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La presenza straniera in Italia negli anni '90 - Istat

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solo ai ragazzi stranieri, ma anche ai nazionali, ai f<strong>in</strong>i di porre le basi per una convivenza pacifica eserena <strong>in</strong> una società multietnica e multiculturale. Per i ragazzi stranieri viene <strong>in</strong>dicato come essenzialel'<strong>in</strong>segnamento <strong>in</strong>tensivo della l<strong>in</strong>gua del paese di accoglienza, così come l'<strong>in</strong>segnamento a scuoladella l<strong>in</strong>gua del paese d'orig<strong>in</strong>e proprio o della propria famiglia: educazione bil<strong>in</strong>guistica e biculturalecome diritto alla propria identità culturale e nazionale 2.L'<strong>Italia</strong> ha recepito tale impostazione nella suesposta normativa, anche per effetto dell'evoluzionedel fenomeno <strong>in</strong> esame, il quale ha registrato un progressivo <strong>in</strong>cremento di studenti stranieri nellescuole italiane, particolarmente sensibile a partire dall'<strong>in</strong>izio degli <strong>anni</strong> <strong>'90</strong> (graf. 6.1).6.3. <strong>La</strong> frequenza nella scuola materna, dell'obbligo, secondaria superiore e nell'università.I dati sulla frequenza di alunni stranieri nelle scuole, oltre ad essere particolarmente significativi <strong>in</strong>sé, possono risultare utili anche per una stima dei m<strong>in</strong>ori stranieri presenti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, nelle classi di etàcorrispondenti. Le fonti sulla <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong>, <strong>in</strong>fatti, non forniscono tale <strong>in</strong>formazione: i permessi disoggiorno non sono rilasciati, <strong>in</strong> genere, ai m<strong>in</strong>ori mentre i dati anagrafici sui residenti stranieri nonsono, ad oggi, disponibili per età. Bisogna peraltro sottol<strong>in</strong>eare che l'iscrizione a scuola può awenireanche senza l'iscrizione anagrafica e non necessita di una situazione di "regolarità" dei genitori; dall'altraparte si può ritenere che i tassi di scolarità dei bamb<strong>in</strong>i stranieri siano, per quel che riguarda lescuole dell'obbligo, ormai prossimi al 100%, così come awiene per i bamb<strong>in</strong>i italiani. Tale affermazionesi basa sulla considerazione della necessità di lavorare da parte delle donne immigrate e della "normalità"della frequenza scolastica nella maggior parte dei paesi di provenienza, considerando peraltroche il 40% circa degli alunni stranieri proviene da paesi europei.L'analisi dei dati del prospetto 6.1 mostra il progressivo accrescimento della <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong> nelsistema scolastico nazionale per tutti i tipi di scuola ad eccezione del numero degli iscritti, <strong>in</strong> corso efuori corso, alle Università italiane. In particolare la <strong>presenza</strong> si è notevolmente accentuata nella scuolaelementare, essendo passata da 2.458 alunni nel 1983-84 a 23.991 nel 1995-96, con un <strong>in</strong>crementode 11'876% , seguita dalla scuola media e dalla scuola materna, entrambe con un <strong>in</strong>cremento di circail 650%, salite rispettivamente da 1.258 studenti di <strong>in</strong>izio periodo a 9.471 a f<strong>in</strong>e periodo e da 1.388 a10.450. Un <strong>in</strong>cremento, anche elevato, ma di dimensioni meno accentuate dei precedenti, si è verificatoper la secondaria superiore, per la quale il numero degli studenti è salito da 3.296 nell'anno scolastico1983-84 a 6.422 nell'anno 1995-96, sviluppandosi <strong>in</strong> particolare <strong>negli</strong> ultimi tre <strong>anni</strong>. LeAccademie di belle arti e i Conservatori, hanno visto <strong>in</strong>crementare il numero di studenti da 1.130 nell'anno1991-92 a 1.640 nel 1995-96 con un <strong>in</strong>cremento del 45%.Di contro per le Università si è verificato un graduale decl<strong>in</strong>o del numero degli stranieri iscritti, passatidai 28.068 dell'anno accademico 1983-84 ai 21.220 del 1995-96 con un decremento del 24,4%.Un <strong>in</strong>cremento così cospicuo di bamb<strong>in</strong>i e ragazzi stranieri nelle scuole italiane si deve alla sempremaggior stabilità della <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong> nel nostro paese. Questo comporta la formazione di nuov<strong>in</strong>uclei familiari <strong>in</strong>sieme al fenomeno dei ricongiungimenti di famiglie precostituite nel paese d'orig<strong>in</strong>e.Di conseguenza il numero di bamb<strong>in</strong>i stranieri nati o giunti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> si è accresciuto ed è prevedibile chemanterrà tale tendenza nel prossimo futuro.Il fenomeno più limitato della <strong>presenza</strong> nelle scuole superiori si deve sia alla recente stabilità assuntadal fenomeno migratorio, e qu<strong>in</strong>di alla giovane età delle famiglie, sia al carattere selettivo di tale tipodi scuola, dovuto agli elevati costi di frequenza, owero di allevamento, e alle difficoltà di <strong>in</strong>serimentoper i nuovo arrivati. Si presume pertanto che si tratti sostanzialmente di ragazzi che hanno seguito l'<strong>in</strong>teroo buona parte del processo educativo nelle scuole italiane e qu<strong>in</strong>di appartenenti a famiglie stabilizzates<strong>in</strong>el nostro paese ormai da <strong>anni</strong>.2 Si veda Verne E., Multicultural education policies: a criticai analysis, <strong>in</strong> Multicultural Education, Centre for Educational Research and Innovation (CERI), OCDE,Paris, 1987.91

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