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La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia

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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 14<br />

la messinscena stessa: questo spiega la sua perenne<br />

insod<strong>di</strong>sfazione, dovuta alla frequente <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> vedere<br />

realizzata la scena esattamente come l’aveva concepita, nonché<br />

la puntigliosità con la quale faceva pervenire le proprie idee<br />

agli scenografi.<br />

È interessante considerare il motto assunto da Viale<br />

Ferrero quale simbolo <strong>del</strong> modo ver<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> porsi <strong>di</strong> fronte<br />

all’allestimento scenico: «Servire il dramma». Parole che<br />

ricorrono spesso nelle numerosissime lettere nelle quali Ver<strong>di</strong><br />

spiegava, suggeriva, approvava, puntualizzava, (spesso)<br />

criticava, sempre nella perenne ricerca <strong>di</strong> effetti in grado <strong>di</strong><br />

interagire con l’azione narrata e con la musica, senza esserne<br />

un semplice ornamento: infatti, nell’opinione <strong>del</strong> compositore,<br />

un allestimento inadatto, per quanto spettacolare, sarebbe<br />

potuto risultare nocivo per l’opera. Questo si tradusse in una<br />

sempre più insistita semplicità ed un costante rifiuto<br />

<strong>del</strong>l’artificiosità, che, per l’appunto, <strong>di</strong>stoglieva l’attenzione <strong>del</strong><br />

pubblico dal dramma; un atteggiamento che andava <strong>di</strong> pari<br />

passo con la cura dei particolari atti a riprodurre un’atmosfera<br />

od un periodo storico preciso, nel rispetto <strong>di</strong> una<br />

«verisimiglianza» inseguita con ostinazione.<br />

Si pensi, per citare un esempio notissimo, ad Aida, che<br />

richiese un accurato <strong>stu<strong>di</strong></strong>o archeologico sull’antico Egitto per<br />

poter riprodurre fe<strong>del</strong>mente architetture, abbigliamento,<br />

suppellettili ed ornamenti. Girolamo Magnani, autore <strong>di</strong> scene<br />

e costumi per la prima <strong>di</strong> Aida al Cairo (24 <strong>di</strong>cembre 1871), si<br />

servì <strong>di</strong> pubblicazioni scientifiche e resoconti <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zioni in<br />

Egitto; lo stesso zelo venne profuso, qualche anno più tar<strong>di</strong>, da<br />

Eugène <strong>La</strong>coste, costumista per la première <strong>di</strong> Aida all’Opéra<br />

<strong>di</strong> Parigi (22 marzo 1880). <strong>La</strong>coste seguì ad<strong>di</strong>rittura le<br />

prescrizioni <strong>di</strong> un egittologo, Maspéro, insegnante <strong>di</strong><br />

archeologia egiziana al Louvre ed al Collège de France: il<br />

successo <strong>del</strong> suo lavoro fu tale che costumi, gioielli ed<br />

accessori vennero riprodotti con dovizia <strong>di</strong> particolari sulle<br />

pagine <strong>del</strong>la rivista parigina «Le Monde illustré». 22<br />

22 «Le Monde illustré»,1880, n.1201 A questo proposito si vedano i contributi <strong>di</strong><br />

VIALE FERRERO, «Servire il dramma», cit.., pp .25-45, e WILD, Les tra<strong>di</strong>tions<br />

scéniques cit., pp. 135-166.

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