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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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astro <strong>di</strong><br />

new yorK<br />

Famiglia: Asteraceae<br />

Nome scientifico: Symphyotrichum novi-belgii (L.) G.L.Nesom<br />

Nome volgare: astro <strong>di</strong> New York<br />

Basionimo: Aster novi-belgii L.<br />

Sinonimi: Aster laevigatus Lam.<br />

Aster novi-belgii L. subsp. laevigatus (Lam.) Thell.<br />

Tipo biologico: Hscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea perenne, alta sino a circa 1.5 m, dotata <strong>di</strong> rizoma; fusto eretto, glabrescente. Foglie basali assenti<br />

alla fioritura; foglie cauline con lamina ovato-lanceolata, obovato-lanceolata, ellittica o lineare-lanceolata, 4-20×0.4-4 cm (le<br />

inferiori scomparse alla fioritura, le superiori via via ridotte), margine da intero a seghettato, sessili o con picciolo largamente<br />

alato e abbracciante il fusto, apice acuto o acuminato. Capolini portati in racemi con rami <strong>di</strong>varicati o ascendenti; involucro<br />

<strong>di</strong> 6-9 mm, con squame esterne lunghe almeno la metà <strong>di</strong> quelle interne; fiori del raggio 15-35, con ligule lunghe 1-2 cm e<br />

<strong>di</strong> colore blu-viola, <strong>di</strong> rado biancastre; fiori del <strong>di</strong>sco tubulosi 28-68 e <strong>di</strong> colore giallo (poi brunastri). Frutto costituito da un<br />

achenio lungo 2-4 mm, sormontato da un pappo <strong>di</strong> 4-6 mm.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: settembre-novembre.<br />

Area d’origine: Nordamerica orientale.<br />

Habitat: Si rinviene soprattutto in ambienti ruderali (margini stradali e <strong>di</strong> sentieri, cantieri abbandonati, <strong>di</strong>scariche ecc.),<br />

spesso come residuo <strong>di</strong> precedenti coltivazioni. Non sembra avere una notevole capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione in ambienti a maggior<br />

naturalità.<br />

Distribuzione nel territorio: Distribuito pressoché in tutta la Lombar<strong>di</strong>a (50-1˙000 m s.l.m.), soprattutto nelle fasce planiziale<br />

e collinare. Bergamo (NAT), Brescia (NAT), Cremona (NAT), Lecco (NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), Monza e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (NAT),<br />

Mantova (NAT), Pavia (CAS), Sondrio (NAT), Varese (NAT).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Italia nel secolo XVIII.<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata, per floricoltura.<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Data la modesta <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questa specie, l’impatto è attualmente trascurabile.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Il contenimento avviene tramite lo sfalcio selettivo (da ripetere 2-3 volte prima della fioritura)<br />

e/o coa<strong>di</strong>uvato dall’impiego <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong>; se possibile, provvedere imme<strong>di</strong>atamente alla semina con specie in<strong>di</strong>gene o alla<br />

piantumazione <strong>di</strong> arbusti ombreggianti.<br />

Note: Questa specie, come altre congeneri, è <strong>di</strong>ffusamente coltivata su tutto il territorio regionale a scopo ornamentale. Nell’area d’origine la<br />

sistematica infraspecifica <strong>di</strong> S. novi-belgii è piuttosto articolata, sebbene le popolazioni spontanee in territorio lombardo sembrino doversi<br />

effettivamente attribuire alla varietà nominale della specie. Aster novi-belgii subsp. laevigatus (= A. laevigatus), segnalato in Lombar<strong>di</strong>a da Fiori<br />

(1927a), Giacomini (1950) e Arietti & Crescini (1980), non si <strong>di</strong>stingue dal tipo della specie (Hoffmann, 1996).<br />

Facilmente confon<strong>di</strong>bile con altri Symphyotrichum: rispetto a S. lanceolatum, l’entità <strong>di</strong> gran lunga più <strong>di</strong>ffusa allo stato spontaneo, presenta foglie<br />

abbraccianti e capolini <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni.<br />

Bibliografia: Arietti & Crescini, 1980; Brouillet et al., 2006; Fiori, 1927a; Giacomini, 1950; Hoffmann, 1996; Yeo, 2000<br />

astro<br />

ericoide<br />

Famiglia: Asteraceae<br />

Nome scientifico: Symphyotrichum pilosum (Willd.) G.L.Nesom<br />

Nome volgare: astro ericoide<br />

Basionimo: Aster pilosus Willd.<br />

Sinonimi: Aster ericoides auct., non L.<br />

Aster ericoides L. var. pilosus (Willd.) Porter<br />

Aster lateriflorus auct., non (L.) Britton<br />

Aster vimineus auct., non Lam.<br />

Solidago lateriflora auct., non L.<br />

Symphyotrichum ericoides auct., non (L.) G.L.Nesom<br />

Symphyotrichum lateriflorum auct., non (L.) Á.Löve & D.Löve<br />

Tipo biologico: Hscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea perenne, alta sino a circa 1.5-2 m, dotata <strong>di</strong> un rizoma più o meno lungo; fusto eretto, da glabro<br />

a densamente irsuto. Foglie basali assenti alla fioritura; foglie cauline con lamina ellittico-lanceolata, lineare-oblunga, linearelanceolata<br />

o lineare-oblanceolata, 4-10.2×0.5-2.5 cm (le inferiori scomparse alla fioritura e spesso con ciuffetti ascellari <strong>di</strong><br />

piccole foglie; le superiori via via ridotte), margine da intero a seghettato, peduncolate o subsessili (picciolo strettamente<br />

o largamente alato, abbracciante), base da attenuata a cuneata ± abbracciante, apice attenuato e involuto, formante una<br />

spinula ialina. Capolini <strong>di</strong>sposti in infiorescenza piramidale o panicolata, spesso unilaterali; involucro <strong>di</strong> (2.5-)3.5-5.1(-6.5) mm,<br />

con squame ad apice involuto, formante una caratteristica spinula ialina; fiori del raggio (10-)16-28(-38), con ligule lunghe<br />

(4-)5.4-7.5(-11) mm e <strong>di</strong> colore usualmente bianco (raramente rosate o bluastre); fiori del <strong>di</strong>sco tubulosi (13-)17-39(-67), <strong>di</strong><br />

colore giallo chiaro, porpora-rossastri o marroni a maturità. Frutto costituito da un achenio lungo 1-1.5 mm, sormontato da<br />

un pappo <strong>di</strong> 3.5-4 mm.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: agosto-ottobre.<br />

Area d’origine: Nordamerica orientale.<br />

Habitat: Si rinviene soprattutto in ambienti ruderali (margini stradali e <strong>di</strong> sentieri, cantieri abbandonati, <strong>di</strong>scariche ecc.).<br />

In habitat a maggior naturalità è presente nelle fasce erbose dei campi oppure in boscaglie degradate. Ha comunque un<br />

carattere sinantropico e pre<strong>di</strong>lige le posizioni ben soleggiate.<br />

Distribuzione nel territorio: Sinora conosciuto per la Lombar<strong>di</strong>a centrale e occidentale, soprattutto nelle fasce planiziale e<br />

collinare. Brescia (NAT), Lecco (NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), Monza e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (NAT).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Italia in periodo imprecisato. In Lombar<strong>di</strong>a conosciuto in natura dall’inizio del<br />

XXI secolo e segnalato per la prima volta da Banfi et al. (2009) sotto il nome erroneo <strong>di</strong> S. lateriflorum.<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata, per floricoltura.<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Data la modesta <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questa specie, l’impatto è attualmente trascurabile.<br />

Note: Specie tra<strong>di</strong>zionalmente confusa con S. ericoides o altre specie simili (Hoffmann, 1996; Chmielewski & Semple, 2001b; Brouillet et al., 2006);<br />

in Lombar<strong>di</strong>a precedentemente confusa con S. lateriflorum.<br />

La cultivar ‘Monte Cassino’, afferente alla var. pringlei (A.Gray) G.L.Nesom, è largamente coltivata e venduta come fiore reciso.<br />

Bibliografia: Banfi et al., 2009; Brouillet et al., 2006; Chmielewski & Semple, 2001b; Hoffmann, 1996; Yeo, 2000<br />

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