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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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Borracina<br />

caucasica<br />

Famiglia: Crassulaceae<br />

Nome scientifico: Phe<strong>di</strong>mus spurius (M.Bieb.) ‘t Hart<br />

Nome volgare: borracina caucasica<br />

Basionimo: Sedum spurium M.Bieb.<br />

Sinonimi: Asterosedum spurium (M.Bieb.) Grulich<br />

Spathulata spuria (M.Bieb.) Á.Löve & D.Löve<br />

Tipo biologico: Chrept<br />

Descrizione: Pianta erbacea perenne, in fioritura alta 20 cm o più; fusti sterili e fertili prostrati, ra<strong>di</strong>canti ai no<strong>di</strong>. Foglie in<br />

genere opposte; lamina obovata oppure ovata, <strong>di</strong> 15-25×6-12 mm, con margine cigliato, base cuneata, apice arrotondato<br />

provvisto <strong>di</strong> alcuni evidenti dentelli. Infiorescenza corimbiforme; fiori subsessili, pentameri; sepali oblunghi con apice ottuso,<br />

lunghi circa 4 mm; petali rosa, purpurei o bianchi, lanceolati, <strong>di</strong> 10-12×2 mm, ad apice acuto o acuminato; stami 10, più corti<br />

dei petali; ovario supero a 5 carpelli saldati alla base. Frutto costituito da 5 follicoli.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: giugno-luglio.<br />

Area d’origine: Asia occidentale (Caucaso, Iran e Turchia).<br />

Habitat: Ambienti antropizzati, spesso presso le abitazioni, dove si <strong>di</strong>ffonde su muri e terreni spogli o con bassa copertura<br />

erbacea. Preferisce ambienti moderatamente ari<strong>di</strong> e soleggiati.<br />

Distribuzione nel territorio: In Lombar<strong>di</strong>a è presente allo stato spontaneo soprattutto nella zona collinare. Bergamo (NAT),<br />

Brescia (NAT), Lecco (CAS).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in periodo al momento imprecisabile.<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (pianta da giar<strong>di</strong>no).<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Irrilevante.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Non necessarie.<br />

Note: Questa specie sembra <strong>di</strong>ffondersi in prevalenza per via vegetativa. Viene comunemente coltivata in numerose cultivar, che <strong>di</strong>fferiscono<br />

principalmente per il colore delle foglie e/o dei fiori.<br />

Borracina<br />

sarmentosa<br />

Tipo biologico: Chrept<br />

Descrizione: Pianta erbacea perenne, alta alla fioritura circa 15 cm; fusti sterili e fertili prostrati, ra<strong>di</strong>canti ai no<strong>di</strong>. Foglie<br />

verticillate a 3; lamina oblanceolata oppure oblunga, 1.5-2.8×0.3-0.7 cm, margine intero, base bruscamente ristretta, apice<br />

subacuto. Infiorescenza corimbiforme, 3-5 volte ramificata; fiori sessili, <strong>di</strong> solito pentameri; sepali lanceolati oppure oblunghi,<br />

3.5-5 mm, apice ottuso; petali gialli, lanceolati oppure oblunghi, 5-8 mm, apice più o meno lungamente mucronato; stami 10,<br />

più corti dei petali. Frutto costituito da 5 follicoli, con semi ovoi<strong>di</strong> <strong>di</strong> circa 0.5 mm.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: maggio-luglio.<br />

Area d’origine: Asia orientale (Cina, Corea, Giappone e nord della Thailan<strong>di</strong>a).<br />

Habitat: Luoghi ari<strong>di</strong> e in genere assolati, spesso presso le abitazioni: muri, argini <strong>di</strong> campi, margini stradali, greti ecc. Di rado<br />

in ambienti a maggior naturalità, come ad esempio in boschi aperti e degradati. Spesso si rinviene spontaneizzata presso<br />

micro<strong>di</strong>scariche, dove probabilmente è stata gettata con altri scarti vegetali da giar<strong>di</strong>no.<br />

Distribuzione nel territorio: Diffusamente presente allo stato spontaneo, anche se mai in modo abbondante, soprattutto in<br />

ambito planiziale e collinare (50-700 m s.l.m.). Bergamo (NAT), Brescia (NAT), Cremona (NAT), Lecco (NAT), Lo<strong>di</strong> (NAT), Monza<br />

e Brianza (NAT), <strong>Milano</strong> (NAT), Mantova (NAT), Pavia (CAS), Varese (NAT).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Italia dal 1880. In Lombar<strong>di</strong>a segnalata per la prima volta da Becherer (1976),<br />

che l’ ha raccolta nel 1975 sul Lago <strong>di</strong> Ghirla (VA) e da Arietti & Crescini (1980), che l’ hanno osservata da prima, a partire dal<br />

1972 a Botticino Mattino (BS).<br />

Modalità d’introduzione: Deliberata (floricoltura).<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Attualmente irrilevante.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Estirpazione manuale, evitando <strong>di</strong> lasciare frammenti <strong>di</strong> fusto, in quanto principale veicolo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spersione.<br />

Note: Questa specie sembra <strong>di</strong>ffondersi in prevalenza per via vegetativa.<br />

Famiglia: Crassulaceae<br />

Nome scientifico: Sedum sarmentosum Bunge<br />

Nome volgare: borracina sarmentosa<br />

Sinonimi: Sedum lineare auct., non Thunb.<br />

Bibliografia: Aeschimann et al., 2004; Arietti & Crescini, 1980; Becherer, 1976; Bonali, 2000; Bonali et al., 2006a; Macchi, 2005; Zanotti, 1991b<br />

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