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LA FLORA ESOTICA LOMBARDA - Comune di Milano

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otala<br />

asiatica<br />

Tipo biologico: Tscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea annuale glabra, <strong>di</strong> 5-40 cm, con fusto prostrato-ascendente e foglie decussate, lineari o linearilanceolate,<br />

<strong>di</strong> 5-30×1.5-5 mm, via via ridotte verso l’alto. Fiori singoli all’ascella delle foglie, sessili; calice <strong>di</strong> 1.5-2 mm, con<br />

tubo campanulato e (4-)5 denti; segmenti dell’epicalice generalmente lunghi sino al doppio dei denti calicini, raramente<br />

ru<strong>di</strong>mentali o assenti; corolla <strong>di</strong> (4-)5 petali bianchi o rosei, più o meno bilobi e dentellati al margine, lunghi 0.5-1 mm cioè<br />

almeno il doppio dei denti del calice; stami (3-)5; ovario semiinfero alloggiato in un ipanzio largamente campanulato. Il frutto<br />

è una capsula setticida con numerosi, minuti semi.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: luglio-agosto.<br />

Area d’origine: Asia tropicale.<br />

Habitat: Risaie e relativi arginelli fangosi.<br />

Distribuzione nel territorio: Lomellina; casuale nel lecchese. Lecco (CAS), Pavia (NAT). [R. filiformis: Brescia (EST), <strong>Milano</strong><br />

(CAS), Mantova (NAT), Pavia (NAT).] [R. in<strong>di</strong>ca: Lo<strong>di</strong> (NAT), <strong>Milano</strong> (NAT), Pavia (NAT).] [R. ramosior: <strong>Milano</strong> (NAT).]<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, in Italia naturalizzata almeno dal 1972 in Piemonte nel vercellese (Cook, 1973, 1979). In<br />

Lombar<strong>di</strong>a segnalata da Pignatti (1982).<br />

Modalità d’introduzione: Accidentale (flora risicola).<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: Sì, solo in ambito agricolo.<br />

Impatto: Infestante <strong>di</strong> risaia.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Eventuale <strong>di</strong>serbo in risaia.<br />

Note: Segnalata per la prima volta in Lombar<strong>di</strong>a da Pignatti (1982) senza precisazione <strong>di</strong> località, è sicuramente presente in Lomellina (PV)<br />

(campioni raccolti nel 2002 e conservati nell’erbario del Museo <strong>di</strong> Storia Naturale <strong>di</strong> <strong>Milano</strong>, MSNM). Inoltre è segnalata da Consonni (1997,<br />

1999) per la provincia <strong>di</strong> Lecco nella zona del Monte Legnone (Colico verso Madonna del Pozzo); in questa località è sicuramente da considerarsi<br />

casuale.Sono altre tre le specie <strong>di</strong> questo genere esotico ben noto alla risicoltura lombarda. Si tratta <strong>di</strong> R. ramosior (L.) Koehne (= Ammannia<br />

r. L.; rotala americana), R. filiformis (Bellar<strong>di</strong>) Hiern (= Suffrenia f. Bellar<strong>di</strong>; rotala minore) e R. in<strong>di</strong>ca (Willd.) Koehne (= Peplis i. Willd.; rotala<br />

comune): la prima, <strong>di</strong> provenienza neotropica, si <strong>di</strong>stingue per i fiori tetrameri con calice <strong>di</strong> 2.5-5 mm e segmenti dell’epicalice lunghi 0.5-1(-<br />

2) mm, mentre la seconda (Africa tropicale) e la terza (Asia tropicale) hanno fiori privi <strong>di</strong> epicalice e presentano foglie, rispettivamente, prive<br />

<strong>di</strong> margine cartilagineo lunghe fino a 10 mm con larghezza massima nella metà prossimale e con evidente margine cartilagineo lunghe 4-20<br />

mm con larghezza massima nella metà <strong>di</strong>stale. Sono tutte commensali del riso, introdotte con i movimenti intercontinentali <strong>di</strong> questa coltura.<br />

Il genere Rotala L. è morfologicamente affine ad Ammannia L. (si veda la scheda <strong>di</strong> A. coccinea), dal quale si <strong>di</strong>fferenzia soprattutto per le capsule<br />

mature densamente striate orizzontalmente, ma ben separato dal punto <strong>di</strong> vista filogenetico.<br />

Bibliografia: Consonni, 1997, 1999; Cook, 1973; Cook, 1979; Pignatti, 1982<br />

Famiglia: Lythraceae<br />

Nome scientifico: Rotala densiflora (Roth) Koehne<br />

Nome volgare: rotala asiatica<br />

Basionimo: Ammannia densiflora Roth<br />

Sinonimi: Ditheca densiflora (Roth) Miq.<br />

epilobio<br />

cigliato<br />

Tipo biologico: Hscap<br />

Descrizione: Pianta erbacea perenne, con rosette fogliari compatte e fusti alti (10-)25-90(-150) cm, ramosi, <strong>di</strong> rado semplici,<br />

densamente ricoperti (tranne inferiormente) <strong>di</strong> peli ghiandolari patenti e tricomi non ghiandolari arricciati. Foglie opposte, le<br />

basali ovato-lanceolate con picciolo <strong>di</strong> 1-3 mm e lamina lunga fino a 15 cm, le cauline sessili, strettamente ovato-lanceolate,<br />

<strong>di</strong> 2.5-6(-7)×0.6-1.5(-2) cm, subglabre, strigulose sui nervi e al margine, con base arrotondata, raramente subcordata, margine<br />

a 20-30 denti per lato e apice da acuto a subacuminato. Infiorescenza terminale, spiciforme, con fiori eretti; calice <strong>di</strong> 4 sepali<br />

carenati, lunghi 2.4-3.5 mm; corolla a 4 petali bianchi o lilacini con venature più scure, profondamente bilobi (in apparenza<br />

doppi), lunghi 3.5-5(-7) mm; stami 8; ovario infero, 4-loculare, con una fila <strong>di</strong> ovuli per loculo; stimma clavato o subcapitato. Il<br />

frutto è una capsula loculicida lineare lunga 4.5-7 cm, sorretta da un peduncolo <strong>di</strong> 0.5-0.8(-1.4) cm, deiscente in 4 valve, con<br />

numerosi semi bruni <strong>di</strong> 0.08-0.1 mm, provvisti <strong>di</strong> un ciuffo caduco <strong>di</strong> lunghi peli bianchi.<br />

Periodo <strong>di</strong> fioritura: luglio-agosto(-settembre).<br />

Area d’origine: America.<br />

Habitat: Siti umi<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbati lungo i corsi d’acqua, margine <strong>di</strong> stagni e acquitrini, erbosi umi<strong>di</strong>.<br />

Distribuzione nel territorio: Lombar<strong>di</strong>a centro-orientale, casuale in pianura, naturalizzata in collina. Bergamo (NAT), Brescia<br />

(NAT), Cremona (CAS), Mantova (CAS).<br />

Periodo d’introduzione: Neofita, in Italia segnalata per la prima volta da Brilli Cattarini (1990) senza specificazione <strong>di</strong> località,<br />

conosciuta dal 1936 nelle Valli <strong>di</strong> Fiemme e Fassa (Prosser, 1994). In Lombar<strong>di</strong>a segnalata per la prima volta da Bonali et al. (2006a).<br />

Modalità d’introduzione: Accidentale (probabilmente con il commercio <strong>di</strong> piante ornamentali).<br />

Status: Naturalizzata.<br />

Dannosa: No.<br />

Impatto: Irrilevante.<br />

Azioni <strong>di</strong> contenimento: Non necessarie.<br />

Note: Con<strong>di</strong>vide l’habitat con E. hirsutum L. ed E. parviflorum Schreb., autoctone a comportamento sinantropico, enormemente più comuni e<br />

<strong>di</strong>ffuse dell’aliena, che si riconoscono subito per lo stigma <strong>di</strong>viso in 4 lobi anziché intero e per l’assenza <strong>di</strong> pelosità ghiandolare, sostituita da villosità<br />

patente; la prima ha foglie semiamplessicauli e fiori gran<strong>di</strong> (petali >1 cm), la seconda foglie attenuate sul nodo e fiori piccoli (petali

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