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La presenza straniera in Italia negli anni '90 - Istat

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A conferma della forte domanda di lavoratori stranieri per questa specifica figura professionale, è darilevare che il peso degli extracomunitari sul totale degli addetti al lavoro domestico è passato dal 15,8%del 1991 al 23,4% del 1993, prefigurando qu<strong>in</strong>di un lento ma progressivo abbandono di questa tipologiaoccupazionale da parte dei lavoratori autoctoni, anche tenendo conto dell'alto numero di rapporti dilavoro <strong>in</strong>formali che, soprattutto per gli stranieri, si verificano per questo genere di attività. Peraltro si puòverificare che l'<strong>in</strong>cidenza degli stranieri sul complesso dei lavoratori domestici è significativamente diversaa livello territoriale, con valori più elevati per la ripartizione centrale e meno significativi per il Nord­Est ed il Sud, con le ripartizioni del Nord-Ovest e delle Isole posizionate su livelli <strong>in</strong>termedi.Inoltre, la distribuzione territoriale dei domestici stranieri appare molto diversa rispetto a quella deilavoratori extracomunitari <strong>in</strong>seriti nelle aziende dell'<strong>in</strong>dustria e dei servizi: si registra <strong>in</strong>fatti una forte<strong>in</strong>cidenza del Centro (40,6% nel 1993) e del Nord-Ovest (26,4%), con un ruolo m<strong>in</strong>ore, ma pur sempresignificativo, per le altre tre ripartizioni. Peraltro, può forse sorprendere il peso tutt'altro che marg<strong>in</strong>alerivestito dal Mezzogiorno nel quale trova impiego, nel 1993, il 21,7% del complesso di lavoratoridomestici stranieri, un'<strong>in</strong>cidenza assai maggiore rispetto a quella relativa ai lavoratori extracomunitarialle dipendenze nell'<strong>in</strong>dustria e nei servizi (4,3% nello stesso anno); d'altra parte, risulta alquanto ridottoil peso del Nord-Est per questa tipologia di impiego (11,3% nel 1993) <strong>in</strong> confronto al ruolo rivestitoda questa ripartizione <strong>negli</strong> altri settori di attività (40,3% nel 1993).Questa caratteristica distribuzione geografica dei lavoratori domestici stranieri deve peraltro essere lettaalla luce del peso che ricoprono le maggiori città del Paese nella domanda di collaboratori domestici.Sembra <strong>in</strong>fatti evidente (prosp. 5.5) che la domanda di collaboratori familiari si concentri <strong>in</strong> particolare nellearee metropolitane dove, peraltro, essa sembra <strong>in</strong>dirizzarsi sempre più a favore di lavoratori stranieri:emblematico il caso di Roma, dove la metà dei lavoratori domestici non è italiana. Esistono comunque rilevantieccezioni, come Tor<strong>in</strong>o e ancora di più Cagliari, probabilmente legate alle particolari condizioni delmercato del lavoro locale, dove gli stranieri fanno più fatica ad <strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> questo settore di attività.Prospetto 5.5 - Graduatoria delle prime 10 prov<strong>in</strong>ce secondo il numero di lavoratori domestici. Anno 1993(dati <strong>in</strong> complesso e con <strong>in</strong>cidenza della componente <strong>straniera</strong>)LAVORATORI DOMESTICIDI CUI: STRANIERIPROVINCE Val.ass. % Val.ass. % (3)/(1 )(1 ) (2) (3) (4)1) Roma 35.158 14,5 17.565 29,8 50,02) Milano 20.291 8,3 9.062 15,4 44,73) Tor<strong>in</strong>o 13.088 5,4 1.513 2,6 11,64) Napoli 10.565 4,3 3.031 5,1 28,75) Palermo 8.520 3,5 4.000 6,8 46,96) Firenze 8.099 3,3 2.653 4,5 32,87) Cagliari 6.688 2,7 117 0,2 1,78) Bologna 4.871 2,0 1.474 2,5 30,39) Bari 4.196 1,7 763 1,3 18,210) Genova 3.921 1,6 998 1,7 25,5Altre prov<strong>in</strong>ce 127.851 52,6 17.770 30,1 13,9<strong>Italia</strong> 243.248 100,0 58.946 100,0 24,2<strong>La</strong> composizione per sesso dei lavoratori domestici stranieri vede una netta prevalenza delle donne(72,8% nel 1993), sia pure <strong>in</strong> lieve calo nell'arco di tempo considerato (erano il 75,1% nel 1991), mentresembra essere sempre più articolata la distribuzione dei domestici per cittad<strong>in</strong>anza (prosp. 5.6). Sipuò <strong>in</strong>fatti verificare che la componente filipp<strong>in</strong>a, il gruppo etnico più numeroso, pur avendo conosciutoun significativo aumento <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti tra il 1991 ed il 1993, ha visto dim<strong>in</strong>uire il proprio pesopercentuale (dal 43,1% del 1991 al 32,5% del 1993) e, <strong>in</strong> modo abbastanza simile, anche i lavoratoridomestici provenienti da Etiopia, Somalia, Maurizio e Capo Verde hanno sperimentato <strong>in</strong>crementi rela-80

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