LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano
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cerfoglio<br />
bulboso<br />
Tipo biologico: Hbienn<br />
Descrizione: Pianta erbacea robusta, alta 1-2 m, con ra<strong>di</strong>ce a fittone ingrossato (larga fino a 6 cm) e fusto eretto, fistoloso,<br />
peloso nella porzione inferiore. Foglie a perimetro triangolare, 2-4-pennatosette, con segmenti terminali da lanceolati<br />
a lineari, larghi 0.5-2 mm. Fiori in ombrelle a 15-20 raggi, prive <strong>di</strong> involucro o con poche brattee precocemente caduche;<br />
involucretti presenti, formati da bratteole lanceolato-lineari, acuminate; petali 5, trilobati (lobo me<strong>di</strong>ano inflesso), bianchi;<br />
stami 5, <strong>di</strong>varicati, con filamento ricurvo all’apice; ovario infero, con 2 stili <strong>di</strong>vergenti a base conica (stilopo<strong>di</strong>o). Il frutto è un<br />
polachenario (più noto come <strong>di</strong>achenio), cilindrico-conico, lungo 5-7 mm, costituito da 2 mericarpi percorsi da sottili coste<br />
longitu<strong>di</strong>nali, dorsali e laterali tutte simili tra loro.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-agosto.<br />
Area d’origine: Europa centro-orientale e Asia occidentale.<br />
Habitat: Boscaglie golenali.<br />
Distribuzione nel territorio: Cremonese, lungo il Po. Cremona (NAT).<br />
Periodo d’introduzione: Possibile neofita, la cui introduzione in Italia e Lombar<strong>di</strong>a è <strong>di</strong>fficilmente databile. Segnalata per la<br />
prima volta in Lombar<strong>di</strong>a da Bonali (2002b); la precedente segnalazione <strong>di</strong> Nocca & Balbis (1816) per il Monte Penice (a cavallo<br />
tra le province <strong>di</strong> Pavia e Piacenza) è stata successivamente esclusa da Rota (1847).<br />
Modalità d’introduzione: Deliberata (pianta da orto per la ra<strong>di</strong>ce commestibile).<br />
Status: Naturalizzata.<br />
Dannosa: No.<br />
Impatto: Inesistente.<br />
Note: Questa pianta <strong>di</strong> interesse alimentare, con gli stessi usi della carota, era coltivata in Europa fino al secolo XIX, specialmente nel territorio<br />
compreso fra Austria e Ungheria (area pannonica). Oggi tale coltura è stata rilanciata ed è localmente in ripresa. In Italia si coltivava <strong>di</strong> riflesso in<br />
aree limitate del Piemonte, ma l’uso della pianta rimase confinato a tale situazione, fino ad estinguersi lasciando sparse tracce <strong>di</strong> naturalizzazione.<br />
La recente segnalazione lombarda fa presumere che qualcuno ne abbia ripreso la coltura in territorio regionale.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo infine che l’habitus, le foglie e le infiorescenze rendono la pianta facilmente confon<strong>di</strong>bile con la cicuta maggiore (Conium maculatum<br />
L.), nota per la pericolosità, che tuttavia si <strong>di</strong>stingue per le macchie porpora violaceo del fusto, confluenti nella metà inferiore e per i frutti<br />
subglobosi, nerastri a maturità.<br />
Bibliografia: Bonali, 2002b; Bonali & D’Auria, 2007; Bonali et al., 2006a; Nocca & Balbis, 1816; Rota, 1847<br />
Famiglia: Apiaceae<br />
Nome scientifico: Chaerophyllum bulbosum L.<br />
Nome volgare: cerfoglio bulboso<br />
Sinonimi: Myrrhis bulbosa (L.) All.<br />
sedanella<br />
americana<br />
Tipo biologico: Tscap<br />
Descrizione: Erba annuale, alta 20-50 cm, a fusti gracili e sottili, ramosi, con rami largamente <strong>di</strong>vergenti. Foglie bitripennatosette<br />
a segmenti lineari, capillari, larghi 1 mm o meno. Fiori in ombrelle composte ridottissime, generalmente a<br />
2(-3) raggi; involucro e involucretti assenti; fiori molto piccoli, con 5 petali bianchi ad apice trilobo (lobo me<strong>di</strong>ano riflesso);<br />
stami 5; ovario infero, con 2 stili <strong>di</strong>vergenti. Frutto (polachenario) costituito da 2 mericarpi globosi.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: maggio-giugno.<br />
Area d’origine: Sudamerica.<br />
Habitat: Aiuole, ruderi, macerie.<br />
Distribuzione nel territorio: Planiziale orientale. Bergamo (CAS), Brescia (NAT), Lecco (NAT).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, segnalata per la prima volta in Lombar<strong>di</strong>a da Perico (2004) nel lecchese.<br />
Modalità d’introduzione: Accidentale, per probabile contaminazione <strong>di</strong> merci.<br />
Status: Naturalizzata.<br />
Dannosa: No.<br />
Impatto: Nullo.<br />
Note: È pianta in<strong>di</strong>vidualmente effimera, che forma popolamenti “mobili” all’interno delle aree da essa colonizzate.<br />
Bibliografia: Perico, 2004<br />
Famiglia: Apiaceae<br />
Nome scientifico: Cyclospermum leptophyllum (Pers.)<br />
Sprague ex Britton & P.Wilson<br />
Nome volgare: sedanella americana<br />
Basionimo: Pimpinella leptophylla Pers.<br />
Sinonimi: Apium leptophyllum (Pers.) F.Muell. ex Benth.<br />
Cyclospermum leptophyllum (Pers.) Sprague, comb. inval.<br />
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