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La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia

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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 60<br />

l’amore per Minnie sarà destinato a rivestire nella sua<br />

redenzione. Il sentimento tra la ragazza e lo ’straniero’<br />

comincia a prendere forma durante questo primo, trepido<br />

scambio <strong>di</strong> frasi, inframmezzate, a tratti, da momenti <strong>di</strong> tenero<br />

imbarazzo: la mise en scène descrive il pu<strong>di</strong>co gesto <strong>di</strong> Minnie,<br />

che abbassa gli occhi nel raccontare, con un velo <strong>di</strong> tristezza, le<br />

proprie speranze <strong>di</strong> rivedere l’uomo, per lungo tempo <strong>del</strong>use.<br />

<strong>La</strong> sonorità è, in questo momento, <strong>del</strong>icata come le parole<br />

che Minnie e Johnson hanno quasi timore <strong>di</strong> pronunciare; dopo<br />

l’unico slancio <strong>del</strong> tenore, che assicura <strong>di</strong> non aver mai<br />

<strong>di</strong>menticato la giovane donna [tre dopo 78], l’arpa sola <strong>di</strong>segna<br />

un breve, come sospeso attimo <strong>di</strong> incanto. Le lunghe note <strong>degli</strong><br />

archi fanno da sfondo all’amaro «...e non vi vi<strong>di</strong> più» <strong>di</strong><br />

Minnie, il cui sospiro si confonde, perdendosi, con gli eterei<br />

tocchi <strong>degli</strong> armonici <strong>del</strong>l’arpa; essa alza, infine, gli occhi,<br />

incontrando lo sguardo <strong>di</strong> Johnson.<br />

A questo punto ci si aspetterebbe, se non un bacio, almeno<br />

un romantico momento lirico; ecco che, invece, il breve ‘i<strong>di</strong>llio’<br />

tra i due giovani viene bruscamente interrotto dall’arrogante<br />

gesto <strong>di</strong> Rance, che rovescia sgarbatamente il whisky <strong>di</strong><br />

Johnson («Mister Johnson, voi m’avete seccato!» [due prima <strong>di</strong><br />

79]). <strong>La</strong> mise rileva con precisione tale mossa insolente,<br />

arrivando a descrivere il colpo, che viene inferto dallo sceriffo<br />

con il rovescio <strong>del</strong>la mano sinistra, e perfino il rotolare <strong>del</strong><br />

bicchiere, finito <strong>di</strong>etro il bancone. Gli archi tolgono la sor<strong>di</strong>na:<br />

tutta l’orchestra esprime a tempo deciso l’atteggiamento<br />

minaccioso <strong>di</strong> Rance, mentre una battuta vuota rende palpabile<br />

il teso silenzio calato sulla scena nel momento in cui Johnson<br />

mette mano al revolver, prontamente trattenuto da Minnie.<br />

All’appello <strong>del</strong>lo sceriffo, i minatori (Sonora, Trin, Bello,<br />

Joe, Happy, Harry, «suivis de cinq ténors et cinq barytons»<br />

secondo le prescrizioni <strong>del</strong>la mise) escono precipitosamente<br />

dalla sala da ballo, pronti a «far cantare» lo ‘straniero’ che,<br />

secondo Rance, «ricusa confessare perché si trova al campo»<br />

[80]. L’atmosfera si <strong>di</strong>stende dopo la garanzia fornita da<br />

Minnie, che assicura <strong>di</strong> conoscere Johnson; i minatori,<br />

facendoglisi intorno – un gesto scenico, questo, che<br />

simboleggia l’avvenuta accettazione <strong>del</strong>l’intruso all’interno

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