La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia
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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 106<br />
alberi colossali, ma occorrono 8-10 cavalli-comparse. Zangarini<br />
adesso è all’incubazione, speriamo che si sbottoni bene. 111<br />
Per quanto riguarda il librettista, appena dopo un mese il<br />
compositore non tardò ad accorgersi <strong>del</strong> fatto che il lavoro non<br />
stava procedendo nel modo sperato:<br />
Faccio caccia e prelu<strong>di</strong>o, ma lo Zanga fa il porcellino. Il famoso<br />
terz’atto verrà? Comincio a dubitarne. 112<br />
<strong>La</strong> situazione era destinata a peggiorare, sebbene<br />
Zangarini fosse stato affiancato – non senza <strong>di</strong>fficoltà, obiezioni<br />
feroci e recriminazioni – da un collaboratore, nella persona <strong>del</strong><br />
toscano Guelfo Civinini; quest’ultimo si rivelò ben presto<br />
piuttosto maldestro, <strong>del</strong>udendo le aspettative <strong>di</strong> Puccini, che<br />
contava sull’esperienza <strong>del</strong> poeta per risollevare le sorti <strong>del</strong><br />
libretto.<br />
Con la morte <strong>di</strong> Giuseppe Giacosa, avvenuta nel 1906,<br />
Puccini aveva infatti perduto non soltanto un amico, ma anche<br />
un abile versificatore, che aveva creato, insieme a Luigi Illica,<br />
un sodalizio quanto mai efficace nel dar forma, sotto lo sguardo<br />
vigile <strong>di</strong> Puccini, a libretti <strong>di</strong> grande forza e qualità (Bohème,<br />
Tosca, Madama Butterfly portano la firma <strong>del</strong> duo Giacosa-<br />
Illica). <strong>La</strong> collaborazione fra Civinini e Zangarini non è<br />
nemmeno da paragonare a quella; Puccini espresse il proprio<br />
scoraggiamento in un paio <strong>di</strong> lettere inviate a Giulio Ricor<strong>di</strong> nel<br />
breve spazio <strong>di</strong> due giorni:<br />
ha ragione, siamo in mano a gente senza coscienza! Quei<br />
librettisti sono un <strong>di</strong>sastro. Uno è scomparso e l’altro non<br />
risponde neppure alle mie lettere! Ed io sono qui che cerco<br />
arrangiarmi, ma malamente posso far da me. Questo prim’atto è<br />
zeppo <strong>di</strong> dettagli che sono <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>ocre interesse! [...] Io sono<br />
scoraggiato, perché vorrei tagliare, tagliare, ma con or<strong>di</strong>ne e<br />
colleganza, e da me non posso. 113<br />
111 Lettera a Giulio Ricor<strong>di</strong> <strong>del</strong> 26 agosto 1907, Ibid., n. 521, p. 353.<br />
112 Lettera a Luigi Pieri <strong>del</strong> 12 marzo 1908, Ibid., n. 543, p. 366.<br />
113 Lettera a Giulio Ricor<strong>di</strong> <strong>del</strong>l’11 luglio 1908, Ibid., n. 547, p. 368.