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La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia

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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 9<br />

dalla lunga familiarità con essa – resero tanto accurate le<br />

istruzioni per un allestimento fe<strong>del</strong>e ed aderente alla tra<strong>di</strong>zione.<br />

Spostando l’attenzione sulla situazione italiana, si nota<br />

un’analoga indeterminatezza per quanto concerne la persona<br />

preposta all’allestimento scenico. In Italia non esiste, infatti,<br />

una figura assimilabile al régisseur général oppure ad una<br />

<strong>del</strong>le altre cariche riscontrabili, come si è visto, all’interno dei<br />

teatri francesi; è necessario, inoltre, <strong>di</strong>stinguere, la «creazione»<br />

scenica <strong>di</strong> un’opera dalle successive rappresentazioni. 13 Nella<br />

prima ipotesi, infatti, è il compositore stesso a prendere<br />

attivamente parte alla realizzazione <strong>del</strong>l’allestimento, affiancato<br />

dal librettista per la parte più «tecnica» (il coor<strong>di</strong>namento dei<br />

movimenti dei personaggi, ad esempio, oppure la preparazione<br />

dei corre<strong>di</strong> scenici); a quest’ultimo, inoltre, veniva spesso<br />

affidata, nei centri maggiori fama, la <strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>le scene, in<br />

qualità <strong>di</strong> poeta alle <strong>di</strong>pendenze <strong>del</strong> teatro. Esempio <strong>di</strong> questa<br />

consuetu<strong>di</strong>ne l’attività <strong>di</strong> Salvatore Cammarano, Calisto Bassi<br />

e Francesco Maria Piave, rispettivamente per il teatro San Carlo<br />

<strong>di</strong> Napoli, la Scala <strong>di</strong> Milano e la Fenice <strong>di</strong> Venezia: non a<br />

caso <strong>di</strong>versi libretti ver<strong>di</strong>ani redatti da Piave e Cammarano<br />

furono legati alla realizzazione <strong>del</strong>la relativa opera nel teatro in<br />

cui i due poeti e drammaturghi lavoravano agli<br />

allestimenti.<br />

Nel caso in cui, invece, si tratti <strong>del</strong>la ripresa <strong>di</strong> un’opera <strong>di</strong><br />

repertorio, compositore e librettista raramente intervengono; la<br />

<strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>la mise viene assunta da specifici responsabili,<br />

assunti dal teatro col preciso scopo <strong>di</strong> far rispettare<br />

scrupolosamente le istruzioni per la realizzazione <strong>del</strong>lo<br />

spettacolo. Le istituzioni minori si avvalevano a tal scopo dei<br />

cosiddetti «<strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> scena»: le loro mansioni spaziavano<br />

dal coor<strong>di</strong>nare gli interpreti, al preparare i figuranti, al<br />

provvedere le attrezzature <strong>di</strong> scena, senza tralasciare il compito<br />

<strong>di</strong> sorvegliante e <strong>di</strong> «buttafuori», più volte associato, nelle<br />

testimonianze e nei trattati d’epoca, al compito <strong>del</strong> «<strong>di</strong>rettore<br />

13 GERARDO GUCCINI, Direzione scenica e regia, in Storia <strong>del</strong>l’opera italiana, a<br />

cura <strong>di</strong> Lorenzo Bianconi e Giorgio Pestelli, Parte II, I sistemi, vol. 5, «<strong>La</strong><br />

spettacolarità », Torino, EDT, 1988, pp. 146-153

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