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La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia

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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 25<br />

documentandosi accuratamente, per poter riprodurre<br />

fe<strong>del</strong>mente gli ambienti storici e paesaggistici richiesti da<br />

librettisti e compositori. A questo proposito, si è già fatta<br />

menzione <strong>del</strong>l’attenzione <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong> nei confronti <strong>di</strong> una mise en<br />

scène semplice ma curata e «verisimile», specialmente per<br />

quanto concerneva i particolari <strong>del</strong>le epoche passate.<br />

È d’obbligo ricordare, almeno per nome, i maggiori<br />

scenografi operanti nei teatri italiani nel XIX secolo:<br />

Alessandro Sanquirico, Giuseppe Bertoja (responsabile <strong>di</strong><br />

numerosi allestimenti ver<strong>di</strong>ani, tra i quali sei premières ), Pietro<br />

Bertoja, Romolo Liverani, Alessandro Prampolini, Carlo<br />

Ferrario, Giovanni Zuccarelli, Girolamo Magnani, Augusto<br />

Ferri, Ugo Gheduzzi, Antonio Rovescalli, Vittorio Rota.<br />

L’elenco, pur sommario ed incompleto, comprende, come si<br />

può notare, i più gran<strong>di</strong> nomi <strong>del</strong> panorama <strong>del</strong>la scenografia ed<br />

architettura teatrale <strong>del</strong>l’Ottocento, nomi che scrissero<br />

importanti pagine <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la mess’in scena ottocentesca.<br />

Una storia segnata da rapi<strong>di</strong> – ma, allo stesso tempo, profon<strong>di</strong> –<br />

cambiamenti <strong>di</strong> gusto, come testimonia l’influenza dei nuovi<br />

mo<strong>del</strong>li artistici che andavano affermandosi tra la fine<br />

<strong>del</strong>l’Ottocento ed i primi decenni <strong>del</strong> nuovo secolo. È<br />

necessario tenere conto dei mutamenti intervenuti sulla scena<br />

pittorica italiana verso la fine <strong>del</strong> secolo XIX: 35 si sviluppò,<br />

infatti, uno stile opulento, sfarzoso, in cui l’uso (e l’abuso) <strong>del</strong><br />

decorativismo raggiunse effetti <strong>di</strong> enfasi visionaria e simbolista<br />

una volta applicato agli apparati scenici. Questo nuovo tipo <strong>di</strong><br />

scenografia interessò l’intera Europa, assumendo a volte, come<br />

si è detto, il compito <strong>di</strong> veicolare raffinati messaggi simbolici.<br />

Per quanto riguarda, infine, le suggestioni <strong>del</strong>l’arte fin de<br />

siècle, provenienti in particolare dall’ambiente teatrale <strong>di</strong> prosa,<br />

cui si è già accennato, è bene ricordarne gli esiti e le<br />

ripercussioni sulla scenografia lirica. Le ricerche antirealistiche<br />

portate avanti dallo scenografo Appia e dal regista<br />

Craig aprirono un varco alle reazioni alla spettacolarità<br />

«tra<strong>di</strong>zionale» propugnate dalle avanguar<strong>di</strong>e storiche europee;<br />

nel giro <strong>di</strong> pochi decenni si videro al lavoro nei teatri i maggiori<br />

pittori, affiancati, nel loro ruolo <strong>di</strong> scenografi, dalla sempre più<br />

35 VIALE FERRERO, Luogo teatrale e spazio scenico, cit. , pp.105 e sgg.

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