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La Fanciulla del West, - Università degli studi di Pavia

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ILARIA CASTELLAZZI, <strong>La</strong> fanciulla <strong>del</strong> <strong>West</strong>, tra musica e messa in scena 101<br />

musica, portò Puccini a considerare <strong>di</strong>versi mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong><br />

spettacolo, arrivando a gettare le basi per l’affiancamento, in<br />

un’unica serata, <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong> carattere eterogeneo (fin dal<br />

1904, anno in cui prendeva in considerazione l’idea <strong>di</strong> fare dei<br />

Racconti <strong>del</strong>la steppa <strong>di</strong> M. Gorkij un insieme <strong>di</strong> tre atti unici).<br />

Proseguendo in questa <strong>di</strong>rezione Puccini sarebbe arrivato, <strong>di</strong> lì a<br />

qualche anno, alla composizione <strong>del</strong> Trittico, dando prova <strong>del</strong><br />

duplice raggiungimento <strong>di</strong> una novità formale – i tre pannelli –<br />

e <strong>di</strong> contenuto – la compresenza <strong>di</strong> «tinte» <strong>di</strong>fferenti in un’unica<br />

serata. Proprio l’uniformità costituiva per Puccini un aspetto da<br />

evitare accuratamente: egli scriveva, infatti, all’amico Clausetti,<br />

che ciò che desiderava in un soggetto era<br />

Anima, vita, vibrazione, poesia, dramma «déchirant». (Folla in<br />

un quadro o due). Tutte le epoche buone, salvo oriente e <strong>di</strong>ntorni<br />

dove richiedesi una musica <strong>di</strong> deciso carattere locale. 101<br />

<strong>La</strong> scelta <strong>di</strong> accantonare fin da subito un possibile dramma<br />

<strong>di</strong> ambientazione orientale, dalla «tinta» musicale, dunque,<br />

omogenea, è chiaro segno <strong>del</strong>l’acquisita consapevolezza, da<br />

parte <strong>di</strong> Puccini, <strong>del</strong> fatto che l’opera potesse trovare nuova<br />

linfa vitale nella mescolanza <strong>di</strong> aspetti eterogenei; una<br />

mescolanza che, come si è visto, trova largo spazio fra le pagine<br />

<strong>di</strong> <strong>Fanciulla</strong> <strong>del</strong> <strong>West</strong>, opera in cui s’intrecciano azione febbrile,<br />

episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> carattere comico-grottesco, notevoli spunti tragici,<br />

tratti <strong>di</strong> can<strong>di</strong>do lirismo, momenti <strong>di</strong> intenso slancio romantico e<br />

passionale, uniti ad un’ambientazione che lascia notevoli<br />

margini ad un’interpretazione scenica <strong>di</strong> spettacolare efficacia.<br />

Puccini scartò, all’epoca, numerosi soggetti, tra i quali <strong>La</strong><br />

femme et le pantin <strong>di</strong> Pierre Louys, perché<br />

il ripetersi duettistico è incolore e spaventevolmente <strong>di</strong>fficile e<br />

pericoloso a rendersi musicalmente con una varietà che è<br />

necessaria in teatro. [...] Tu certo <strong>di</strong>rai: perché allora attaccarsi a<br />

questo soggetto? Caro mio, son tre anni che mi vado torturando la<br />

testa e l’anima per trovare dove posare le mie quattro note, e mi<br />

sono attaccato con voglia famelica al soggetto che più d’altri<br />

m’impressionò. Il libro è bello, ma il libretto, o meglio,<br />

101 Lettera a Carlo Clausetti <strong>del</strong> 7 aprile 1907, in Carteggi pucciniani, cit., n. 503,<br />

p.342.

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