La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia
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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 94<br />
«tinte», com'egli usava chiamare, nell’epistolario, tali elementi<br />
<strong>di</strong> stampo eterogeneo.<br />
Tutto ciò trova un chiaro riscontro nella poetica <strong>di</strong><br />
<strong>Fanciulla</strong> <strong>del</strong> <strong>West</strong>, opera in cui, come si è detto più volte,<br />
assistiamo ad un’incalzante evolversi <strong>del</strong>l'azione, punteggiato<br />
da episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> stasi lirica <strong>di</strong> notevole peso per lo scioglimento, e<br />
ci troviamo <strong>di</strong> fronte ad un trattamento musicale perfettamente<br />
congegnato in senso drammatico. Il talento <strong>di</strong> Puccini – che,<br />
riusciva ad armonizzare in maniera sorprendente musica e mise<br />
en scène – seppe, infatti, fare <strong>di</strong> <strong>Fanciulla</strong> un organismo<br />
<strong>di</strong>namico e vitale in virtù dei suoi stessi contrasti; contrasti che<br />
non possono fare a meno <strong>di</strong> sorgere in un’epoca in cui le<br />
certezze <strong>del</strong> mondo operistico internazionale stavano<br />
progressivamente sgretolandosi.<br />
Puccini aveva intrapreso una strada verso il rinnovamento<br />
che passava attraverso un’evoluzione sempre più profonda <strong>del</strong><br />
linguaggio musicale; <strong>del</strong> resto, la struttura stessa <strong>di</strong> <strong>Fanciulla</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>West</strong> evidenzia in modo tangibile il ruolo principe<br />
<strong>del</strong>l'orchestra, cui è affidato il compito <strong>di</strong> tessere una rete <strong>di</strong><br />
riman<strong>di</strong> tematici che vanno al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>l'associazione con le<br />
parole. I congegni musicali mostrano, infatti, un rapporto assai<br />
poco vincolante nei confronti <strong>del</strong> testo <strong>del</strong> libretto, mentre<br />
danno prova <strong>di</strong> modernità sia dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>l’interazione<br />
reciproca con il gesto scenico, sia da quello <strong>del</strong>la<br />
sperimentazione armonica e timbrica; un tratto <strong>di</strong> estrema<br />
modernità, che non poté risultare comprensibile dalla critica<br />
italiana contemporanea, troppo occupata a tessere gli elogi <strong>di</strong><br />
una presunta – perduta – ‘tra<strong>di</strong>zione’ per rendersi conto <strong>del</strong>la<br />
portata <strong>del</strong>la sperimentazione pucciniana; il solo aspetto che<br />
parve, per lo più, degno <strong>di</strong> nota, fu il primato tecnico <strong>del</strong>la<br />
partitura, ricca <strong>di</strong> nuove possibilità, attribuite, peraltro, ad uno<br />
<strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei compositori novecenteschi più all'avanguar<strong>di</strong>a.<br />
D'altra parte,<br />
Limitarsi a vedere nella mirabile orchestrazione [<strong>di</strong> <strong>Fanciulla</strong> <strong>del</strong><br />
<strong>West</strong>] soltanto il risultato <strong>di</strong> uno scaltro lavoro <strong>di</strong> aggiornamento<br />
sulle partiture <strong>di</strong> Debussy e Strauss, senza cogliere il perché <strong>del</strong>la<br />
presenza determinante <strong>del</strong>l’orchestra anche nei momenti<br />
drammaticamente meno forti e frammentari, significa ancora<br />
restare fuori <strong>del</strong> problema centrale che quest’opera pone: cioè il