La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia
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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 13<br />
non ultime, le caratteristiche <strong>del</strong>la pratica scenografica, in<br />
continuo mutamento.<br />
Ver<strong>di</strong>, dunque, iniziatore <strong>del</strong>la regolazione <strong>del</strong>la mise en<br />
scène in Italia. <strong>La</strong> prima vera «<strong>di</strong>sposizione scenica» italiana<br />
fu quella per Un ballo in maschera (prima rappresentazione il<br />
17 febbraio 1859 al Teatro Apollo <strong>di</strong> Roma) visto che per<br />
Giovanna <strong>di</strong> Guzman si rifece a Palianti. Non si trattò,<br />
comunque, <strong>di</strong> un caso isolato e senza precedenti: a questo<br />
proposito, Mercedes Viale Ferrero ci fornisce in<strong>di</strong>cazioni<br />
preziose ed illuminanti linee-guida per comprendere il pensiero<br />
<strong>di</strong> Ver<strong>di</strong> sulla messa in scena. Innanzitutto, è bene ricordare<br />
che, prima <strong>di</strong> Un ballo in maschera, non si può parlare <strong>di</strong> una<br />
vera e propria co<strong>di</strong>ficazione <strong>degli</strong> allestimenti ver<strong>di</strong>ani.<br />
Tuttavia, Viale Ferrero riporta un significativo caso in cui<br />
l’e<strong>di</strong>toria musicale funse da tramite per la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> un<br />
«prototipo» scenico: si tratta <strong>del</strong>la pubblicazione <strong>di</strong> una<br />
litografia riproducente il «Rio Alto nelle lagune Adriatiche»<br />
elaborato dallo scenografo Giuseppe Bertoja per Attila,<br />
rappresentato per la prima volta il 17 marzo 1846 alla Fenice<br />
<strong>di</strong> Venezia. Tale litografia apparve nella rivista «L’Italia<br />
musicale» <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>tore Lucca (n. 15, 1847). L’importanza <strong>di</strong><br />
questa tavola è notevole, poiché ad essa sono affiancate le<br />
in<strong>di</strong>cazioni pratiche, utili per un’eventuale riproduzione <strong>del</strong>la<br />
scena (ne viene, infatti, fornita la pianta nei dettagli). 20 Vi sono<br />
testimonianze <strong>del</strong>l’utilizzo <strong>del</strong>la suddetta litografia in<br />
allestimenti successivi alla sua pubblicazione: prova, questa,<br />
<strong>del</strong>la sua riconosciuta funzione <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>lo.<br />
Tornando alle «<strong>di</strong>sposizioni sceniche» vere e proprie, si<br />
può affermare che siano esse stesse fonti utilissime per<br />
interpretare il teatro ver<strong>di</strong>ano così come il compositore lo<br />
concepiva dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>lo spettacolo. Viale Ferrero le<br />
definisce possibili «interpretazioni autorizzate», 21 tanto più che<br />
conosciamo l’attenzione costante <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong> per i particolari<br />
«visivi» <strong>del</strong>le opere e la sua abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> immaginare le scene<br />
mentre componeva. Non <strong>di</strong> rado egli prefigurava mentalmente<br />
20 MERCEDES VIALE FERRERO, Luogo teatrale e spazio scenico, in Storia<br />
<strong>del</strong>l’opera italiana, vol. cit., pp. 98-99.<br />
21 MERCEDES VIALE FERRERO, «Servire il dramma». Le idee <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong> sulla<br />
scenografia, in <strong>La</strong> realizzazione scenica <strong>del</strong>lo spettacolo ver<strong>di</strong>ano, cit., p.35.