La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia
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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 19<br />
compositore sentiva sempre più preponderante per una mise en<br />
scène completa e riuscita.<br />
Sappiamo, infatti, che Puccini rivolse la propria attenzione<br />
alle nuove prospettive <strong>del</strong>la scenografia e regia teatrale<br />
europea; il suo epistolario è, come sempre, una preziosa fonte<br />
<strong>di</strong> informazioni. Più volte le lettere danno prova <strong>del</strong>la sua<br />
innata capacità <strong>di</strong> immaginare le scene <strong>di</strong> un’opera prima<br />
ancora <strong>di</strong> averne composto la partitura. Per questo motivo la<br />
componente visiva <strong>del</strong>lo spettacolo assume un significato tanto<br />
importante nella prassi compositiva pucciniana: drammaturgia<br />
e musica vivono l’una <strong>del</strong>l’altra e si compenetrano in un<br />
<strong>di</strong>segno unitario, all’interno <strong>del</strong> quale non è possibile scindere<br />
la percezione visiva e gestuale da quella u<strong>di</strong>tiva (per troppo<br />
tempo ritenuta, a torto, l’unico elemento realmente qualificante<br />
<strong>di</strong> un’opera lirica). Senza esaminare, ora, in dettaglio i<br />
riferimenti al teatro contemporaneo contenuti nel carteggio<br />
pucciniano, 28 è utile ricordarne brevemente gli spunti principali,<br />
nonché le collaborazioni «illustri» <strong>del</strong>le quali il compositore<br />
poté avvalersi.<br />
Puccini si interessò <strong>del</strong> teatro <strong>di</strong> Max Reinhardt, <strong>del</strong> quale<br />
apprezzava la «semplicità ed efficacia <strong>degli</strong> effetti»: egli<br />
intuiva le potenzialità dei nuovi mezzi scenici adottati da<br />
Reinhardt, che permettevano <strong>di</strong> conferire alla mise en scène<br />
quell’«importanza speciale» sulla quale usava insistere con<br />
tenacia. 29 In effetti la figura <strong>del</strong>l’austriaco Max Reinhardt<br />
(pseudonimo <strong>di</strong> Max Goldmann) segnò una svolta nel teatro<br />
europeo <strong>del</strong> primo novecento. Reinhardt concepiva la<br />
rappresentazione teatrale come gioco <strong>del</strong>la fantasia, libero dai<br />
con<strong>di</strong>zionamenti <strong>del</strong>la realtà, e ne perseguiva la realizzazione<br />
attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> tutte le possibili risorse <strong>del</strong>la<br />
scenografia. Egli fu uno dei massimi esponenti <strong>del</strong>la corrente<br />
innovatrice <strong>del</strong>la regia tedesca denominata Schall und Rauch<br />
(Eco e Fumo), il cui nome ne sintetizza appropriatamente il<br />
carattere: si trattava, infatti, <strong>di</strong> un movimento sorto per reazione<br />
28 Si veda, a questo proposito, il capitolo 3, §1: Puccini compositore,<br />
drammaturgo, scenografo. Elementi per una ricostruzione <strong>del</strong>la genesi <strong>di</strong><br />
<strong>Fanciulla</strong> <strong>del</strong> <strong>West</strong> nell’epistolario.<br />
29 Lettera a Luigi Illica, Ottobre 1912, in Carteggi pucciniani, a cura <strong>di</strong> Eugenio<br />
Gara, Milano, Ricor<strong>di</strong>, 1958, p. 404, n. 606.