LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano
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veronica<br />
pellegrina<br />
Tipo biologico: Tscap<br />
Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 5-25 cm, con fusti, rami e foglie glabri. Foglie opposte, sessili; le inferiori<br />
oblanceolate, le superiori strettamente oblunghe, 1-2.5×0.2-0.6(-0.8) cm, con margine intero o dentato. Infiorescenze in<br />
racemi terminali e ascellari; brattee simili alle foglie, ma leggermente più piccole; pe<strong>di</strong>celli lunghi meno <strong>di</strong> 2 mm; calice con<br />
4 lobi; corolla in genere bianca, rotata, <strong>di</strong> circa 2 mm. Frutto costituito da una capsula obcordata, fortemente compressa, più<br />
ampia che lunga.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: maggio-giugno.<br />
Area d’origine: Nordamerica centro-orientale.<br />
Habitat: Preferisce suoli umi<strong>di</strong>, in posizioni soleggiate o solo parzialmente ombreggiate. Di solito si rinviene in pozze<br />
temporaneamente umide presso aree boscate, comunque in aree soggette a <strong>di</strong>sturbo antropico e con <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> suolo<br />
nudo. È presente anche come infestante nei giar<strong>di</strong>ni.<br />
Distribuzione nel territorio: Presenza spora<strong>di</strong>ca su tutto il territorio regionale, soprattutto nella fascia planiziale (50-400 m<br />
s.l.m.). Bergamo (NAT), Brescia (NAT), Cremona (NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), Monza e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (NAT), Mantova (NAT), Pavia<br />
(NAT), Sondrio (NAT), Varese (NAT).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, naturalizzata in Italia dal Settecento.<br />
Modalità d’introduzione: Accidentale.<br />
Status: Naturalizzata.<br />
Dannosa: No.<br />
Impatto: Irrilevante.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Tramite estirpazione manuale o sarchiatura.<br />
Note: Popolazioni con peli ghiandolari sono state rinvenute nel bresciano e cremonese (Zanotti, 2008); esse sono state descritte come var.<br />
xalapensis, ma sono prive <strong>di</strong> valore sistematico.<br />
Bibliografia: Viola, 1955<br />
Famiglia: Plantaginaceae<br />
Nome scientifico: Veronica peregrina L.<br />
Nome volgare: veronica pellegrina<br />
Sinonimo: Veronica chilensis Kunth<br />
Veronica peregrina L. var. xalapensis (Kunth) Pennell<br />
Veronica xalapensis Kunth<br />
buddleja<br />
Famiglia: Scrophulariaceae<br />
Nome scientifico: Buddleja davi<strong>di</strong>i Franch.<br />
Nome volgare: buddleja, buddleia, albero delle farfalle,<br />
lillà dell’estate<br />
Sinonimo: Buddleja variabilis Hemsl.<br />
Tipo biologico: nPcaesp<br />
Descrizione: Arbusto <strong>di</strong> 1-5 m <strong>di</strong> altezza, con fusti ramosi, piuttosto fragili, pubescenti da giovani e quasi tetragoni; corteccia<br />
bruno-grigiasta sud<strong>di</strong>visa in lunghe fibre longitu<strong>di</strong>nali. Foglie picciolate o subsessili, opposte, lanceolate od ovato-lanceolate,<br />
lunghe 10-25 cm, acute e seghettate, verde scure <strong>di</strong> sopra e bianco-cotonose <strong>di</strong> sotto; le nervature sono infossate <strong>di</strong> sopra<br />
e sporgenti <strong>di</strong> sotto. Fiori numerosissimi, piccoli, tubulosi, lilla o porpora, con fauce arancione, molto profumati e riuniti in<br />
appariscenti grappoli terminali ai rami, stretti (cilindrici), lunghi 10-30 cm e penduli; il calice è bianco-tomentoso e piccolo, <strong>di</strong><br />
2.5 mm. I frutti sono delle piccole capsule contenenti numerosi semi alati.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: maggio-settembre.<br />
Area d’origine: Asia orientale (Cina).<br />
Habitat: Rive, vicinanze <strong>di</strong> corsi d’acqua, alluvioni, ghiaie, greti, ambienti ruderali e semiruderali (cave <strong>di</strong> ghiaia, pietra o<br />
marne), arbusteti meso-termofili e boschi ripariali (pioppeti, ontaneti, frassineti umi<strong>di</strong> e saliceti arborei).<br />
Distribuzione nel territorio: Ovunque, dalla fascia planiziale a quella submontana (0-1˙100 m s.l.m.), soprattutto lungo i<br />
fiumi e intorno ai laghi (Maggiore, Garda ecc.). Bergamo (INV), Brescia (INV), Como (INV), Cremona (INV), Lecco (INV), Lo<strong>di</strong><br />
(INV), Monza e Brianza (INV), <strong>Milano</strong> (INV), Mantova (NAT), Pavia (INV), Sondrio (INV), Varese (INV).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Europa nel 1896; in Lombar<strong>di</strong>a coltivata almeno dal 1920 e naturalizzata<br />
almeno dal 1931 a Brescia (Fiori, 1935).<br />
Modalità d’introduzione: Deliberata (coltivata per ornamento in parchi e giar<strong>di</strong>ni).<br />
Status: Invasiva.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: È una specie fortemente invasiva, soprattutto su terreni degradati, ari<strong>di</strong> o ben drenati (ambienti fluviali o ruderali<br />
e perturbati dall’uomo), in quanto forma popolamenti densi che soppiantano la vegetazione in<strong>di</strong>gena riducendo così la<br />
bio<strong>di</strong>versità delle comunità preesistenti e mo<strong>di</strong>ficando la fisionomia del paesaggio naturale. L’estrema e capillare <strong>di</strong>ffusione sul<br />
territorio regionale si deve al suo comportamento da pioniera: è, infatti, pianta rustica, che si adatta molto bene ad ogni tipo <strong>di</strong><br />
suolo (pur preferendo quello calcareo), non teme il gelo sopportando temperature fino a -15°, ha un accrescimento rapido e<br />
si propaga vegetativamente grazie a stoloni sotterrranei e sessualmente me<strong>di</strong>ante un’abbondante produzione <strong>di</strong> semi (fino a<br />
3 milioni per pianta), che il vento riesce a trasportare a lunghe <strong>di</strong>stanze. È specie inclusa nella lista nera delle specie alloctone<br />
vegetali oggetto <strong>di</strong> monitoraggio, contenimento o era<strong>di</strong>cazione, allegata alla l.r. 10/2008 della Lombar<strong>di</strong>a; è inoltre inserita tra<br />
le specie esotiche a carattere infestante e dannose per la conservazione della bio<strong>di</strong>versità riportate nel r.r. 5/2007.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Taglio selettivo prima della fioritura, ripetuto per alcuni anni e/o coa<strong>di</strong>uvato dall’impiego <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong>,<br />
soprattutto in caso <strong>di</strong> ripollonamento; quin<strong>di</strong> si deve non lasciare il terreno nudo, ma favorire la vegetazione spontanea con la<br />
semina <strong>di</strong> specie in<strong>di</strong>gene. Visto che sopporta molto bene anche le drastiche potature, che anzi la ringiovaniscono rendendola<br />
così più vigorosa, l’azione <strong>di</strong> contenimento migliore sarebbe quella <strong>di</strong> sra<strong>di</strong>care ogni singola pianta. Si dovrebbe anche<br />
intervenire preventivamente, soprattutto in vicinanza <strong>di</strong> zone sensibili, invitando i giar<strong>di</strong>nieri e la popolazione a rinunciare al<br />
suo uso ornamentale sostituendola con altre specie o cultivar meno invasive, o ad<strong>di</strong>rittura con specie autoctone; in alternativa<br />
si potrebbe suggerire <strong>di</strong> potare la pianta prima della fruttificazione e bruciare la parte tagliata, evitando così la <strong>di</strong>spersione<br />
dei semi.<br />
Note: Nonostante sia nota come l’albero delle farfalle, in realtà è dannosa anche per loro poiché attira e nutre solo quelle cosiddette “generaliste”,<br />
mentre le farfalle “specialiste”, cioè quelle che per il loro ciclo vitale necessitano <strong>di</strong> determinate specie vegetali in<strong>di</strong>gene, non sopravvivono se le<br />
loro piante nutrici si rarefanno in seguito all’invasività della buddleja.<br />
Bibliografia: Fiori, 1935<br />
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