La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia
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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 10<br />
<strong>di</strong> scena» – chiamato altresì, a sottolinearne ancor più la<br />
funzione <strong>di</strong>sciplinare, «regolatore». 14<br />
Un sistema teatrale complesso, dunque, poco preciso e<br />
privo <strong>di</strong> riferimenti istituzionali, scarsamente funzionale dal<br />
punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong> mantenimento <strong>di</strong> un repertorio in via <strong>di</strong><br />
co<strong>di</strong>ficazione. <strong>La</strong> situazione somiglia solo apparentemente a<br />
quella francese, dove l’utilizzo dei livrets scéniques, oltre a<br />
garantire comunque un’esecuzione fe<strong>del</strong>e ai dettami <strong>del</strong>la<br />
tra<strong>di</strong>zione, contribuì, con il passare dei decenni, alla creazione<br />
<strong>di</strong> un repertorio stabile a <strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong>l’Opéra <strong>di</strong> Parigi<br />
come dei teatri <strong>di</strong> provincia. Questo non avvenne, invece, in<br />
Italia, dove l’iniziativa <strong>del</strong>le Disposizioni sceniche, e<strong>di</strong>te da<br />
Ricor<strong>di</strong> e compilate su mo<strong>del</strong>lo francese, non ebbe seguito.<br />
3. Le «<strong>di</strong>sposizioni sceniche», versione italiana dei<br />
livrets scéniques<br />
Si è già tratteggiato il metodo elaborato in Francia agli inizi <strong>del</strong><br />
XIX secolo per la co<strong>di</strong>ficazione e trasmissione <strong>del</strong>le mises en<br />
scène. L’anello <strong>di</strong> congiunzione tra il sistema francese ed una<br />
sua «trasposizione» italiana è rappresentato dal régisseur Louis<br />
Palianti, autore <strong>del</strong>la già citata raccolta <strong>di</strong> mises <strong>di</strong> opere<br />
allestite per la prima volta a Parigi. <strong>La</strong> sua messa in scena per<br />
la première parigina (Opéra, 13 giugno 1855) <strong>del</strong>le Vêpres<br />
siciliennes, opera inscenata con la supervisione <strong>del</strong>lo stesso<br />
Ver<strong>di</strong>, incontrò l’approvazione <strong>del</strong> compositore che, alcuni<br />
mesi più tar<strong>di</strong>, la descrisse a Francesco Maria Piave in termini<br />
elogiativi. 15 Lo stesso Ver<strong>di</strong> volle che tale mise fosse mantenuta<br />
per l’allestimento <strong>del</strong>la seconda versione (censurata ed<br />
14 Ibid., pp. 147-148. Guccini riporta, quin<strong>di</strong>, un interessante esempio <strong>di</strong><br />
realizzazione <strong>di</strong> un’opera originale, nella fattispecie il Macbeth <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>, andato<br />
in scena per la prima volta al teatro <strong>La</strong> Pergola <strong>di</strong> Firenze il 14 marzo 1847.<br />
Attraverso la ricostruzione <strong>del</strong>le fasi <strong>del</strong>l’allestimento si assiste al progressivo<br />
<strong>del</strong>inearsi <strong>del</strong> profilo <strong>del</strong>la mise en scène, sotto la guida <strong>del</strong> compositore, che<br />
gestisce e supervisiona l’operato <strong>del</strong> maestro concertatore, <strong>del</strong> <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> scena,<br />
<strong>del</strong>l’impresario teatrale ed <strong>del</strong> librettista.<br />
15 Lettera <strong>del</strong> 28 novembre 1855: «Se i Vespri si cambiano in Gusman non hai<br />
che da cambiare i costumi. Ma la mise en scène deve restare », in FRANCO<br />
ABBIATI, Giuseppe Ver<strong>di</strong>, 4 voll., Milano, Ricor<strong>di</strong>, 1959, vol. II, p.316.