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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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“ Tant’è la forza e la certezza che quell’albero mette<br />

a essere albero, l’ostinazione a essere pesante e duro,<br />

che gli s’esprime persino nelle foglie. ”<br />

Italo Calvino, Il barone rampante<br />

Il rapporto fra natura e cultura è da sempre incarnato nelle opere d’arte e, in particolare, alcuni capolavori<br />

come La primavera o Le nozze <strong>di</strong> Filologia e Mercurio <strong>di</strong> Botticelli ne esaltano, come si evince dal doppio<br />

titolo, il significato filosofico e allegorico.<br />

La flora, inoltre, con il suo linguaggio simbolico ci permette <strong>di</strong> avvicinarci alla natura in modo intimo e<br />

partecipe. L’essere nel mondo dell’uomo ci pone, infatti, in una primaria relazione con l’ambiente e il<br />

paesaggio. Si potrebbe parlare, in tal modo, <strong>di</strong> una geografia culturale oltre che <strong>di</strong> una geografia fisica.<br />

E questa pubblicazione, nello specifico, ci porta alla scoperta <strong>di</strong> un risvolto inaspettato delle nostre terre:<br />

la flora esotica lombarda.<br />

Fin dai nomi <strong>di</strong> questi alberi, felci, erbe e piante acquatiche ritroviamo il rimando a un universo <strong>di</strong><br />

conoscenze, evocazioni, <strong>di</strong> antica saggezza.<br />

Importante riba<strong>di</strong>re, allora, la necessità della conservazione e della tutela <strong>di</strong> queste specie che ci parlano<br />

della storia del pianeta, della relazione fra uomo e natura.<br />

Necessario, soprattutto per le giovani generazioni, trasmettere tale ere<strong>di</strong>tà e sensibilizzare ai problemi<br />

dell’ambiente.<br />

Decisivo promuovere una coscienza ecologica, anche ricordando la drammatica attualità dei recenti<br />

fatti <strong>di</strong> inquinamento ambientale, per ri-costruire una relazione più armonica con l’ambiente.<br />

Ed è così che scienze apparentemente “separate” si possono accostare in quell’idea <strong>di</strong> convergenza<br />

dei saperi scientifici e umanistici volta a realizzare una cultura con<strong>di</strong>visa e <strong>di</strong>ffusa oltre le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong><br />

genere e <strong>di</strong>sciplina.<br />

Del resto come non richiamare un passaggio da una delle più antiche “cronache” <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> che esaltano<br />

la città per il clima, la fertilità e la crescita demografica? Si tratta <strong>di</strong> Bonvesin de la Riva e del suo<br />

De Magnalibus Me<strong>di</strong>olani: a <strong>Milano</strong> scorrono “acque vive, naturali, mirabilmente adatte a essere bevute…<br />

Il territorio produce in abbondanza, come ciascuno può constatare, biada, vino, legumi, frutta, alberi,<br />

fieno e altri beni”. Siamo intorno al 1288 ma la vocazione <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> è già in<strong>di</strong>viduata. Nel corso dei secoli<br />

si sono aggiunte numerose ricchezze produttive ma il legame con la terra è parte essenziale della storia<br />

e della tra<strong>di</strong>zione locale.<br />

Ripercorrere e censire, dunque, le tracce e la presenza delle specie esotiche lombarde vuol <strong>di</strong>re<br />

raccontare la bio-<strong>di</strong>versità e ri-leggere con nuovo e <strong>di</strong>fferente punto <strong>di</strong> vista un capitolo <strong>di</strong> storia <strong>di</strong><br />

Lombar<strong>di</strong>a nel grande libro della Natura.<br />

Assessore alla Cultura del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Milano</strong><br />

Massimiliano Finazzer Flory

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