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La presenza straniera in Italia negli anni '90 - Istat

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ci considerati, seguita poi dalle altre aree secondo l'usuale graduatoria, con l'unica rilevante eccezionedella ripartizione meridionale per la quale si osservano valori relativamente elevati del tasso di naturalizzazionema, ancor di più, del quoziente di nuzialità mista.Prospetto 10.5 -Indicatori del grado di <strong>in</strong>tegrazione degli stranieri, per ripartizione (per 1.000).INDICATORI Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole ITALIATasso di naturalizzazione. Anno 1995Quoz. di nuzialità mista. Anno 19949,85,712,36,56,94,87,76,04,73,18,85,4Sembrerebbe dunque che <strong>in</strong> questa ripartizione la nuzialità svolga dunque un ruolo suppletivo rappresentandouna particolare forma di <strong>in</strong>tegrazione degli stranieri che, <strong>in</strong> piccola parte, sembra aggirarele difficoltà di <strong>in</strong>serimento evidenziate dai valori piuttosto bassi degli <strong>in</strong>dicatori sul grado di stabilizzazionedella <strong>presenza</strong> migratoria (lavoro, scuola e natalità degli stranieri).Un altro aspetto di cui tener conto per valutare il grado di <strong>in</strong>tegrazione degli stranieri è poi rappresentatodal loro livello di devianza, un fenomeno che diviene poi centrale anche per misurare l'impattosociale della <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong> sulla popolazione autoctona. Per questo fenomeno sembrano emergeredati contrastanti rispetto alle <strong>in</strong>formazioni precedentemente fornite dagli <strong>in</strong>dicatori sul grado di stabilizzazionee <strong>in</strong>tegrazione della <strong>presenza</strong> migratoria: sono <strong>in</strong>fatti le regioni del Centro-Nord a presentarei più alti livelli di crim<strong>in</strong>alità riferibile a cittad<strong>in</strong>i stranieri, considerato che <strong>in</strong> esse, nel corso del 1995,si è concentrato quasi il 93% del totale di stranieri denunciati (cfr. cap. 7). Anche <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i relativi rispettoal complesso delle persone denunciate, la componente <strong>straniera</strong> ha assunto un peso significativo <strong>in</strong>queste aree - nel 1995, quasi il 14% dei denunciati nel Nord-Ovest è straniero, oltre 1'11% nel Nord­Est e circa 1'8% nel Centro - mentre ricopre un ruolo marg<strong>in</strong>ale nel Mezzogiorno (meno del 2%).Questa particolare distribuzione della devianza <strong>straniera</strong>, misurata peraltro attraverso un <strong>in</strong>dicatore chefa solo riferimento alla crim<strong>in</strong>alità "ufficiale", non può però essere letta <strong>in</strong> modo semplicistico comeespressiva di una maggiore difficoltà di <strong>in</strong>serimento sociale nelle realtà del Centro-Nord: devono <strong>in</strong>fattiessere tenuti <strong>in</strong> debita considerazione altri importanti fattori che risultano determ<strong>in</strong>anti nella distribuzioneterritoriale della devianza <strong>straniera</strong>, tra cui la particolare attrazione esercitata nei confronti di talefenomeno da parte delle realtà metropolitane, <strong>in</strong> buona parte concentrate nelle regioni centro-settentrionali;<strong>in</strong>oltre bisogna tener conto del maggiore livello di sviluppo economico delle regioni del Centro­Nord, il quale sicuramente funge da fattore di attrazione nei confronti di chi del<strong>in</strong>que e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, non vanemmeno sottovalutato il ruolo della crim<strong>in</strong>alità organizzata presente <strong>in</strong> molte aree del Sud e delleIsole, la quale con ogni probabilità ostacola la penetrazione della del<strong>in</strong>quenza <strong>straniera</strong>.Un ultimo cenno merita <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e il ruolo che l'<strong>Italia</strong> sta lentamente assumendo anche nei confronti deiflussi di richiedenti asilo e rifugiati (cfr. cap. 9) che, seppure ancora assai ridotto <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i quantitativi,sta comunque a significare che anche per questa particolare tipologia di migranti il nostro Paese stalentamente entrando nel ristretto novero di nazioni che, agli occhi di chi fugge da particolari situazionidi pericolo, può garantire protezione. Si tratta di una sorta di "riconoscimento" che, <strong>in</strong> occasione di crisisul piano dell'ord<strong>in</strong>e pubblico o, addirittura, di eventi bellici, può portare a massicci arrivi di profughi,come hanno dimostrato, <strong>negli</strong> <strong>anni</strong> più recenti, le ondate di sfollati provenienti dalla ex Jugoslavia edall'Albania. Sono spesso flussi che non sono riconducibili nella categoria dei richiedenti asilo secondoi term<strong>in</strong>i previsti dalla Convenzione di G<strong>in</strong>evra, ma che comunque comportano l'arrivo di elevatiquantitativi di cittad<strong>in</strong>i stranieri, con un forte impatto d'ord<strong>in</strong>e sociale, politico ed economico sulla popolazioneitaliana.In conclusione, sembra necessario ribadire che l'estrema eterogeneità della <strong>presenza</strong> migratoria nelnostro Paese dovrebbe sempre consigliare prudenza nei tentativi di valutazione complessiva di talefenomeno, <strong>in</strong> quanto esso si presenta con forti caratteri differenziali e una sua analisi dovrebbe dunquetener conto di una pluralità di fattori, tra cui la diseguale distribuzione sul territorio nazionale, l'articolazionedella composizione etnica, il diverso grado di stabilizzazione e <strong>in</strong>tegrazione delle comunità immigratee, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, la differente <strong>in</strong>cidenza della componente irregolare riscontrabile a livello territoriale.130

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