LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano
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amaranto<br />
comune<br />
Tipo biologico: Tscap<br />
Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 20-150(-200) cm, con fusto eretto, rossastro alla base, semplice o ramoso<br />
superiormente, da densamente a moderatamente pubescente. Foglie ovate od ovato-rombiche, 2-15×1-7 cm, all’apice<br />
acute, ottuse o subsmarginate, mucronate, con margine intero, piano o leggermente ondulato; picciolo lungo la metà della<br />
lamina o quanto essa. Pianta monoica con fiori unisessuali <strong>di</strong>sposti in infiorescenze terminali ai rami e ascellari, ver<strong>di</strong> o verdeargento,<br />
a volte con sfumature rossastre o giallastre, erette o riflesse, generalmente brevi e dense. Fiori femminili con brattee<br />
da lanceolate a subulate, maggiori del perianzio, (2.5-)3.5-5(-6) mm, acuminate all’apice e con nervo me<strong>di</strong>ano sporgente;<br />
tepali 5, tra loro subeguali o <strong>di</strong>seguali, spatolato-obovati o lanceolato-spatolati, lunghi (2-)2.5-3.5(-4) mm, smarginati od<br />
ottusi all’apice, mucronati. Frutto a capsula deiscente (pissi<strong>di</strong>o), largamente obovato o largamente ellittico, 1.5-2.5 mm, più<br />
breve dei tepali o subeguale, liscio o leggermente rugoso.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-ottobre.<br />
Area d’origine: Nordamerica orientale e centrale.<br />
Habitat: Ruderi e macerie, infestante le colture estive, greti fluviali.<br />
Distribuzione nel territorio: Diffusa in tutto il territorio. Bergamo (INV), Brescia (INV), Como (INV), Cremona (INV), Lecco<br />
(INV), Lo<strong>di</strong> (INV), Monza e Brianza (INV), <strong>Milano</strong> (INV), Mantova (INV), Pavia (INV), Sondrio (INV), Varese (INV).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, conosciuta in Italia dal 1532 per un campione dell’Erbario Cibo conservato a Roma; si tratta<br />
della prima segnalazione <strong>di</strong> una specie neofita <strong>di</strong>ffusasi spontaneamente in Italia (Celesti-Grapow et al., 2009b). La prima<br />
segnalazione per la Lombar<strong>di</strong>a è probabilmente quella <strong>di</strong> Nocca & Balbis (1821).<br />
Modalità d’introduzione: Accidentale.<br />
Status: Invasiva.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: Minaccia la bio<strong>di</strong>versità delle comunità in cui si stabilisce; inoltre è una temibile infestante delle colture estive.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Diserbo nei coltivi.<br />
Note: Si veda la nota ad A. hybridus.<br />
Famiglia: Amaranthaceae<br />
Nome scientifico: Amaranthus retroflexus L.<br />
Nome volgare: amaranto comune, amaranto ripiegato<br />
Bibliografia: Costea et al., 2001; Costea & Tar<strong>di</strong>f, 2003; Celesti-Grapow et al., 2009b; Mosyakin & Robertson, 2003; Nocca & Balbis, 1821<br />
amaranto<br />
tubercolato<br />
Famiglia: Amaranthaceae<br />
Nome scientifico: Amaranthus tuberculatus (Moq.)<br />
J.D.Sauer<br />
Nome volgare: amaranto tubercolato<br />
Basionimo: Acnida tuberculata Moq.<br />
Sinonimo: Amaranthus ru<strong>di</strong>s J.D.Sauer<br />
Amaranthus tamariscunus auct., non Nutt.<br />
Tipo biologico: Tscap<br />
Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta (10-)100-200(-300) cm, con fusto eretto, verde o rossastro, ramificato. raramente<br />
semplice. Foglie ovate od obovate, oblunghe o ellittiche fino a strettamente lanceolate verso l’apice, 1.5-15×0.5-3 cm,<br />
all’apice ottuse, arrotondate o acute, con margine intero e piano; picciolo lungo da un quarto a metà della lamina. Pianta<br />
<strong>di</strong>oica con fiori unisessuali <strong>di</strong>sposti in infiorescenze terminali ai rami, spiciformi-lineari o panicoliformi, raramente interrotte o<br />
globose. Fiori femminili con brattee lunghe 1-2 mm; tepali assenti (A. tuberculatus s.s.) o 1-2 (nelle forme chiamate A. ru<strong>di</strong>s),<br />
spesso ru<strong>di</strong>mentali, lunghi 1-3 mm. Fiori maschili con brattee lunghe 1-2 mm; tepali 5, tra loro eguali o <strong>di</strong>seguali, gli interni<br />
con nervo me<strong>di</strong>ano prominente o non prominente, a volte formante una spina rigida, lunghi 2-3 mm, ottusi, acuti, acuminati<br />
o leggermente mucrunolati all’apice. Frutto a otricello indeiscente (A. tuberculatus s.s.) o a pissi<strong>di</strong>o deiscente (nelle forme<br />
chiamate A. ru<strong>di</strong>s), obovato o subgloboso, da marrone scuro a marrone rossastro, 1.5-2 mm, quasi liscio o irregolarmente<br />
rugoso.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: settembre-ottobre.<br />
Area d’origine: Nordamerica centrale.<br />
Habitat: Greti fluviali, infestante le colture.<br />
Distribuzione nel territorio: Planiziale, soprattutto lungo il Po. Brescia (INV), Cremona (INV), Lo<strong>di</strong> (INV), Mantova (INV),<br />
Pavia (INV).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, segnalata per la prima volta in Italia nel pavese da Soldano (1982), che l’ha osservata<br />
almeno dal 1975.<br />
Modalità d’introduzione: Accidentale.<br />
Status: Invasiva.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: Minaccia la bio<strong>di</strong>versità delle comunità in cui si stabilisce, con coperture pari al 100% lungo il greto del Po.<br />
L’abbondantissimo polline prodotto in fioritura potrebbe essere allergenico.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Eventuale <strong>di</strong>serbo nei coltivi.<br />
Note: Amaranthus ru<strong>di</strong>s (= A. tamariscinus auct.) è stato <strong>di</strong>stinto da A. tuberculatus per la presenza <strong>di</strong> almeno un segmento perianziale nei fiori<br />
femminili e per i frutti deiscenti. Un recente lavoro <strong>di</strong> Pratt & Clark (2001) mostra come questi caratteri non siano costanti e riduce in sinonimia<br />
le due specie, analogamente alla successiva trattazione della Flora del Nord America (Mosyakin & Robertson, 2003). Probabilmente si tratta del<br />
semplice risultato <strong>di</strong> una mutazione monoallelica o pauciallelica (pissi<strong>di</strong>o ›› otricello; 0 tepali ›› 1-2 tepali), analoga a quella avvenuta in A. powellii<br />
(ve<strong>di</strong> nota).<br />
Si ricorda inoltre che il nome A. tamariscinus, sebbene prioritario, non può essere utilizzato poiché il suo tipo non corrisponde a questa specie, bensì<br />
a un ibrido sterile, probabilmente tra A. tuberculatus e un’altra specie non identificata (Sauer, 1972; Pratt & Clark, 2001).<br />
Bibliografia: Bonali et al., 2006a; Mosyakin & Robertson, 2003; Pratt & Clark, 2001; Sauer, 1972; Soldano, 1982; Zanotti, 1990<br />
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