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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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ligustro<br />

lucido<br />

Famiglia: Oleaceae<br />

Nome scientifico: Ligustrum lucidum W.T.Aiton<br />

Nome volgare: ligustro lucido, ligustro arboreo<br />

Tipo biologico: nPscap<br />

Descrizione: Albero alto sino a 10(-15) m. Foglie opposte, semprever<strong>di</strong>, coriacee; picciolo <strong>di</strong> 1-3 cm; lamina da ovata a ovatolanceolata,<br />

<strong>di</strong> 6-17×3-8 cm, verde scuro lucente sulla pagina superiore, verde più chiaro inferiormente; margine intero, base<br />

arrotondata o talvolta attenuata, apice acuto o acuminato. Infiorescenza in larga pannocchia terminale ai rami, <strong>di</strong> 8-25×5-20<br />

cm; fiori subsessili; calice lungo 1.5-2 mm; corolla <strong>di</strong> 4-5 mm, bianco crema, con tubo lungo circa quanto i lobi, che sono 4.<br />

Frutto rappresentato da una bacca nero-azzurrognola, pruinosa, obovoide, spesso un po’ falcata, <strong>di</strong> 7-10×4-6 mm, con 1-4<br />

semi.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-luglio.<br />

Area d’origine: Asia orientale (Cina).<br />

Habitat: Boschi a carattere termofilo, quasi sempre in posizioni calde e riparate; <strong>di</strong> rado e soltanto con plantule o giovani<br />

esemplari in altri tipi <strong>di</strong> formazioni forestali. Forma un bosco quasi puro su una rupe calcarea (Sasso Poiano, Caravate, VA), dove<br />

però sembra risentire dell’ari<strong>di</strong>tà edafica estiva.<br />

Distribuzione nel territorio: In Lombar<strong>di</strong>a è presente allo stato naturalizzato soprattutto lungo i principali laghi insubrici<br />

(Verbano, Lario, Benaco) e territori limitrofi, ove è invasiva (150-450 m s.l.m.). Bergamo (NAT), Brescia (INV), Como (INV),<br />

Cremona (CAS), Lecco (INV), <strong>Milano</strong> (CAS), Mantova (CAS), Varese (INV).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Europa nel 1794, in Italia presumibilmente un po’ più tar<strong>di</strong> e inizialmente<br />

scambiata come curiosità da giar<strong>di</strong>no fra aristocratici proprietari <strong>di</strong> ville signorili, quin<strong>di</strong> estesa al verde pubblico in parchi e<br />

alberature stradali. In Lombar<strong>di</strong>a segnalata come naturalizzata da De Carli et al. (1999).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (parchi, giar<strong>di</strong>ni, alberature).<br />

Status: Invasiva.<br />

Dannosa: Sì.<br />

Impatto: Questa specie è in grado <strong>di</strong> costituire formazioni quasi pure e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> alterare il tipico paesaggio forestale<br />

lombardo nei luoghi invasi, dove il bosco sarebbe invece dominato da latifoglie decidue. Mo<strong>di</strong>fica inoltre la bio<strong>di</strong>versità del<br />

sottobosco, con riflessi anche sui processi biogeochimici nel suolo.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Taglio selettivo, ripetuto per alcuni anni, nel caso <strong>di</strong> forte infestazione coa<strong>di</strong>uvato dall’impiego <strong>di</strong><br />

erbici<strong>di</strong> sui polloni; quin<strong>di</strong> provvedere alla piantagione <strong>di</strong> arbusti in<strong>di</strong>geni. Pronta rimozione delle giovani piante in aree <strong>di</strong><br />

neo-invasione. Evitare assolutamente la fruttificazione.<br />

Note: Impiegata in parchi e giar<strong>di</strong>ni, viene talvolta utilizzata anche per le alberature stradali. La <strong>di</strong>ffusione è caratteristicamente ornitocora. Può<br />

essere confusa con un altro ligustro coltivato, L. japonicum Thunb., che però si <strong>di</strong>stingue per la taglia (arbusto non superante i 3 m in altezza), per le<br />

foglie da ovate a largamente ellittiche, lunghe al massimo 8 cm e, infine, per la corolla complessivamente più lunga (almeno 6 mm); in Lombar<strong>di</strong>a<br />

non è mai stato trovato in natura.<br />

Bibliografia: Bonali et al., 2006a; Cerabolini et al., 2008; De Carli et al., 1999; Frattini, 2008; Green, 1997; Kleih, 2007; Macchi, 2005<br />

ligustro<br />

da siepe<br />

Famiglia: Oleaceae<br />

Nome scientifico: Ligustrum ovalifolium Hassk.<br />

Nome volgare: ligustro da siepe, martello<br />

Tipo biologico: nPscap<br />

Descrizione: Arbusto semideciduo alto 2-3 m, glabro in ogni parte, con ritidoma liscio, grigio scuro. Foglie con picciolo<br />

<strong>di</strong> 3-4 mm e lamina ovata, subcoriacea, lunga 3-7 cm, verde scuro con riflessi satinati sulla faccia adassiale, verde chiaro<br />

opaco su quella abassiale, a margine intero e non ondulato, nervo me<strong>di</strong>ano visibile. Fiori numerosi in pannocchie <strong>di</strong> 5-10 cm,<br />

fortemente odorosi; corolla bianco panna, con tubo <strong>di</strong> 5-6 mm (più lungo dei lobi) e lembo a 4 lobi lunghi 2-3 mm; stami 2;<br />

ovario supero. Il frutto è una drupa subglobosa, nera e lucida, <strong>di</strong> 5-7 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-luglio.<br />

Area d’origine: Asia orientale (Giappone settentrionale e centrale).<br />

Habitat: Siepi abbandonate, margini <strong>di</strong> boscaglie.<br />

Distribuzione nel territorio: È presente in tutto il territorio regionale (50-650 m s.l.m.), anche se con <strong>di</strong>scontinuità. Bergamo<br />

(NAT), Brescia (NAT), Como (INV), Cremona (NAT), Lecco (NAT), Monza e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (INV), Mantova (NAT), Pavia<br />

(CAS), Varese (INV).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Europa nel 1847, in Italia presumibilmente un po’ più tar<strong>di</strong>; in Lombar<strong>di</strong>a<br />

segnalata per la prima volta da Giordana (1995).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata: commercio vivaistico, come soggetto da siepe; <strong>di</strong>ffusa in natura da merli e altri<br />

passeriformi frugivori.<br />

Status: Invasiva.<br />

Dannosa: Sì.<br />

Impatto: Questo ligustro può formare un denso mantello arbustivo, alterando la bio<strong>di</strong>versità del sottobosco, con riflessi<br />

anche sui processi biogeochimici del suolo. Di minor peso l’impatto sul paesaggio, in quanto la specie forma cespuglieti<br />

complessivamente piuttosto <strong>di</strong>afani.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Taglio selettivo, ripetuto per alcuni anni e/o coa<strong>di</strong>uvato dall’impiego <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong>; provvedere quin<strong>di</strong><br />

alla piantagione <strong>di</strong> arbusti in<strong>di</strong>geni. Pronta rimozione delle giovani piante in aree <strong>di</strong> neo-invasione. Prevenire in ogni modo<br />

la fruttificazione.<br />

Note: Il ligustro cinese (L. sinense, ve<strong>di</strong> scheda) si <strong>di</strong>stingue per il ritidoma (“corteccia”) grigio chiaro, ma soprattutto per le foglie decidue, sottili,<br />

verde opaco <strong>di</strong> sopra (senza riflessi satinati), da ellittiche a ellittico-oblunghe, con i margini talvolta ondulati, e per i rametti dell’anno ricoperti <strong>di</strong><br />

una densa pubescenza giallo-grigiastra; i fiori presentano tubo corollino meno allungato rispetto al lembo e sono meno intensamente odorosi.<br />

Anche questa specie denota efficiente auto<strong>di</strong>sseminazione sviluppando plantule sia intorno alle piante madri sia a notevole <strong>di</strong>stanza da queste.<br />

Bisogna però osservare che <strong>di</strong>fficilmente viene raggiunta la maturità riproduttiva e solo occasionalmente si arriva alla fondazione <strong>di</strong> piccoli nuclei<br />

popolazionali isolati. Entrambi questi ligustri esotici vengono tuttora confusi con il vero ligustro nostrano (L. vulgare L.), entità eurasiatica propria<br />

dello strato arbustivo delle cenosi boschive meso-termofile, che si riconosce dalle foglie (decidue) ellittiche o lanceolate, lunghe fino a 4 cm, opache.<br />

Infine non possiamo <strong>di</strong>menticare il ligustro lucido (L. lucidum, ve<strong>di</strong> scheda), anch’esso <strong>di</strong> origine Est-asiatica, un inconfon<strong>di</strong>bile grosso arbusto o<br />

alberello sempreverde con tronco <strong>di</strong> tutto rispetto, che può raggiungere 12 m d’altezza in esemplari monumentali: ha foglie coriacee, lunghe 8-12<br />

cm, ovate, lungamente acuminate, lucenti su entrambe le facce, verde scuro sopra, più chiare sotto; sviluppa in piena estate, all’apice dei rami,<br />

gran<strong>di</strong> pannocchie piramidali con numerosissimi fiori bianco-giallognoli, seguiti da drupe obovoi<strong>di</strong>, nero-azzurre in inverno per la presenza <strong>di</strong><br />

pruina sull’epicarpo; si tratta <strong>di</strong> entità naturalizzata in varie parti del territorio nazionale, Lombar<strong>di</strong>a compresa.<br />

Bibliografia: Banfi & Galasso, 1998; Bonali et al., 2006a; Cerabolini et al., 2008; De Carli et al., 1999; Giordana, 1995; Green, 1997; Kleih, 2007<br />

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