La presenza straniera in Italia negli anni '90 - Istat

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Un'ultima informazione interessante riguarda infine la distribuzione sul territorio degli eventi studiati:nella maggior parte delle regioni si registra un peso percentuale simile di nascite e di matrimoni, ma alcunesignificative differenze si evidenziano soprattutto per quanto riguarda gli eventi che coinvolgono solostranieri: rispetto al totale nazionale per esempio il Veneto e la Toscana accolgono una quota molto superioredi matrimoni (rispettivamente il 21,7% e il 18,2% del totale nazionale) che di nascite (8,5% e 6%),fenomeno dovuto all'effetto di attrazione dei due capoluoghi regionali su cittadini stranieri in prevalenzaprovenienti da paesi dell'Unione europea e dal Nord-America che scelgono di sposarsi in Italia.Grafico 3.1 - Distribuzione regionale dei nati da genitori stranieri secondo lo Stato Civile e l'Anagrafe. Anno 19942.500 .,.-----------------------------,2.000 +----1.500 -t----1.000 +----500.l!l
eggiato all'argomento in studio: infatti, fino ad ora, le informazioni a disposizione sono state presentatequasi esclusivamente in relazione alla consistenza complessiva dell'evento, soprattutto a causadelle oggettive difficoltà che la rilevazione della mortalità presenta e della scarsa entità del fenomenostesso ..I dati presi in considerazione in questo studio sono quelli raccolti dall'lstat sulla base degli atti delloStato Civile: a tale proposito è bene ricordare che, a partire dal 1984, l'Istituto Nazionale di Statisticaha predisposto nuove schede di registrazione e rilevazione di questi eventi, in modo da acquisire informazioniindividuali dettagliate e di grande importanza, come, ad esempio, la dichiarazione di cittadinanzadelle persone coinvolte. Più in particolare, in caso di morte, vengono rilevati la data e il luogo dinascita, il sesso, la causa di morte, lo stato civile e la professione del deceduto attraverso i modelli,suddivisi in due parti (A e B), 04 per i maschi e 05 per le femmine, che si riferiscono unicamente aimorti in età superiore ad un anno. Da questa osservazione restano così esclusi, per la momentaneaindisponibilità dei dati, i morti nel primo anno di vita, i quali costituiscono mediamente circa il 2% dell'ammontaredei morti stranieri in Italia in ogni singolo anno in esame, con una perdita numerica d'informazionepressoché trascurabile, che diviene però notevole se si considera che la mortalità infantilerappresenta comunque uno dei più importanti ed espressivi indicatori demografici 7.3.5.2. L'andamento e la distribuzione territorialeLe informazioni ottenute dall'analisi dei dati relativi ai decessi dei cittadini stranieri presentanoindubbiamente alcuni limiti dovuti in primo luogo alla loro esiguità numerica, senz'altro spiegabile conla giovane struttura per età che generalmente caratterizza, nella fase attuale, il flusso migratorio versol'Italia e che rende il fenomeno poco significativo.Si può sinteticamente osservare un andamento piuttosto irregolare e caratterizzato da forti fluttuazioni,probabilmente spiegabile proprio con la bassa frequenza del fenomeno stesso ed inoltre con lavariabilità della popolazione a rischio: il numero dei morti passa, infatti, da un totale di 1.997 nell'anno1992 a 1.953 nell'anno successivo e un rilevante incremento si registra nel 1994 con 2.246 deceduti.Il rapporto tra i decessi relativi agli stranieri e il totale di quelli avvenuti in Italia risulta sempre costantenel periodo di tempo preso in esame e pari allo 0,4%.Per quanto riguarda la popolazione a rischio essa è difficilmente quantificabile poiché la morte, inquanto evento puramente casuale, potrebbe colpire cittadini stranieri solo di passaggio in Italia, i quali,inoltre, non hanno alcuna caratteristica in comune con l'immigrazione vera e propria; non si deve poitrascurare il fenomeno dell'irregolarità, tipico della presenza straniera in Italia. E' pertanto impossibilecostruire quozienti di mortalità o probabilità di morte in modo esatto, proprio a causa dell'assenza didenominatori specifici di riferimento. Per tentare di ovviare a ciò, sono stati differenziati dal totale deipresenti gli stranieri residenti che rappresentano mediamente il 44,5% del totale degli stranieri deceduti,(una quota in diminuzione, dal 47,9% nel 1992 al 43,5 % nel 1994).Se per gli stranieri provenienti dai paesi comunitari la bassa quota di decessi di residenti può esseregiustificata con la presenza di un gran numero di questi cittadini che soggiornano legalmente in Italiama che non sono iscritti in anagrafe (fatta salva la parte presente occasionai mente) per i cittadini provenientidai paesi a forte pressione migratoria è ipotizzabile una forte componente irr~golare (semprefatta salva la componente casuale).Il quoziente di mortalità generico dei residenti è pari a 1,6, 1,4 e 1,5, assai inferiore, ovviamente, aquello calcolato sulla popolazione residente italiana, a causa della più giovane struttura per età degliimmigrati, in gran parte provenienti dai paesi a forte pressione migratoria.A questo proposito si deve però evidenziare che il fenomeno è nettamente differenziato rispetto alla cittadinanza:la parte relativamente più consistente degli eventi riguarda infatti i cittadini dell'Europa dei 15 chepresentano una struttura per età assai più anziana. Si tratta di una caratteristica che li accomuna ai cittadini7 In realtà, i morti in età inferiore ad un anno sono oggetto di un'analisi specifica che utilizza modelli di rilevazione differenti denominati D4 bis e D5 bis, rispettivamente·peri maschi e per le femmine.61
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