La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia
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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 5<br />
riproducendo, secondo le parole <strong>di</strong> Eugène Scribe, la «pensée<br />
de l’auteur» e consentendo la «réussite des ouvrages<br />
dramatiques en province et à l’étranger». 6 Requisiti, questi,<br />
in<strong>di</strong>spensabili per assolvere la funzione <strong>di</strong> mantenimento <strong>degli</strong><br />
allestimenti originali propria dei livrets scéniques anche se,<br />
tuttavia, non sempre l’autore era <strong>di</strong>rettamente coinvolto nella<br />
messa in scena <strong>del</strong>le proprie opere, che in alcuni casi veniva<br />
affidata a régisseurs e <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> scena senza un controllo<br />
<strong>di</strong>retto da parte <strong>del</strong> compositore. 7<br />
Grazie alle fe<strong>del</strong>i trascrizioni dei régisseurs era dunque<br />
possibile riproporre allestimenti famosi: allestimenti che<br />
<strong>di</strong>vennero veri e propri mo<strong>del</strong>li, impiegati per mettere in<br />
scena le opere ancora all’inizio <strong>del</strong> XX secolo. Il valore <strong>del</strong>le<br />
mises, tramandate fe<strong>del</strong>mente attraverso i decenni, era<br />
vincolante ed univoco: le istruzioni contenute nei livrets<br />
andavano seguite alla lettera, senza lasciare spazio alle idee<br />
personali dei <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> scena né, tanto meno, <strong>degli</strong><br />
esecutori.<br />
È una concezione <strong>del</strong>lo spettacolo – e, in special modo, <strong>del</strong>la<br />
sua componente scenografica e scenica – che potrebbe<br />
apparire piuttosto tirannica in un’epoca come la nostra, in cui<br />
l’«innovazione» e l’«originalità» sono considerate elementi<br />
in<strong>di</strong>spensabili per il successo <strong>di</strong> un allestimento (e, spesso,<br />
vengono inseguite a tutti i costi e con qualunque mezzo). È<br />
necessario, comunque, ricordare che l’analisi <strong>di</strong> una mise en<br />
scène <strong>del</strong> passato non si pone come ricerca <strong>di</strong> una presunta<br />
auctoritas, bensì come un tramite imprescin<strong>di</strong>bile verso la<br />
conoscenza completa <strong>di</strong> un allestimento operistico che, a volte,<br />
è osservabile in fieri: è il caso <strong>di</strong> tutti quei documenti che, pur<br />
non potendo essere definiti livrets scéniques, costituiscono una<br />
preziosa fonte <strong>di</strong> informazioni. Si tratta <strong>del</strong>l’insieme <strong>di</strong><br />
annotazioni, in<strong>di</strong>cazioni e commenti che si riscontrano<br />
all’interno <strong>di</strong> libretti e partiture d’epoca, e che permettono <strong>di</strong><br />
seguire lo svolgersi <strong>del</strong>l’opera nelle componenti scenicogestuali,<br />
giacché, spesso, le testimonianze relative a questi<br />
6 Lettera <strong>di</strong> Scribe a Palianti (2 <strong>di</strong>cembre 1849), pubblicata dallo stesso Palianti<br />
sul retro <strong>del</strong>le copertine <strong>di</strong> alcuni livrets scéniques (Ibid., p. XXV).<br />
7 A questo proposito si veda il §2.