LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano
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saeppola<br />
biancastra<br />
Famiglia: Asteraceae<br />
Nome scientifico: Erigeron sumatrensis Retz.<br />
Nome volgare: saeppola biancastra<br />
Sinonimi: Conyza albida Willd. ex Spreng. [1826]<br />
Conyza altissima Nau<strong>di</strong>n & Debeaux ex Debeaux<br />
Conyza floribunda Kunth<br />
Conyza nau<strong>di</strong>nii Bonnet<br />
Conyza sumatrensis (Retz.) E.Walker<br />
Erigeron albidus (Willd. ex Spreng.) A.Gray<br />
Erigeron floribundus (Kunth) Sch.Bip<br />
Erigeron nau<strong>di</strong>nii (Bonnet) Humbert, comb. superfl.<br />
Erigeron nau<strong>di</strong>nii (Bonnet) P.Fourn.<br />
Erigeron sumatrensis Retz.<br />
Tipo biologico: Tscap<br />
Descrizione: Pianta erbacea annuale verde-grigiastra o più o meno cenerina, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni a volte ragguardevoli (fino a 200<br />
cm), con fusto robusto, eretto, ispido, cilindrico, a volte ramoso dalla base. Foglie: le basali in rosetta, le cauline inferiori, che<br />
persistono secche all’antesi, oblanceolato-lineari (15×10 cm), con scarsi dentelli al margine e nervature laterali evidenti; le<br />
cauline superiori lineari-lanceolate, generalmente più piccole, alterne, subintere e pubescenti su entrambe le facce. Capolini<br />
(calati<strong>di</strong>) numerosi, cilindrico-piriformi, > 5 mm, riuniti in ampia pannocchia terminale, piramidata o corimbosa. Fillari<br />
(brattee) in 3 serie, lineari-lanceolati, acuti; fiori tutti tubulosi con corolla a 5 denti, bianco-giallastra, zigomorfa e con un dente<br />
bifido (ru<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> ligula). Frutti ad achenio <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, provvisto <strong>di</strong> un pappo bianco sporco, rossastro a maturità.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: luglio-settembre.<br />
Area d’origine: America tropicale.<br />
Habitat: Incolti ari<strong>di</strong> e ambienti ruderali e semiruderali (sentieri, strade rurali, macerie, aree abbandonate, base dei muri ed<br />
e<strong>di</strong>fici, ferrovie, scarpate e luoghi calpestati), greti dei fiumi.<br />
Distribuzione nel territorio: Distribuita su tutto il territorio regionale (0-600 m s.l.m.), dalla fascia planiziale a quella collinare.<br />
Bergamo (INV), Brescia (INV), Como (INV), Cremona (INV), Lecco (INV), Lo<strong>di</strong> (INV), Monza e Brianza (INV), <strong>Milano</strong> (INV),<br />
Mantova (INV), Pavia (INV), Varese (INV).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, <strong>di</strong>ffusasi in Europa a partire dall’Orto Botanico <strong>di</strong> Collioure in Francia nel 1878, ove era<br />
giunta accidentalmente; segnalata per la prima volta in Italia (Lombar<strong>di</strong>a inclusa) da Anzalone (1964, 1965), che afferma<br />
essere conosciuta dal 1940 se non prima nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Pesaro, in precedenza confusa con altre specie (E. canadensis ed E.<br />
bonariensis).<br />
Modalità d’introduzione: Accidentale.<br />
Status: Invasiva.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: Ha soprattutto un’influenza negativa sulla <strong>di</strong>versità vegetale e sul paesaggio. Il suo ingresso e la sua <strong>di</strong>ffusione sono<br />
favorite dall’enorme numero <strong>di</strong> semi leggeri prodotti (più <strong>di</strong> 200˙000 per ogni pianta <strong>di</strong> buone <strong>di</strong>mensioni), che sono poi<br />
facilmente <strong>di</strong>spersi dal vento (<strong>di</strong>sseminazione anemocora), ma anche dai ricorrenti episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo antropogeno, come<br />
sfalci e movimenti terra, preferendo, infatti, gli ambienti urbani e ruderali e gli ambienti fluviali, dove il terreno è arido o ben<br />
drenato.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Occorre innanzitutto evitare azioni che ne facilitano la <strong>di</strong>ffusione, come la presenza <strong>di</strong> suolo nudo,<br />
che ne favorisce l’inse<strong>di</strong>amento da seme, e i movimenti <strong>di</strong> terra. Il contenimento può avvenire attraverso azioni meccaniche<br />
(la lavorazione del terreno e lo sfalcio selettivo da ripetere più volte prima della fioritura) coa<strong>di</strong>uvate da azioni chimiche, come<br />
l’impiego <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong>. Dove possibile si può provvedere imme<strong>di</strong>atamente alla semina con specie in<strong>di</strong>gene o alla piantumazione<br />
<strong>di</strong> arbusti ombreggianti.<br />
Note: È l’Erigeron più alto tra quelli esotici presenti in Lombar<strong>di</strong>a, <strong>di</strong>fferenziandosi dagli altri anche per i capolini più gran<strong>di</strong> e le foglie più larghe<br />
con nervature laterali evidenti. E. bonariensis, anch’esso con fiori tutti tubulosi è, infatti, più basso (10-60 cm) e con capolini più piccoli, mentre E.<br />
canadensis, ha fiori periferici brevemente ligulati; E. annuus ed E. karvinskianus hanno, invece, capolini con ligule lunghe.<br />
cespica<br />
<strong>di</strong> KarvinsKi<br />
Tipo biologico: Hscap<br />
Descrizione: Pianta perenne erbacea, alta 20-40 cm, con fusti prostrati o arcuato-ascendenti, ramosissimi, con ramificazioni<br />
erette. Foglie d’inizio stagione spatolato-subrotonde, in rosette, le successive lanceolate, acute, <strong>di</strong> 15×5 mm, con un dente su<br />
ciascun lato; foglie cauline spatolato-lineari, lunghe 13-22 mm, acute, uninervie. Capolini (calati<strong>di</strong>) numerosi, del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong><br />
1.5 cm, con involucro cilindrico; fiori del raggio <strong>di</strong>sposti in più serie, con ligule patenti <strong>di</strong> 6-7 mm, da bianche a roseo-vinose;<br />
fiori del <strong>di</strong>sco a corolla tubulosa, regolare, 5-dentata, gialla. Frutti, acheni provvisti <strong>di</strong> pappo bianco sporco.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: luglio-ottobre.<br />
Area d’origine: Nordamerica e America tropicale.<br />
Habitat: Rupi umide, muri, ripari sotto roccia, ingressi <strong>di</strong> grotte, parchi, giar<strong>di</strong>ni, viali, monumenti e cimiteri.<br />
Distribuzione nel territorio: Fino alla fascia montana, più rara in pianura. Bergamo (NAT), Brescia (NAT), Como (INV),<br />
Cremona (CAS), Lecco (INV), Monza e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (INV), Sondrio (NAT), Varese (INV).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Italia alla fine del XIX secolo (all’Orto Botanico <strong>di</strong> Napoli almeno dal 1880); in<br />
Lombar<strong>di</strong>a naturalizzata almeno dal 1896 (Lenticchia 1896; Micheletti, 1901).<br />
Modalità d’introduzione: Deliberata (floricoltura).<br />
Status: Invasiva.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: Influisce negativamente sulla bio<strong>di</strong>versità degli habitat rupestri, inclusi manufatti come muri e muretti umi<strong>di</strong>, dove<br />
la specie si comporta da competitore aggressivo.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Taglio selettivo, da effettuarsi prima della fioritura e da ripetersi per alcuni anni, eventualmente<br />
coa<strong>di</strong>uvato dall’impiego <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong>, oppure era<strong>di</strong>cazione completa. Si dovrebbe intervenire in via preventiva soprattutto<br />
attorno alle aree naturalisticamente rilevanti (aree protette), promuovendo una cultura della eliminazione <strong>di</strong> questa specie<br />
nel giar<strong>di</strong>naggio e nel mercato ortofloricolo.<br />
Bibliografia: Lenticchia, 1896; Micheletti, 1901<br />
Famiglia: Asteraceae<br />
Nome scientifico: Erigeron karvinskianus DC.<br />
Nome volgare: cespica <strong>di</strong> Karvinski, vitta<strong>di</strong>nia<br />
Sinonimi: Erigeron karvinskianus DC.<br />
var. mucronatus (DC.) Asch.<br />
Erigeron karvinskianus DC.<br />
var. mucronatus (DC.) Hieron., comb. superfl.<br />
Erigeron mucronatus DC.<br />
Vitta<strong>di</strong>nia triloba hort., non DC.<br />
Bibliografia: Anzalone, 1964, 1965<br />
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