LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano
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sorBaria<br />
Famiglia: Rosaceae<br />
Nome scientifico: Sorbaria sorbifolia (L.) A.Braun<br />
Nome volgare: sorbaria, spirea a foglie <strong>di</strong> sorbo<br />
Basionimo: Spiraea sorbifolia L.<br />
Tipo biologico: nPcaesp<br />
Descrizione: Arbusto alto sino a 2 m. Foglie decidue, alterne, composte da 11-17 foglioline <strong>di</strong> forma lanceolata oppure ovatolanceolata,<br />
<strong>di</strong> 5-7×2-2.5 cm, con margine doppiamente seghettato, base arrotondata o largamente cuneata, apice acuminato<br />
o mucronato. Infiorescenza composta da una pannocchia <strong>di</strong> 10-12×5-12 cm; pe<strong>di</strong>celli lunghi 5-8 mm; fiori <strong>di</strong> 10-12 mm <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ametro; sepali 5, persistenti e riflessi nel frutto, triangolari, con apice ottuso o acuto; petali 5, oblunghi oppure obovati, 5-7<br />
mm, <strong>di</strong> colore bianco; stami 40-50, lunghi 1.5-2 volte i petali. Frutto costituto da 5 follicoli cilindrici <strong>di</strong> circa 3 mm, ciascuno<br />
con numerosi semi; pe<strong>di</strong>celli fruttiferi eretti.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: luglio-agosto.<br />
Area d’origine: Asia orientale (Cina, Mongolia, Corea, Russia orientale e Giappone).<br />
Habitat: Boschi e muri, anche in pietra naturale, in posizioni sia assolate sia ombreggiate.<br />
Distribuzione nel territorio: Spora<strong>di</strong>ca nella facia collinare-montana (350-550 m s.l.m.). Bergamo (NAT), Brescia (NAT),<br />
Varese (NAT).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Italia alla fine del secolo XVIII. Segnalata per la prima volta in natura da<br />
Arcangeli (1882a) per l’Appennino ligure, in Lombar<strong>di</strong>a da Banfi & Galasso (2005).<br />
Modalità d’introduzione: Deliberata, a fini floricolturali.<br />
Status: Naturalizzata.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: È in grado <strong>di</strong> colonizzare i muri, ra<strong>di</strong>cando nelle fessure e contribuendo in tal modo al deterioramento <strong>di</strong> questi<br />
manufatti.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Imme<strong>di</strong>ata rimozione delle piante ra<strong>di</strong>cate sui muri me<strong>di</strong>ante pulitura meccanica accompagnata<br />
dall’uso localizzato <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong> sistemici.<br />
Note: Come nel caso <strong>di</strong> altre esotiche arbustive (per es. Buddleja davi<strong>di</strong>i, ve<strong>di</strong> scheda), sembra pre<strong>di</strong>ligere i substrati artificiali (manufatti murari),<br />
fatto che non esclude la possibilità <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento su substrati litici in ambiente naturale e il conseguente rischio <strong>di</strong> interferenza con vegetazioni<br />
casmofitiche rupestri <strong>di</strong> notevole pregio fitogeografico e conservazionistico.<br />
Bibliografia: Arcangeli, 1882a; Banfi & Galasso, 2005<br />
spirea<br />
del giappone<br />
Tipo biologico: nPcaesp<br />
Descrizione: Arbusto deciduo alto fino a 1-2 m, a portamento eretto. Foglie alterne con lamina da ovata a ovato-lanceolata,<br />
<strong>di</strong> circa 10×4 cm, acuta all’apice e irregolarmente dentata, pubescente sui nervi. Fiori in corimbi larghi fino a 12 cm; pe<strong>di</strong>celli<br />
pubescenti; sepali 5, deflessi; petali 5, rosa, più brevi degli stami; ovario supero, apocarpico (5 carpelli liberi). Il frutto è un<br />
follicolo glabro a deiscenza ventrale, eretto, contenente numerosi, minuti semi.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-agosto.<br />
Area d’origine: Asia orientale (Giappone).<br />
Habitat: Sponde, margini viari, cespuglieti, boschi e boscaglie.<br />
Distribuzione nel territorio: Dall’alta pianura alla me<strong>di</strong>a montagna. Bergamo (NAT), Brescia (NAT), Como (INV), Lecco (INV),<br />
Monza e Brianza (INV), <strong>Milano</strong> (NAT), Varese (INV).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Europa nel 1870. Segnalata in Italia a Intra (Piemonte, Verbania, VB) da Gola<br />
(1928), in Lombar<strong>di</strong>a da Giacomini (1950) e Stucchi (1952).<br />
Modalità d’introduzione: Deliberata (mercato ortofloricolo).<br />
Status: Invasiva.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: Determina un impoverimento floristico delle comunità in cui si inse<strong>di</strong>a, a scapito delle specie autoctone.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Il taglio degli in<strong>di</strong>vidui può risultare efficace soltanto per piccole popolazioni o nelle aree ambientali<br />
sensibili. Un taglio ripetuto permetterà <strong>di</strong> controllare la pianta, ma non <strong>di</strong> eliminarla, per il qual fine è necessaria l’era<strong>di</strong>cazione.<br />
In ogni caso, il taglio va effettuato il più possibile a livello del colletto, per indebolire l’apparato ra<strong>di</strong>cale. Sarebbe opportuno<br />
rinunciare all’impiego orticolturale <strong>di</strong> questa specie per evidenti motivi <strong>di</strong> prevenzione.<br />
Bibliografia: Brusa et al., , 2008b; Giacomini, 1950; Gola, 1928; Stucchi, 1952<br />
Famiglia: Rosaceae<br />
Nome scientifico: Spiraea japonica L.f.<br />
Nome volgare: spirea del Giappone<br />
Sinonimi: Spiraea callosa Thunb.<br />
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