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La presenza straniera in Italia negli anni '90 - Istat

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Proprio per effetto della regolarizzazione consentita dal decreto D<strong>in</strong>i, l'ammontare dei permessi disoggiorno validi è sensibilmente aumentato, per cui si stima che a f<strong>in</strong>e 1996 esso sia prossimo a unmilione di unità, quantitativo a cui bisogna aggiungere il cont<strong>in</strong>gente di m<strong>in</strong>orenni privo di un propriodocumento di soggiorno, valutabili <strong>in</strong>torno ai 100 mila4, se si vuole ottenere una buona approssimazionedella complessiva <strong>presenza</strong> regolare.Peraltro la regolarizzazione ex decreto D<strong>in</strong>i ha prodotto significative modifiche sulla distribuzione territorialedella <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong> regolare; <strong>in</strong> particolare si stima che il peso del Mezzogiorno sia leggermenteaumentato a spese delle ripartizioni centro-settentrionali: è comunque lecito prevedere,tenendo conto di quanto avvenuto <strong>negli</strong> <strong>anni</strong> precedenti, che si assisterà ad una fase di assestamento<strong>in</strong> cui, chi ha potuto legalizzare la propria posizione, <strong>in</strong> parte seguirà le d<strong>in</strong>amiche ridistributive già<strong>in</strong> atto.Per quanto riguarda le conseguenze della regolarizzazione sulla composizione etnica, le due areedi cittad<strong>in</strong>anza dell'Europa centro-orientale e dell'Africa settentrionale rimangono le più importanti, sebbenesia sicuramente cambiata la distribuzione per s<strong>in</strong>gola cittad<strong>in</strong>anza, visto che i gruppi nazionaliche hanno maggiormente usufruito della regolarizzazione sono stati rispettivamente quello dell' Albaniae quello del Marocco, paese per cui si registra la comunità più numerosa <strong>in</strong> assoluto (oltre 115 milaunità secondo la stima a f<strong>in</strong>e 1996). L.:Asia orientale si conferma come terza area geografica, soprattuttoper effetto dell'aumento dei filipp<strong>in</strong>i, mentre l'<strong>in</strong>cremento assai cospicuo dei peruviani ha contribuitoad alzare significativamente la componente lat<strong>in</strong>o-americana.A fianco di tutti questi aspetti quantitativi e strutturali, è poi opportuno sottol<strong>in</strong>eare l'evoluzionedella <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong> per vari aspetti che aiutano <strong>in</strong>vece a comprendere quale sia l'effettivo gradodi <strong>in</strong>tegrazione o, quantomeno, di stabilizzazione delle comunità straniere presenti nelle regioni italiane..Il primo aspetto da considerare, proprio per valutare il livello di stabilità raggiunto dalla componentemigratoria, è sicuramente rappresentato dal grado di <strong>in</strong>serimento lavorativo nell'economiaregolare. Si è visto che, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i relativi rispetto agli stranieri presenti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> per motivi di lavoro,questo raggiunge i suoi massimi nella ripartizione nord-orientale, seguita poi dal Nord-Ovest,dal Centro e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e dal Mezzogiorno (cfr. capitolo 5); <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti sono sempre le ripartizionidel Nord a presentare i valori più elevati di occupazione <strong>straniera</strong> regolare e, se il Nord-Est presentaun elevato quantitativo di lavoratori extracomunitari nell'<strong>in</strong>dustria, il Nord-Ovest registra unadistribuzione per settore più equilibrata mentre il Centro, d'altra parte, mostra una forte concentrazionenel settore dei servizi e, <strong>in</strong> particolare, nel lavoro domestico, attività la cui domanda si concentrasoprattutto nelle grandi città. Nel Mezzogiorno, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, il grado di utilizzo di forza lavoro <strong>straniera</strong>regolare rimane molto basso, con l'unica rilevante eccezione rappresentata dai collaboratorifamiliari (prosp. 10.3).Nel valutare tali dati bisogna comunque tener conto che non sono compresi i lavoratori dell'agricolturae gli autonomi, componenti di sicuro rilievo mentre, per def<strong>in</strong>izione, restano esclusi gli stranierioccupati nell'economia irregolare, un settore che <strong>in</strong> alcune aree del Paese ha ormai assunto un ruoloquasi strutturale: se fosse possibile anche una valutazione di queste componenti, è probabile che ledifferenze emerse sul grado di <strong>in</strong>serimento della forza lavoro <strong>straniera</strong> nelle realtà locali risulterebbero,almeno <strong>in</strong> parte, attenuate.Un altro elemento da considerare per valutare la stabilità delle comunità straniere è costituito dallivello raggiunto nel processo di formazione e/o ricongiungimento delle famiglie, un fenomeno che èsicuro <strong>in</strong>dice di un progetto migratorio di medio-lungo term<strong>in</strong>e, essendo contemporaneamente causaed effetto di una sistemazione nel Paese ospite dest<strong>in</strong>ata a durare nel tempo.4 A tale quantitativo si giunge tenendo conto della percentuale di titolari di permessi di soggiorno con prole a carico, del numero di studenti stranieri iscritti nellescuole italiane e dell'andamento delle nascite di bamb<strong>in</strong>i stranieri <strong>negli</strong> ultimi <strong>anni</strong>.128

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