <strong>in</strong>terna, relativa ai cittad<strong>in</strong>i stranieri che si ridistribuiscono tra le varie aree delPaese, che ad una componente esterna, riferibile agli immigrati che, giungono direttamente dall'estero.Considerando l'<strong>in</strong>tero periodo 1991-95, risultano ancora più marcate le differenze tra gli andamentiregistrati nelle varie ripartizioni, soprattutto se si considerano i soli Paesi a forte pressione migratoria,con il Nord-Est a sfiorare un <strong>in</strong>cremento del 30% e le altre aree a livelli assai m<strong>in</strong>ori (+16% per il Nord­Ovest e +8% per il Centro ed il Sud), con le regioni <strong>in</strong>sulari che hanno segnato addirittura un calo del28% (prosp. 10.2). <strong>La</strong> diversità tra tali <strong>in</strong>crementi e quelli relativi al periodo 1992-95 è <strong>in</strong> buona partedovuta al calo che si è registrato nel 1992 per effetto della scadenza di molti permessi di soggiornoconcessi <strong>in</strong> base alla legge n.39/90: peraltro tale caduta si è manifestata <strong>in</strong> modo eterogeneo a livelloterritoriale, concentrandosi <strong>in</strong> particolare nelle regioni <strong>in</strong>sulari e, <strong>in</strong> misura m<strong>in</strong>ore, <strong>in</strong> quelle centromeridionalimentre le ripartizioni settentrionali hanno mostrato una sostanziale tenuta.Peraltro, nel lento processo di riallocazione territoriale della <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong>, è <strong>in</strong>tervenuto ancheil cambiamento che si è prodotto nella sua composizione etnica, soprattutto per quelle nazionalità chegeneralmente si riconducono nella <strong>presenza</strong> migratoria. In particolare appare significativo l'andamentofatto registrare dalla componente proveniente dall'Europa centro-orientale - pr<strong>in</strong>cipalmente per effettodegli <strong>in</strong>gressi dalla ex Jugoslavia - salita da 86 mila a 152 mila unità e, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i percentuali, dal13,3% al 20,9% del complesso della <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong>; è da sottol<strong>in</strong>eare che tale gruppo etnico, purregistrando aumenti sostenuti <strong>in</strong> quasi tutte le ripartizioni, ha mostrato di preferire le regioni settentrionali,spesso le più prossime <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i geografici.3 Si considera qui il periodo 1992-95, poiché il primo dato disponibile per gli stranieri registrati <strong>in</strong> anagrafe si riferisce proprio alla f<strong>in</strong>e del 1992,126

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