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La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia

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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 18<br />

particolare, sulla produzione pucciniana. Innanzitutto, è bene<br />

considerare la sempre più <strong>di</strong>ffusa presa <strong>di</strong> coscienza <strong>del</strong>la<br />

crescente necessità <strong>di</strong> nuove e specifiche competenze registiche<br />

per gli allestimenti operistici. Le conquiste europee ed<br />

americane nel campo <strong>del</strong>la regia teatrale, se non determinarono<br />

cambiamenti tangibili nel sistema produttivo <strong>degli</strong> spettacoli,<br />

influenzarono comunque <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> scena, drammaturghi e<br />

scenografi: non <strong>di</strong> rado i primi «registi» italiani in senso<br />

moderno furono professionisti dalle svariate competenze<br />

nell’ambito <strong>del</strong> mondo operistico.<br />

È questo il caso, ad esempio, <strong>di</strong> Giovacchino Forzano,<br />

forse il primo vero regista apparso nel panorama italiano: dopo<br />

un esor<strong>di</strong>o giovanile come baritono, si occupò <strong>di</strong> giornalismo e<br />

<strong>di</strong>resse spettacoli in prosa, opere liriche e pellicole<br />

cinematografiche, svolgendo, allo stesso tempo, l’attività <strong>di</strong><br />

librettista, comme<strong>di</strong>ografo e sceneggiatore per il cinema.<br />

Forzano dette prova <strong>di</strong> grande abilità e vena creativa, in special<br />

modo quando ebbe a che fare con soggetti «gran<strong>di</strong>osi» che gli<br />

permisero <strong>di</strong> sfruttare effetti spettacolari ed enfasi narrativa.<br />

In<strong>di</strong>cativi <strong>di</strong> queste sue inclinazioni i numerosi allestimenti<br />

dannunziani (ai quali l’enfasi non faceva certo <strong>di</strong>fetto), senza<br />

<strong>di</strong>menticare i suoi stessi lavori teatrali, per i quali prestò la<br />

propria collaborazione a Benito Mussolini. Forzano fu, tra il<br />

1920 ed il 1930, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> scena stabile alla Scala <strong>di</strong> Milano.<br />

Qui curò l’allestimento <strong>di</strong> alcune importanti premières, quali<br />

Belfagor <strong>di</strong> Ottorino Respighi (1923), Nerone <strong>di</strong> Arrigo Boito<br />

(1924) e Turandot, postuma, <strong>di</strong> Puccini (1926); si occupò<br />

inoltre <strong>del</strong>la ripresa <strong>del</strong> Trittico, <strong>di</strong> cui era stato librettista per<br />

gli ultimi due pannelli. 27<br />

È interessante notare che Puccini si sia rivolto proprio a<br />

Forzano per risolvere l’affaire dei tre atti unici (fu, in effetti,<br />

proprio il versatile drammaturgo a in<strong>di</strong>care nel Gianni Schicchi<br />

la giusta conclusione per la serata tripartita). <strong>La</strong> scelta, da parte<br />

<strong>di</strong> Puccini, <strong>di</strong> un poliedrico drammaturgo esperto in <strong>di</strong>rezione<br />

teatrale e cinematografica, testimonia il suo interesse per<br />

l’aspetto registico <strong>degli</strong> allestimenti: un aspetto che il<br />

27 <strong>La</strong> prima rappresentazione si era svolta al Metropolitan Theatre <strong>di</strong> New York,<br />

il 14 <strong>di</strong>cembre 1918.

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