LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano
LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano
LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
falso<br />
canforo<br />
Famiglia: Lauraceae<br />
Nome scientifico: Cinnamomum glanduliferum (Wall.) Meisn.<br />
Nome volgare: falso canforo<br />
Basionimo: Laurus glandulifera Wall.<br />
Sinonimi: Camphora glandulifera (Wall.) Nees<br />
Cinnamomum camphora auct., non (L.) j.Presl<br />
Cinnamomum cavaleriei H.Lév. / Laurus camphora auct., non L.<br />
Machilus dominii H.Lév. / Machilus mekongensis Diels<br />
Tipo biologico: Pscap<br />
Descrizione: Albero sempreverde alto fino a 20 m, con chioma larga e maestosa negli esemplari monumentali; ritidoma<br />
grigio-bruno, prima liscio poi profondamente fessurato in verticale, desquamantesi in lamine, rosso-bruno <strong>di</strong> sotto, con aroma<br />
<strong>di</strong> canfora. Foglie alterne, con picciolo robusto <strong>di</strong> 1.5-3(-3.5) cm e lamina ellittica, ovato-ellittica o lanceolata, <strong>di</strong> 6-15×4-6.5<br />
cm, glaucescente sulla faccia abassiale, verde scuro e lucida su quella adassiale, caratteristicamente penninervia o raramente<br />
subtriplinervia, con 4-5 paia <strong>di</strong> nervi secondari; foglie dei rami fioriferi più piccole e più coriacee, da puberule a glabrescenti.<br />
Pannocchie fiorifere ascellari, più brevi della corrispondente foglia, lunghe 4-10 cm; peduncoli fiorali <strong>di</strong> 1-2 mm, glabri; fiori<br />
giallognoli, larghi fino a 3 mm; perianzio pubescente all’interno, con tubo obconico <strong>di</strong> circa 1 mm e lembo <strong>di</strong> 6 lobi largamente<br />
ovati, subeguali, acuti, <strong>di</strong> circa 2×1.7 mm; stami fertili 9 a filamento complanato e antera ovata; stamino<strong>di</strong> 3, strettamente<br />
triangolari; ovario supero, ovoide. Il frutto è una drupa globosa, nera (<strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 1 cm), accompagnata alla base da una cupola<br />
(accrescimento carnoso del perianzio) <strong>di</strong> colore rosso e ondulata al margine.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: aprile-maggio.<br />
Area d’origine: Asia sudorientale.<br />
Habitat: Boscaglie degradate <strong>di</strong> clima insubrico.<br />
Distribuzione nel territorio: Fascia collinare del varesino. Varese (NAT).<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Europa al principio del XVIII secolo. Segnalata per la prima volta in Lombar<strong>di</strong>a<br />
e in Italia da Brusa et al. (2007).<br />
Modalità d’introduzione: Deliberata (vivaistica).<br />
Status: Naturalizzata.<br />
Dannosa: Sì, in quanto si inserisce nelle formazioni boschive dell’Insubria, dove può arrivare a formare uno strato continuo<br />
sempreverde che impe<strong>di</strong>sce il normale sviluppo della componente autoctona.<br />
Impatto: Forte depressione della bio<strong>di</strong>versità forestale e profonda alterazione del paesaggio (da malacofillo a sclerofillo:<br />
Cerabolini et al., 2008).<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Molto <strong>di</strong>fficili, in quanto l’unica prevenzione efficace consiste in un ripristino vegetazionale delle<br />
comunità forestali autoctone, atto a scoraggiare l’intromissione dell’aliena.<br />
Note: La pianta è <strong>di</strong>ffusa efficientemente dagli uccelli frugivori e può contare su potenti “riserve”, in quanto tra<strong>di</strong>zionalmente coltivata nei parchi<br />
e nei giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> tutta la regione lacuale insubrica. Nel passato questa specie era stata confusa con il vero canforo (C. camphora), <strong>di</strong> cui non è<br />
nemmeno certa la presenza colturale nel nostro territorio, che si <strong>di</strong>stingue per la faccia abassiale delle foglie intensamente e persistentemente<br />
glauca anche nel secco e per la nervatura fogliare sempre <strong>di</strong> tre or<strong>di</strong>ni (triplinervia).<br />
Bibliografia: Brusa et al., 2007; Cerabolini et al., 2008<br />
lentIcchIa<br />
d’acqua<br />
mInuscola<br />
Famiglia: Araceae<br />
Nome scientifico: Lemna minuta Kunth<br />
Nome volgare: lenticchia d’acqua minuscola<br />
Sinonimi: Lemna minima Phil. ex Hegelm.,<br />
non Thuill. ex P.Beauv., nom. illeg.<br />
Lemna minuscula Herter, nom. illeg.<br />
Tipo biologico: Hynat<br />
Descrizione: Pianta acquatica natante, consistente in una semplice lamina riempita <strong>di</strong> lacune aerifere (per galleggiare), ovatooblunga,<br />
<strong>di</strong> 0.8-4×0.5-2.5 mm, subacuta alle estremità, con faccia superiore un po’ convessa, solitaria o a gruppi <strong>di</strong> 2-4; sotto<br />
ogni lamina pende una sottile ra<strong>di</strong>chetta avvolta da una guaina, che pesca nell’acqua. È visibile sulla pagina superiore una<br />
sola, debole nervatura, estesa tra il punto corrispondente all’inserzione della ra<strong>di</strong>chetta e l’apice della lamina. Infiorescenza<br />
piccolissima, prodotta al margine della lamina in una cavità sacciforme, costituita da un fiore maschile ridotto a (1-)2 stami<br />
<strong>di</strong>suguali in lunghezza (a volte il più breve mancante) e da un fiore femminile consistente in un ovario, entrambi circondati da<br />
una spata. Il frutto è una microscopica bacca contenente 1 seme provvisto <strong>di</strong> costolature longitu<strong>di</strong>nali.<br />
Periodo <strong>di</strong> fioritura: aprile-ottobre.<br />
Area d’origine: America temperata e subtropicale.<br />
Habitat: Ambienti acquatici: risaie, rive, stagni, fossi, bracci morti, palu<strong>di</strong> (canneti e cariceti a gran<strong>di</strong> carici), pozze in palu<strong>di</strong><br />
e acque lente.<br />
Distribuzione nel territorio: Ovunque, dalla fascia planiziale alla montana (0-1˙600 m s.l.m.); la sua <strong>di</strong>ffusione è sicuramente<br />
più ampia <strong>di</strong> quella conosciuta in quanto è quasi sempre confusa con L. minor L. Bergamo (INV), Brescia (INV), Cremona (INV),<br />
Lecco (NAT), Lo<strong>di</strong> (INV), <strong>Milano</strong> (INV), Mantova (INV), Pavia (INV), Varese (INV). [L. aequinoctialis: Bergamo (CAS), Cremona<br />
(NAT), Pavia (NAT)] [Landoltia punctata: Brescia (NAT), Pavia (NAT)]<br />
Periodo d’introduzione: Neofita, introdotta in Italia e in Lombar<strong>di</strong>a probabilmente nel secolo scorso. Segnalata per la prima volta<br />
da Desfayes (1993), che l’ha osservata dal 1989; in precedenza è sicuramente stata sempre confusa con l’autoctona L. minor.<br />
Modalità d’introduzione: Accidentale.<br />
Status: Invasiva.<br />
Dannosa: Sì.<br />
Impatto: Come tutte le lenticchie d’acqua (Araceae subfam. Lemnoideae) prolifera in abbondanza sul pelo dell’acqua,<br />
formando densi ed estesi tappeti monofitici, che riducono la penetrazione della luce e gli scambi gassosi subacquei. Questa<br />
particolare prolificità, che si manifesta soprattutto in acque meso-eutrofiche, deprime la <strong>di</strong>versità della vegetazione autoctona<br />
galleggiante, sottraendo spazio non solo a L. minor L., L. gibba L. e Spirodela polyrhiza (L.) Schleid., ma anche al lamineto<br />
a Nymphaea alba L., Nuphar lutea (L.) Sm. e Nymphoides peltata (S.g.gmel.) Kuntze; fatto, questo, che determina anche<br />
un’alterazione del paesaggio.<br />
Azioni <strong>di</strong> contenimento: Rimozione del tappeto verde natante e relativo, perio<strong>di</strong>co monitoraggio.<br />
Note: Nel territorio è naturalizzata anche la lenticchia d’acqua delle risaie (L. aequinoctialis Welw., incl. L. paucicostata Hegelm.), un’altra neofita<br />
circum(sub)tropicale, <strong>di</strong> aspetto molto simile all’autoctona L. minor, ma con lamina subrotondo-subovata <strong>di</strong> colore verde giallastro; segnalata per<br />
la prima volta da Koch (1952) che l’ha raccolta in Lomellina (PV) nel 1951. Da L. minuta si <strong>di</strong>stingue per le <strong>di</strong>mensioni maggiori (2-5 mm), per 3<br />
nervature visibili sulla lamina e per la ra<strong>di</strong>ce ad apice acuto e guaina provvista <strong>di</strong> 2 espansioni alari. L. perpusilla Torr., invece, è specie endemica<br />
del Nordamerica centrale e orientale ed è da escludere dal continente europeo (Landolt, 1986), sebbene segnalata anche <strong>di</strong> recente (es. Desfayes,<br />
2005). Le <strong>di</strong>fferenze morfologiche tra queste ultime due specie sono minime, ma la loro <strong>di</strong>stinzione è ben pronunciata sul piano ecologico (Landolt,<br />
1986; Crawford et al., 2002), allozimico (Crawford et al., 2002) e del DNA (Les et al., 2002). In Lombar<strong>di</strong>a si trova pure Landoltia punctata (g.Mey.) Les<br />
& D.j.Crawford (= Lemna p. g.Mey., = Spirodela p. (g.Mey.) C.H.Thomps., = Lemna oligorrhiza Kurz, = Spirodela o. (Kurz) Hegelm.; lenticchia d’acqua<br />
occidentale), specie tropicale (emisfero australe e Asia orientale) segnalata per la prima volta da Pignatti (1955), riconoscibile per la presenza <strong>di</strong><br />
più ra<strong>di</strong>ci, come in Spirodela. Da quest’ultimo genere, però si <strong>di</strong>stingue per le fronde 1½-2 volte più lunghe che larghe (1-1½ in Spirodela) con<br />
(3-) 5-7 nervi (7-16(-21) in Spirodela) e (1-)2-7(-12) ra<strong>di</strong>ci (7-21 in Spirodela). È una specie altamente polimorfa e Spirodela oligorrhiza non appare<br />
<strong>di</strong>stinta da essa (Landolt, 1986).<br />
Bibliografia: Bonali et al., 2006a; Crawford et al., 2002; Desfayes, 1993, 1997; Desfayes, 2005; Frattini, 2008; giordana, 1995; Koch, 1952; Landolt,<br />
1986; Les et al., 2002; Pignatti, 1955; zanotti, 2000<br />
34 35