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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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euForBia<br />

prostrata<br />

Famiglia: Euphorbiaceae<br />

Nome scientifico: Chamaesyce prostrata (Aiton) Small<br />

Nome volgare: euforbia prostrata<br />

Basionimo: Euphorbia prostrata Aiton<br />

Sinonimi: Anisophyllum prostratum (Aiton) Haw.<br />

Tithymalus prostratus (Aiton) Samp.<br />

Tipo biologico: Trept<br />

Descrizione: Pianta erbacea annuale con fusto appressato al suolo, ramosissimo, pubescente (<strong>di</strong> solito glabro alla basse),<br />

contenente un latice bianco; rami lunghi fino a 35 cm. Foglie opposte, da ellittiche a oblunghe, 5.6-9×4-6 mm, asimmetriche<br />

alla base, seghettate <strong>di</strong>stalmente, generalmente pubescenti (maggiormente sulla pagina inferiore), con apice ottuso; presenza<br />

<strong>di</strong> stipole laciniate. Infiorescenza a ciazio: un ricettacolo a coppa provvisto sul margine <strong>di</strong> 4-5 ghiandole nettarifere sporgenti<br />

all’esterno me<strong>di</strong>ante un’appen<strong>di</strong>ce allargata, purpurea, con evidente funzione vessillare; fiori senza perianzio, uno femminile<br />

centrale costituito da un ovario supero, triloculare, con 3 stili, gli altri maschili, <strong>di</strong>sposti in una serie circolare attorno al primo,<br />

ridotti a 1 singolo stame ciascuno. Il frutto è una capsula a 3 loculi convessi e sporgenti (tricocca), 1.2-1.6×1-1.5 mm, con peli<br />

patenti solo sulle carene; un seme per loculo, ovoide, quadrangolare, grigio, con 5-7 solchi trasversali.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: maggio-ottobre.<br />

Area d’origine: America (probabilmente della regione caraibica).<br />

Habitat: Incolti calpestati, marciapie<strong>di</strong>, selciati, massicciate ferroviarie, greti fluviali.<br />

Distribuzione nel territorio: In tutto il territorio, planiziale e collinare. Bergamo (INV), Brescia (INV), Cremona (INV), Lecco<br />

(INV), Lo<strong>di</strong> (INV), Monza e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (INV), Mantova (INV), Pavia (INV), Varese (INV).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Italia almeno dal principio dell’Ottocento in alcuni Orti botanici ed in seguito<br />

naturalizzatasi; in Lombar<strong>di</strong>a segnalata per la prima volta da Arietti & Crescini (1980), ma presente già dal 1914 a <strong>Milano</strong><br />

(Zucchetti et al., 1986).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (Orti botanici).<br />

Status: Invasiva.<br />

Dannosa: Sì.<br />

Impatto: Nei greti fluviali compete con le specie autoctone deteriorando la bio<strong>di</strong>versità delle comunità vegetali caratteristiche<br />

<strong>di</strong> quell’habitat.<br />

Note: Pianta densamente pelosa come C. nutans e C. maculata, dalle quali può essere facilmente <strong>di</strong>stinta per le capsule con peli patenti soltanto<br />

sulle carene e i semi provvisti <strong>di</strong> 5-7 solchi trasversali. Le forme pubescenti dell’autoctona C. canescens (L.) Prokh. si <strong>di</strong>stinguono per la presenza <strong>di</strong><br />

peli patenti <strong>di</strong>stribuiti su tutta la superficie della capsula.<br />

Bibliografia: Arietti & Crescini, 1980; Benedí & Orell, 1992; Chiovenda, 1895; Hügin, 1998, 1999; Zucchetti et al., 1986<br />

euForBia<br />

delle<br />

Ferrovie<br />

Famiglia: Euphorbiaceae<br />

Nome scientifico: Chamaesyce nutans (Lag.) Small<br />

Nome volgare: euforbia delle ferrovie<br />

Basionimo: Euphorbia nutans Lag.<br />

Sinonimi: Chamaesyce in<strong>di</strong>ca auct., non (Lam.) Croizat<br />

Chamaesyce maculata auct., non (L.) Small<br />

Chamaesyce preslii (Guss.) Arthur<br />

Euphorbia hypericifolia L. subsp. in<strong>di</strong>ca auct.,<br />

non (Lam.) Pignatti, comb. inval.<br />

Euphorbia in<strong>di</strong>ca auct., non Lam.<br />

Euphorbia maculata auct., non L.<br />

Euphorbia preslii Guss. / Euphorbia trinervis Bertol.<br />

Tithymalus nutans (Lag.) Samp.<br />

Tipo biologico: Tscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea annuale alta 10-40(-55) cm, tomentosa, ramosissima alla base, eretto-ascendente. Foglie<br />

opposte, oblunghe, 13-30(-35)×6-10(-16) mm, asimmetriche, seghettate <strong>di</strong>stalmente, da glabresecnti a sparsamente pelose,<br />

con tre nervature evidenti alla base e spesso con una caratteristica chiazza rossa al centro della faccia adassiale (pagina<br />

superiore), con apice subacuto od ottuso; presenza <strong>di</strong> stipole laciniate. Infiorescenza a ciazio: un ricettacolo a coppa provvisto<br />

sul margine <strong>di</strong> 4-5 ghiandole nettarifere sporgenti all’esterno me<strong>di</strong>ante un’appen<strong>di</strong>ce allargata, rosea, con evidente funzione<br />

vessillare; fiori senza perianzio, uno femminile centrale costituito da un ovario supero, triloculare, con 3 stili, gli altri maschili,<br />

<strong>di</strong>sposti in una serie circolare attorno al primo, ridotti a 1 singolo stame ciascuno. Il frutto è una capsula a 3 loculi convessi e<br />

sporgenti (tricocca), 1.8-2.5×1.8-2.5 mm, glabra; un seme per loculo, subovoide, subquadrangolare, grigio-nerastro o brunonerastro,<br />

irregolarmente rugoso.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: luglio-ottobre.<br />

Area d’origine: Nordamerica.<br />

Habitat: Incolti calpestati, marciapie<strong>di</strong>, selciati, massicciate ferroviarie, greti fluviali.<br />

Distribuzione nel territorio: In tutto il territorio, planiziale e collinare. Bergamo (INV), Brescia (INV), Cremona (NAT), Lecco<br />

(NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), Monza e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (NAT), Mantova (INV), Pavia (NAT), Sondrio (NAT), Varese (NAT).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Italia nel Settecento in alcuni Orti botanici ed in seguito naturalizzatasi; in<br />

Lombar<strong>di</strong>a naturalizzata almeno dal 1825 nel mantovano (Lanfossi, 1825, sub E. maculata).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (Orti botanici).<br />

Status: Invasiva.<br />

Dannosa: Sì.<br />

Impatto: Nei greti fluviali compete con le specie autoctone deteriorando la bio<strong>di</strong>versità delle comunità vegetali caratteristiche<br />

<strong>di</strong> quell’habitat.<br />

Note: Pianta ± pelosa come C. nutans e C. prostrata, dalle quali può essere facilmente <strong>di</strong>stinta per le capsule glabre e i semi rugosi, non solcati. Le<br />

forme pubescenti dell’autoctona C. canescens (L.) Prokh. si <strong>di</strong>stinguono per la presenza <strong>di</strong> peli patenti <strong>di</strong>stribuiti su tutta la superficie della capsula.<br />

La segnalazione <strong>di</strong> Euphorbia in<strong>di</strong>ca per il lecchese da parte <strong>di</strong> Pignatti (1955), ripresa da Pignatti (1982) e da Banfi et al. (2009, sub Chamaesyce<br />

hypericifolia), è erronea e da riferirsi a C. nutans (Hügin, 1998). In passato era erroneamente in<strong>di</strong>cata, anche tra gli autori americani, col nome <strong>di</strong><br />

E. maculata.<br />

Bibliografia: Banfi et al., 2009; Benedí & Orell, 1992; Chiovenda, 1895; Hügin, 1998, 1999; Lanfossi, 1825; Pignatti, 1955, 1982<br />

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