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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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panace <strong>di</strong><br />

mantegazza<br />

Tipo biologico: Hscap, Hbienn<br />

Descrizione: Pianta erbacea <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ragguardevoli, perenne o talora bienne, con fusto robusto, del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 5-10 cm<br />

alla base, <strong>di</strong> norma con larghe macchie violacee, alta fino a 5 m. Foglie lunghe 1-3 m, profondamente e variamente tripartite<br />

oppure completamente <strong>di</strong>vise in 3-7 segmenti lunghi fino 1.3 m, pennato-lobati, pubescenti sulla faccia abassiale; margine<br />

dei segmenti dentellato, con denti maggiori lungamente acuminati. Infiorescenze a ombrella composta, le maggiori fino a<br />

50 cm in <strong>di</strong>ametro, con 50-150 raggi; fiori attinomorfi con calice a 5 piccoli denti e corolla <strong>di</strong> 5 petali bianchi o rosei, trilobati<br />

all’apice (lobo me<strong>di</strong>ano ripiegato), quelli dei fiori esterni ra<strong>di</strong>anti e lunghi fino a 12 mm; stami 5; ovario infero, bicarpellare; stilo<br />

a base ingrossata (stilopo<strong>di</strong>o); stigmi 2, <strong>di</strong>vergenti. Frutti (polachenari a 2 mericarpi) obovati, <strong>di</strong> 6-8×9-11 mm, glabri o villosi;<br />

ogni mericarpio presenta 2 coste laterali largamente alate e 3 coste dorsali poco sporgenti, intercalate da vitte (canali resiniferi)<br />

fortemente rigonfie, larghe fino a 1 mm se non <strong>di</strong> più. Dopo la fioritura e la fruttificazione la pianta muore (apaxantìa).<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: luglio-settembre.<br />

Area d’origine: Caucaso.<br />

Habitat: Rive dei fiumi, scarpate umide, incolti e margini stradali.<br />

Distribuzione nel territorio: Montano-subalpina, casuale in pianura. Giungendo a 2173m s.l.m. sulle pen<strong>di</strong>ci del Monte<br />

Bianco, è la specie esotica rinvenuta a quota più alta in Europa. Bergamo (NAT), Brescia (NAT), Cremona (CAS).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita. Una Fotografia dell’agosto 1899 documenta la prima presenza <strong>di</strong> questa<br />

pianta in Italia, coltivata ai Bagni Nuovi <strong>di</strong> Bormio (SO)(Celesti-Grapow et al., 2009b); Emil Levier e Stephan Sommier ne hanno<br />

portato in Europa i semi dopo un viaggio sulle montagne del Caucaso compiuto nel 1890. Segnalata per la prima volta in<br />

Lombar<strong>di</strong>a da Galasso et al. (2007b).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata, a fini floricolturali.<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: Sì.<br />

Impatto: Al momento non risulta dannosa per la bio<strong>di</strong>versità, ma per l’uomo quale nuova, rilevante causa <strong>di</strong><br />

Fotodermatiti producenti piaghe anche gravi sulle parti del corpo venute a contatto con la pianta, dopo esposizione al sole.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Si consiglia l’era<strong>di</strong>cazione dei pochi e piccoli nuclei sinora segnalati in Lombar<strong>di</strong>a.<br />

Note: Appartiene a un gruppo <strong>di</strong> tre specie affini introdotte in Europa a scopo ornamentale e qui <strong>di</strong>ffusesi spontaneamente (Jahodová et al., 2007):<br />

oltre a essa (specie perenne apaxantica originaria del Grande Caucaso occidentale), l’unica sinora segnalata in Italia, vanno ricordate H. sosnowskyi<br />

Manden. (perenne apaxantica originaria del Caucaso centrale e orientale, Transcaucasia e Turchia nordorientale) e H. persicum Desf. ex Fisch.,<br />

C.A.Mey. & Avé-Lall. (perenne pleonantica originaria <strong>di</strong> Turchia, Iran e Iraq).<br />

In Svizzera è inclusa nella Lista Nera (http://www.cps-skew.ch/italiano/lista_nera.htm) perché invasiva e pericolosa per l’uomo; quin<strong>di</strong> si tratta <strong>di</strong><br />

specie da tenere sotto controllo. La <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questa specie è favorita nelle zone densamente popolate e con gli inverni fred<strong>di</strong> (Pyšek et al.,<br />

1998).<br />

Bibliografia: Celesti-Grapow et al., 2009b; Galasso et al., 2007b; Jahodová et al., 2007; Pyšek et al., 1998, 2007<br />

Famiglia: Apiaceae<br />

Nome scientifico: Heracleum mantegazzianum<br />

Sommier & Levier<br />

Nome volgare: panace <strong>di</strong> Mantegazza<br />

finocchio<br />

acquatico<br />

<strong>di</strong> giava<br />

Tipo biologico: Hscap<br />

Descrizione: Erba perenne <strong>di</strong> 10-80 cm, con ra<strong>di</strong>ci fibrose e fusti decombenti. Piccioli delle foglie basali lunghi 5-10 cm;<br />

lamine a perimetro oblungo-ovato, 1-2 pennate, con segmenti d’ultimo or<strong>di</strong>ne ovati od ovato-rombici, <strong>di</strong> 5-20x5-50 mm,<br />

a margine seghettato; foglie cauline più piccole delle basali, via via ridotte verso l’alto e via via più sessili, fino alle superiori<br />

con lamina inserita <strong>di</strong>rettamente su un’espansione della guaina. Ombrelle fiorifere larghe 3-5 cm, su peduncoli <strong>di</strong> 2-16 cm;<br />

brattee 0(-1); raggi 6-16(-30), lunghi 1-3 cm, subeguali o <strong>di</strong>suguali; bratteole lineari, 2-8, lunghe 2-4 cm, in me<strong>di</strong>a quanto i<br />

raggi; ombrellette con circa 20 fiori su peduncoli <strong>di</strong> 1.5-4 mm; denti calicini <strong>di</strong> circa 0.5 mm; stili patenti <strong>di</strong> 1.2-2 mm. Frutto<br />

subgloboso od ovoide, <strong>di</strong> circa 2x2.5 mm, con coste dorsali e laterali leggermente ispessito-coriacee.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-luglio.<br />

Area d’origine: Asia temperato-calda e tropicale.<br />

Habitat: Fossi, sponde, suoli fangosi umi<strong>di</strong>.<br />

Distribuzione nel territorio: Una sola stazione conosciuta a Casalpoglio, al confine tra le province <strong>di</strong> Brescia e Mantova.<br />

Mantova (NAT).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita <strong>di</strong> introduzione recentissima (fine secolo XX-inizio secolo attuale). Segnalata per la<br />

prima volta in Lombar<strong>di</strong>a da Banfi & Galasso (2005), che riportano osservazioni <strong>di</strong> Filippo Prosser del 2003 successivamente<br />

confermate (Banfi et al., 2007).<br />

Modalità d’introduzione: Commercio ortofloricolo.<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Nessuno, se non fisionomico locale.<br />

Bibliografia: Banfi & Galasso, 2005; Banfi et al., 2007<br />

Famiglia: Apiaceae<br />

Nome scientifico: Oenanthe javanica (Blume) DC.<br />

Nome volgare: finocchio acquatico <strong>di</strong> Giava<br />

Basionimo: Sium javanicum Blume<br />

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