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La presenza straniera in Italia negli anni '90 - Istat

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Germania è al di sopra di tale soglia e risulta il paese più rappresentato tra quelli dell'Unione europea.I mutamenti che si riscontrano sul piano demografico tra i due <strong>anni</strong> estremi tendono a dip<strong>in</strong>gere un nuovoquadro <strong>in</strong> cui la <strong>presenza</strong> <strong>straniera</strong> va assumendo una connotazione di maggiore stabilità (prosp. 1.3 e 1.4).Si riscontra un maggior equilibrio tra maschi e femm<strong>in</strong>e (111,6 maschi per 100 femm<strong>in</strong>e contro150,5 del 1991) anche se permane una significativa differenziazione tra le diverse popolazioni. Perquanto attiene all'area europea, tra i cittad<strong>in</strong>i dell'Unione europea prevalgono le donne (148,2 femm<strong>in</strong>eogni 100 maschi nel 1995), mentre tra gli <strong>in</strong>dividui dell'Europa centro-orientale il rapporto volge afavore degli uom<strong>in</strong>i (122,4 ogni 100 donne), mediando, però, realtà difformi. In particolare, tra gli albanesisi registrano 2 uom<strong>in</strong>i per ogni donna presente ed il numero degli uom<strong>in</strong>i è ampiamente superiorea quello delle donne anche tra i cittad<strong>in</strong>i della ex Jugoslavia (182,8 ogni 100 donne). Situazione<strong>in</strong>versa si riscontra, <strong>in</strong>vece, per gli <strong>in</strong>dividui provenienti dall'ex URSS, dalla Romania e dalla Polonia trai quali si segnalano, <strong>in</strong> media, 220 femm<strong>in</strong>e ogni 100 maschi.Tra gli africani resta dom<strong>in</strong>ante la <strong>presenza</strong> maschile (253,7 maschi ogni 100 femm<strong>in</strong>e), seppure <strong>in</strong>misura molto ridotta rispetto al 1991 (427,7), per effetto da un verso della caduta di molti permessi disanatoria concessi nel 1990, che vedeva co<strong>in</strong>volti soprattutto uom<strong>in</strong>i, dall'altro per il progressivoaumento dei ricongiungimenti familiari che ha <strong>in</strong>teressato <strong>in</strong> modo particolare le donne. In contro tendenzaappaiono etiopi e somali tra i quali le donne sono oltre il doppio degli uom<strong>in</strong>i, mentre anche trai nigeriani si segnala una <strong>presenza</strong> femm<strong>in</strong>ile di poco <strong>in</strong>feriore a quella maschile.L.:apparente equilibrio tra i sessi che caratterizza la <strong>presenza</strong> degli asiatici (100,5 maschi ogni 100donne) nasconde situazioni molto diversificate: le popolazioni provenienti dall'Asia occidentale e meridionalemostrano un rapporto decisamente favorevole per gli uom<strong>in</strong>i (rispettivamente 2?9 e 166,4maschi ogni 100 femm<strong>in</strong>e); al contrario, tra i cittad<strong>in</strong>i dell'Asia orientale si segnalano solo 62,3 uom<strong>in</strong>iper 100 donne. I valori estremi si registrano per i maschi tra i pakistani, quasi 9 uom<strong>in</strong>i per ogni donna,ai quali si contrappongono i filipp<strong>in</strong>i con 232 donne ogni 100 uom<strong>in</strong>i.L.:elevato grado di ''femm<strong>in</strong>ilizzazione'' della popolazione nordamericana (193,6 donne per 100 uom<strong>in</strong>i) èdovuto al fatto che molte donne si trovano <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> <strong>in</strong> quanto mogli di militari NATO, per i quali non è previstoil permesso di soggiorno; <strong>in</strong>fatti, per quasi tre quarti sono coniugate ed una su quattro dichiara m<strong>in</strong>ori acarico. Ancora maggiore è la <strong>presenza</strong> di donne tra gli stranieri provenienti dall'America centro-meridionale(245,4 per 100 uom<strong>in</strong>i), impiegate soprattutto nel lavoro domestico e per oltre la metà nubili.Dim<strong>in</strong>uisce il peso percentuale degli <strong>in</strong>dividui non sposati mentre i coniugati sono ormai quasi lametà dei presenti (47,9% nel 1995,40,7% nel 1991) e coloro che dichiarano m<strong>in</strong>ori a carico sono il12,9% del totale a fronte del 10,2% del primo anno.Prospetto 1.3 - Permessi di soggiorno per sesso e stato civile, al 31 dicembre. Anni 1991 e 1995 (dati percentuali erapporti di mascol<strong>in</strong>ità)MASCHI FEMMINE TOTALE MaschiANNI Celibi Con.ti Altri Nubili ConJe Altre Cel./Nub. Con.ti Altri per 100femm<strong>in</strong>e1991 56,1 38,0 5,9 46,7 44,9 8,4 52,4 40,7 6,9 150,51995 51,1 45,8 3,1 43,4 50,3 6,3 47,4 47,9 4,7 111,6Cresce, nel contempo, il peso percentuale delle classi di età meno giovani e gli ultraquarantenni,che al 31 dicembre 1991 rappresentavano circa il 26% della popolazione, nell'ultimo anno ne costituisconoil 31 %. <strong>La</strong> popolazione <strong>straniera</strong> rimane, comunque, fondamentalmente "giovane": nel 1995due persone su tre hanno un'età compresa tra 18 e 39 <strong>anni</strong>; gli ultrasessantenni sono meno del 9%del totale, mentre aumenta la quota dei m<strong>in</strong>ori di 18 <strong>anni</strong> muniti di permesso (dal 2,9% del 1991 al3,6% dell'ultimo anno), benché tale classe di età sia fortemente sottostimata per l'impossibilità diquantificare i m<strong>in</strong>ori a carico.25

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