La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia
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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 114<br />
capolavoro <strong>di</strong> suspence, che tiene con il fiato sospeso fino<br />
all’ultimo istante); il parallelo con l’opera che mette in scena le<br />
vicende <strong>di</strong> Mimì e Rodolfo si sposta, ad un’analisi più<br />
approfon<strong>di</strong>ta, all’aspetto tecnico dei proce<strong>di</strong>menti compositivi<br />
attuati in funzione drammatica. Già nel secondo quadro <strong>di</strong><br />
Bohème i motivi erano utilizzati come fasci <strong>di</strong> luce puntati sui<br />
protagonisti, che emergevano per un momento dal turbinoso<br />
mondo <strong>del</strong> Quartier <strong>La</strong>tino senza, però, esserne mai staccati; il<br />
brio, la vivacità, l’animazione <strong>del</strong>la scena venivano resi<br />
attraverso un attento e <strong>di</strong>namico impiego <strong>del</strong>la tecnica musicale<br />
descrittiva.<br />
Tale proce<strong>di</strong>mento si riscontra, con una raffinatezza ed una<br />
perizia ancor maggiori, nella partitura <strong>di</strong> <strong>Fanciulla</strong> <strong>del</strong> <strong>West</strong>,<br />
che, attraverso il sapiente utilizzo <strong>di</strong> temi e reminiscenze, crea<br />
una sottile rete <strong>di</strong> riman<strong>di</strong> interni all’opera; su questo substrato,<br />
che rappresenta, per così <strong>di</strong>re, lo ‘sfondo’, vengono ’montate’ le<br />
singole scene, che si susseguono, a ritmo incalzante, senza<br />
lasciar spazio a ce<strong>di</strong>menti o vuoti drammatici. Più volte,<br />
durante l’analisi <strong>del</strong>la partitura in rapporto al gesto scenico<br />
descritto nella mise en scène, si è riscontrato un preciso<br />
momento in cui la musica illuminava, come un riflettore, uno<br />
dei personaggi, aprendo, metaforicamente, un’inquadratura che<br />
lo ponesse in primo piano; un proce<strong>di</strong>mento, questo,<br />
tipicamente cinematografico, specialmente al momento <strong>del</strong>la<br />
genesi <strong>di</strong> <strong>Fanciulla</strong> <strong>del</strong> <strong>West</strong>.<br />
Puccini si risolse a musicare il dramma <strong>di</strong> Belasco The Girl<br />
of the Golden <strong>West</strong> negli ultimi mesi <strong>del</strong> 1907. A quell’epoca il<br />
cinema americano aveva già raggiunto risultati che andavano<br />
ben al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>le semplici scenette, proiettate in sequenza, che<br />
costituirono il primo spettacolo cinematografico in assoluto, che<br />
ebbe luogo nel 1896. 121 Il francese George Méliès aveva saputo<br />
sfruttare la componente illusionistica <strong>del</strong>la tecnica <strong>di</strong> ripresa,<br />
arrivando a realizzare centinaia <strong>di</strong> film <strong>del</strong>la durata <strong>di</strong> pochi<br />
minuti ciascuno, ma zeppi <strong>di</strong> effetti ‘magici’, vale a <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />
sparizioni, sostituzioni, apparizioni spettrali.<br />
121 LEWIS JACOBS The rise of the American film. A critical history, New York,<br />
Harcourt, Brace & co., 1939 (traduzione italiana <strong>di</strong> G. Gui<strong>di</strong>: L’avventurosa<br />
storia <strong>del</strong> cinema americano, Torino, Einau<strong>di</strong>, 1952).