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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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pianta<br />

della seta<br />

Tipo biologico: Hscap<br />

Descrizione: Pianta perenne erbacea, alta 100-150 cm, con rizoma strisciante e fusti <strong>di</strong>ffusi, eretti, semplici, glaucescenti.<br />

Foglie opposte, con picciolo <strong>di</strong> 1 cm e lamina ellittica o lanceolata <strong>di</strong> 15-23×5-9 cm, acuminata, alla base arrotondata, grigiotomentosa<br />

sulla faccia abassiale. Ombrelle fiorifere contratte, su peduncoli ascellari <strong>di</strong> 5-10 cm, formate da fiori lunghi 6-8<br />

mm sorretti da pe<strong>di</strong>celli <strong>di</strong> 3-6 cm, con corolla roseo-porporina a 5 lobi riflessi all’antesi e corona interna <strong>di</strong> 5 segmenti liberi,<br />

ognuno provvisto <strong>di</strong> appen<strong>di</strong>ce adassiale centrale ricurva sopra un’antera (5 stami); ovario supero, bicarpellare, con 2 stili<br />

inferiormente liberi, uniti per gli stigmi. Frutti: follicoli fusiformi <strong>di</strong> 8-11×2-3 cm, biancastro-pubescenti, solcati, spinosi; semi<br />

bruni, appiattiti, ovoidali, con un ciuffo <strong>di</strong> lunghi peli argentei all’apice.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-agosto.<br />

Area d’origine: Nordamerica orientale.<br />

Habitat: Boschi umi<strong>di</strong> ripariali e siepi, più raramente margini dei campi e incolti.<br />

Distribuzione nel territorio: In pianura, soprattutto lungo il Ticino e spora<strong>di</strong>camente lungo il Po e altri fiumi. Brescia (NAT),<br />

Cremona (NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), Monza e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (NAT), Pavia (NAT), Sondrio (NAT), Varese (NAT).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, coltivata in Italia sin dalla prima metà del secolo XVII; in Lombar<strong>di</strong>a segnalata lungo il Ticino<br />

presso Pavia da Fiori & Paoletti (1902).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata, per la fibra tessile estratta dai fusti quale surrogato della seta (era il periodo delle morie<br />

del baco da seta).<br />

Status: Naturalizzata, localmente abbondante.<br />

Dannosa: Potenzialmente sì.<br />

Impatto: Lungo le sponde del Ticino, nel suo corso inferiore e alla confluenza con il fiume Po, forma popolamenti fitti ed<br />

estesi <strong>di</strong> un certo rilievo.<br />

Note: È una specie da tenere sotto controllo, inserita nella Watch List della Svizzera (http://www.cps-skew.ch/italiano/lista_nera.htm).<br />

Bibliografia: Fiori & Paoletti, 1902<br />

Famiglia: Apocynaceae<br />

Nome scientifico: Asclepias syriaca L.<br />

Nome volgare: pianta della seta, lino d’In<strong>di</strong>a<br />

Sinonimo: Asclepias cornuti Decne., nom. illeg.<br />

buglossa<br />

sempreverde<br />

Tipo biologico: Hscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea perenne, alta 40-80 cm, con fusto ispido per setole <strong>di</strong> 1-2.5 mm. Foglie inferiori svernanti,<br />

provviste <strong>di</strong> picciolo lungo 2-15 cm e lamina ovata <strong>di</strong> 7-20×3-10 cm, intera; foglie superiori sessili e più piccole (lunghe 5-12<br />

cm). Infiorescenza terminale, costituita da cincinni peduncolati inseriti ciascuno all’ascella <strong>di</strong> una brattea; fiori pentameri, con<br />

calice a 5 denti lungo 2.5-5 mm; corolla azzurro chiaro, con tubo <strong>di</strong> 4-5×3.5-4.8 mm e lembo a 5 lobi, del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 8-10 mm,<br />

con fauce provvista <strong>di</strong> un’appen<strong>di</strong>ce linguiforme alla base <strong>di</strong> ogni lobo; stami 5, inseriti alternatamente alle appen<strong>di</strong>ci, <strong>di</strong> poco<br />

più brevi <strong>di</strong> queste; ovario supero a 4 loculi. Il frutto è un microbasario, cioè uno schizocarpo formato da 4 nucule (mericarpi)<br />

ovoi<strong>di</strong>, inserite obliquamente sulla base comune.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: maggio-giugno.<br />

Area d’origine: Europa sudoccidentale (atlantica).<br />

Habitat: Scarpate ombreggiate.<br />

Distribuzione nel territorio: Pianura comasca; l’unica stazione lombarda sinora conosciuta è sita a 270 m s.l.m. Como (NAT).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, coltivata in Italia dal Cinquecento, in natura raccolta con certezza, nel passato, solo sui<br />

Colli Euganei (Veneto) nel 1835 (Bertoloni, 1835) e 1842 (Trevisan, 1842), dove non è stata più ritrovata (Selvi & Bigazzi, 1998);<br />

recentemente osservata in Lombar<strong>di</strong>a, ove appare naturalizzata almeno dal 2003 (Galasso & Selvi, 2007).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (interesse ornamentale).<br />

Status: Naturalizzata. Nel sito <strong>di</strong> ritrovamento si riproduce regolarmente, ma la sua permanenza è legata alla presenza <strong>di</strong> siepi<br />

ombreggianti; infatti dove queste sono state rimosse la pianta è scomparsa repentinamente.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Irrilevante.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Finora non necessarie.<br />

Note: Neofita <strong>di</strong> recentissima segnalazione per il territorio lombardo, nel passato già nota per un altro sito dell’Italia settentrionale; non può<br />

essere confusa con boraginacee affini presenti in Lombar<strong>di</strong>a, per la combinazione unica dei caratteri, tra i quali spicca la persistenza invernale<br />

delle foglie basali.<br />

Bibliografia: Bertoloni, 1835; Galasso & Selvi, 2007; Selvi & Bigazzi, 1998; Trevisan, 1842<br />

Famiglia: Boraginaceae<br />

Nome scientifico: Pentaglottis sempervirens (L.)<br />

Tausch ex L.H.Bailey<br />

Nome volgare: buglossa sempreverde<br />

Basionimo: Anchusa sempervirens L.<br />

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